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Qualità della vita, la classifica 2018: precipita la provincia di Salerno

Qualità della vita: precipita la provincia di Salerno nella classifica stilata da ItaliaOggi, in edicola domani, lunedì 19 novembre. La provincia di Salerno ha perso ben sedici posizioni, finendo nella parte bassa della classifica.
In rapporto agli indicatori utilizzati per valutare la qualità della vita in tutte le province italiane, il salernitano è finito in 89ima posizione su un totale di 110 posizioni.

Qualità della vita: Salerno prima provincia in Campania

Unica consolazione, Salerno è la prima provincia in Campania. La provincia di Benevento, infatti, è in posizione 91, quella di Caserta al 104imo posto, Avellino subito dopo (105), Napoli è terzultima (108 su 110).

I dettagli sulla qualità della vita a Salerno


Affari e Lavoro

In merito all’indicatore su Affari e Lavoro, la provincia di Salerno è all’87imo posto su 110 province. Tale indicatore tiene conto del tasso di occupazione, dell’importo medio di protesti per abitante, del numero di imprese registrate e delle startup in rapporto al numero di abitanti.

 

qualità della vita a Salerno

 


Ambiente

Sull’ambiente, le cose vanno leggermente meglio: la provincia di Salerno è al 60imo posto, piazzandosi a metà classifica. In questo caso, si tengono conto dei giorni di superamento di PM10, della concentrazione di biossido d’azoto, dei consumi idrici, della produzione di rifiuti urbani e del numero di autovetture e motocicli circolanti in rapporto al numero di abitanti.

Tra gli indicatori considerati per calcolare l’indice ambientale, anche il consumo annuo pro capite di energia elettrica, le piste ciclabili, la potenza dei pannelli solari fotovoltaici sugli edifici comunali, il numero delle zone a traffico limitato, il verde pubblico, la popolazione collegata a impianti di depurazione, l’uso del trasporto pubblico e la raccolta differenziata.

 

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Criminalità

In merito all’indice di criminalità, la provincia di Salerno si colloca al 65imo posto, a metà classifica. Gli indicatori di tale settore sono: numero di omicidi, tentati omicidi, lesioni dolose, percosse, violenze sessuali, sequestri di persona, sfruttamento della prostituzione, scippi, borseggi, furti d’auto, furti in appartamenti, furti generici, estorsioni, rapine in banche ed uffici postali, truffe, frodi informatiche.

 

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Disagio sociale

Sul disagio sociale, la posizione della provincia di Salerno è in netto peggioramento. La posizione 2018 è la 73ima, mentre solo nel 2017 la classifica vedeva la provincia di Salerno al 52imo posto. In tale caso, gli indicatori utilizzati sono morti e feriti per incidenti stradali, morti per tumore, infortuni sul lavoro, suicidi, disoccupazione giovanile, reati a sfondo sessuale, ospedalizzazione per disturbi psichici, numero di disabili.

 

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Popolazione

Tale settore vede Salerno nella parte alta della classifica, in sedicesima posizione, ma sempre in peggioramento rispetto al 2017 (quando era al 12imo posto). Gli indicatori per la popolazione sono: densità demografica, immigrati, numero di morti, numero di nati, numero medio di componenti della famiglia.

 

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Servizi finanziari

Per i servizi finanziari, ritroviamo Salerno nella parte bassa della graduatoria. La provincia salernitana è 80ima su 110 province italiane. In questo caso, vengono presi in considerazione i dati sul numero delle scuole e degli studenti in rapporto al numero di abitanti.

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Sistema salute

Sulla salute, la provincia di Salerno crolla al 92imo posto. Gli indicatori del settore sono: posti letto, organico medico ed infermieristico, apparecchiature diagnostiche, posti letto nei singoli reparti.

 

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Tempo libero

Sul tempo libero, Salerno è in 66ima posizione, a metà classifica. In questo caso, vengono presi in considerazione come indicatori, il numero di alberghi e strutture dedicate al tempo libero, il numero di agriturismi, ristoranti, bar, caffetterie, cinema, palestre, librerie, associazioni.

 

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Tenore di vita

Il tenore di vita in provincia di Salerno, secondo la classifica di ItaliaOggi, è pessimo. La posizione della provincia di Salerno è quartultima. Peggio solo altre tre province campane: Caserta, Napoli e Benevento.

In Campania sorride, ma non troppo, solo Avellino (90ima posizione). Gli indicatori per il tenore di vita sono: importo medio della pensione, spesa media per consumi, valore aggiunto pro capite, depositi bancari, prezzi degli appartamenti al metro quadrato nelle varie zone, variazione di prezzi al consumo.

 

 

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La classifica sulla qualità della vita di Italia Oggi

Bolzano, Trento e Belluno sul podio della qualità della vita 2018. L’indagine realizzata da ItaliaOggi Sette, in edicola da lunedì, replica quest’anno i primi tre posti del 2017, a conferma della solidità delle posizioni di vertice ormai raggiunta dalle città del Nord-Est.

Più nel dettaglio i risultati dell’indagine confermano e approfondiscono alcune tendenze già emerse negli anni scorsi. In primo luogo che la qualità della vita in Italia è caratteristica delle piccole e medie città del Nord-Est e, in misura minore, del centro.

Basti pensare che nelle prime 35 posizioni della classifica solo Aosta esce da questa direttrice. A voler guardare bene la parte alta della classifica emerge anche un’altra indicazione interessante: la città ideale ha mediamente 100 mila abitanti.

Nelle prime 40 posizioni, infatti, solo Verona e Padova hanno poco più di 200 mila abitanti, mentre Brescia, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bergamo, Trento, Forli, Vicenza, Bolzano e Piacenza ne hanno più di 100 mila, tutte le altre 28 città hanno un numero di abitanti inferiore.

Questa tendenza è confermata anche dalle (pessime) posizioni di classifica delle città più grandi: Milano è al 55° posto, Torino è al 78°, Roma all’85°, Palermo al 106° e Napoli al 108°. E la più grande di tutte, Roma, segna quest’anno un forte balzo all’indietro, perdendo 18 posizioni rispetto all’anno scorso, mentre le altre sono sostanzialmente stabili.


qualità della vita a Salerno


Dal punto di vista della politica locale, si potrebbe tentare di spiegare questa situazione con una metafora stradale: governare un piccolo centro è come guidare uno scooter in mezzo al traffico, mentre governare una grande città è come guidare un autobus. Nel primo caso c’è la possibilità di adeguarsi rapidamente ai mutati contesti sociali ed economici, si riescono ad affrontare le emergenze e a sfruttare le occasioni che si presentano in tempi relativamente rapidi, e questo alla fine paga anche nei termini di una migliore qualità della vita.

Governare i grandi centri è molto più difficile a causa delle lentezze e della pesantezza dell’apparato burocratico e ammnistrativo, che non consentono rapidi cambi di posizione o possibilità di adattamento in tempi rapidi al mutare dei contesti sociali, politici, culturali.

C’è un’altra tendenza che sembra emergere da qualche anno nella serie delle classifiche sulla qualità della vita, ed è quella della frammentazione della classica polarità Nord-Sud. Sono abbastanza evidenti i segnali di un Mezzogiorno che punta a emergere dalle tradizionali zone di insufficienza. Quest’anno Teramo e Matera sono sbucate nella prima metà della classifica. Ma ci sono numerose classifiche parziali, da quella ambientale a quella sulla criminalità, da quella sulla popolazione a quella sul sistema salute che vedono città del Sud in posizioni di vertice.

Al contrario, mentre vent’anni fa il disagio sociale e personale era un fenomeno prevalentemente del Nord, ora sta emergendo anche al Sud, a conferma che è sempre più difficile delimitare le due Italie con un semplice tratto di penna.


La classifica completa


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