Il tratto costiero della Piana del Sele è a rischio inondazione per l’innalzamento del Mar Mediterraneo e i cambiamenti climatici, correndo il pericolo – in alcuni punti almeno – di venire sommerso alla fine di questo secolo.
L’allarme dell’Enea
L’allarme viene rilanciato dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. La settimana scorsa sono state presentate le sette nuove mappe di rischio, che tengono conto delle caratteristiche geologiche dei territori.
In Italia continentale sono state individuate quattro località, tutte sul versante adriatico: tre in Abruzzo – Pescara, Martinsicuro (Teramo) e Fossacesia (Chieti) – e una in Puglia – Lesina (Foggia) – con previsione di arretramento delle spiagge e delle aree agricole.
Le altre tre sono tutte sulle isole, con differenti estensioni a rischio, dai 6 km quadrati di perdita di territorio a Granelli (Siracusa), ai circa 2 km di Valledoria (Sassari), fino a qualche centinaio di metri quadrati a Marina di Campo sull’Isola d’Elba (Livorno)
Le aree a rischio in Campania
La Piana del Sele e quella del Volturno sono le aree in Campania inserite in precedenza nelle mappe di rischio. Altre sono state rilevate in Toscana (Versilia), nel Lazio (Fiumicino, Fondi e altre zone dell’Agro pontino) e in Sicilia (aree costiere di Catania e delle isole Eolie).