EBOLI. È in piazza Tito Flavio Silvano che una rissa verbale e con spranghe è scoppiata giovedì scorso.
Protagonisti della vicenda sono stati un gruppo di italiani e africani: «Se non fossimo intervenuti sarebbe finita male», dichiarano due consiglieri comunali ed i vigili urbani hanno aperto un’indagine.
Si cerca, quindi, il proprietario di un’auto blu che avrebbe tentato di investire un africano. Nel mirino un altro italiano che ha mulinato una spranga di legno contro gli africani.
La tensione
A far scoppiare la tensione sarebbe stato, secondo quanto riporta Il Mattino, il fatto che una decina di ragazzi di colore, che dovevano sostenere l’esame di italiano al centro di istruzione per adulti, ubicato nella scuola Matteo Ripa, si sono ritrovati davanti al cancello sbagliato e si sono innervositi.
Nel frattempo il ritardo si accumulava, ma nessuno apriva il cancello.
«Due africani – racconta uno dei due consiglieri comunali intervenuti – si sono innervositi e hanno scosso più volte il cancello. Un altro ragazzo di colore ha tentato di scavalcarlo».
Un gruppo di ebolitani, allora, ha notato la scena e ha urlato, invitandoli ad andare via.
«Quando da un’auto è spuntata un’asta di legno abbiamo chiamato carabinieri e vigili urbani. A quel punto la situazione rischiava di degenerare». Gli
africani spingevano il cancello per entrare, gli italiani urlavano ai neri di andare via.
I motivi
Tutto sarebbe nato per due equivoci: i neri sono finiti davanti all’ingresso sbagliato mentre i bianchi hanno temuto che i ragazzi di colore, tutti ventenni, volessero invadere una scuola media con studenti di 14 anni.
Per fortuna il parapiglia è stato risolto all’arrivo dei vigili urbani.
Gli ebolitani si sono allontanati, mentre i caschi bianchi hanno raccolto alcune testimonianze. «Si respira un brutto clima. Io lavoro con molti african la tensione è alta. Una banalità diventa motivo di scontro». La dirigente scolastica Daniela Natalino precisa: «Non ci siamo accorti di nulla. L’istituto Ripa e il centro di istruzione per gli adulti sono due istituti separati. Il centro è gestito dalla questura di Salerno».