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Chi sono i “nazisti ucraini” di cui parla Putin? Dal ruolo nella guerra del Donbass al battaglione Azov

Ecco chi sono i nazisti ucraini che Putin vuole debellare | Quelle di Vladimir Putin sono affermazioni con radici storiche

Chi sono i nazisti ucraini di cui ha parlato Vladimir Putin? Il presidente russo ha spiegato che l’obiettivo della sua operazione militare è di “demilitizzare” “de-nazificare” l’Ucraina. Già in altre uscite pubbliche Putin aveva definito il governo di Kiev “una banda di drogati e neo-nazisti”. Zelensky ha più volte rispedito al mittente le accuse, eppure la propaganda del Cremlino continua a spingere sul tema della battaglia all’ultra-destra.

Ma perché la Russia ha scelto questo tema? E, soprattutto, su quali basi si poggia l’idea (non confermata dai fatti) che i politici ucraini appartengano a correnti di estrema destra?


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Putin, ecco chi sono i nazisti ucraini

Quelle di Vladimir Putin sono affermazioni con radici storiche che riportano alla Seconda Guerra mondiale per capire a cosa si riferisce lo Zar come riportato da Il Messaggero. L’ucraino Stepan Bandera, infatti, collaborò con la Germania di Hitler con l’obiettivo di opporsi all’Urss e creare uno stato indipendente alleato dei tedeschi.

Nacque così l’Armata ucraina d’insurrezione, che negli anni ha dato vita a successive formazioni nazionaliste che si sono opposte a Unione Sovietica prima e Russia poi. Per Putin, dunque, la nascita stessa di un’Ucraina indipendente è legata al nazismo.

Formazioni di ultra-destra sono apparse in Ucraina, con ruoli più o meno centrali, a più riprese. Contro la Russia hanno combattuto nel 1993 al fianco dei georgiani e nel 1994 con i ceceni. Nel 2004 i nazionalisti ebbero un ruolo (seppur marginale) nella cosiddetta rivoluzione arancione in Ucraina, che portò il filo-occidentale Viktor Yushchenko a diventare presidente.

Cos’era l’Esercito insurrezionale ucraino

L’Esercito insurrezionale ucraino è stato un esercito guerrigliero durante la seconda guerra mondiale. Esso si formò il 14 ottobre 1942 nella Volinia. Fu l’ala militare dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) ed il principale obiettivo dell’UPA era quello di raggiungere l’indipendenza dell’Ucraina.

Dal 1943 al 1950 il suo capo è stato il generale Roman Šuchevič e il suo referente politico è stato Stepan Bandera. Politicamente nazionalista, riuniva in sé ex-componenti sia della Machnovščina, sia della Repubblica Popolare Ucraina, sia della Repubblica Nazionale dell’Ucraina Occidentale.

Dopo l’indipendenza l’Ucraina nel 1991 tentò di riabilitare la UPA considerandoli legittimi combattenti. I tentativi di realizzare per loro lo stesso trattamento pensionistico dei veterani di guerra dell’Armata Rossa trovò resistenza da parte di settori della popolazione di lingua russa. Un tentativo di condurre una sfilata comune a Kiev nel maggio 2005 per commemorare il 60º anniversario della fine della seconda guerra mondiale non è riuscito.


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Il ruolo storico dell’UPA rimane una questione controversa per la società ucraina, anche se il suo ruolo per l’indipendenza nazionale è stato riconosciuto. Nel 2006 l’amministrazione della città di Leopoli ha annunciato il trasferimento delle tombe di Stepan Bandera, Andrij Mel’nyk, Evgenij Konovalec e altri leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini e dell’UPA in una nuova area del cimitero Lyčakivs’kyj, dedicata agli eroi della lotta per l’indipendenza nazionale. Il 13 ottobre del 2007 è stato inaugurato a Leopoli un nuovo monumento di bronzo a Stepan Bandera.

Il 12 ottobre 2007, Roman Šuchevič ha ricevuto il titolo postumo di Eroe d’Ucraina dal presidente Viktor Juščenko e il 14 ottobre dello stesso anno l’Ucraina ha celebrato il 65º anniversario dell’UPA con il rango di una festività nazionale. Il 22 gennaio 2010 il presidente Viktor Juščenko ha proclamato il leader dell’Esercito insurrezionale ucraino (Stepan Bandera) eroe nazionale.

Il battaglione Azov

Il reggimento operazioni speciali “Azov”, conosciuto in precedenza anche come battaglione “Azov” (in lingua ucraina: Батальйон «Азов»), è un reparto militare ucraino neonazista con compiti militari e di polizia. Inquadrato nella Guardia nazionale dell’Ucraina e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass durante la guerra del Donbass del 2014, il reparto è divenuto famoso a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura.

L’Azov è composto per la maggior parte da volontari, provenienti da partiti e movimenti politici legati all’estrema destra ucraina e integrati da volontari d’ispirazione nazifascista e neonazista provenienti anche da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia.

Fonti del governo di Kiev negano che il battaglione Azov avesse espresso alla sua costituzione ideologie o posizioni ufficiali assimilabili al nazismo e, pur ammettendo che il reparto abbia attratto diversi volontari con dichiarate posizioni di estrema destra, nel 2015 hanno dichiarato che il 70-80% dei militari sarebbe politicamente neutrale. La formazione militare è legata al Corpo Nazionale, un progetto politico creato dai membri del battaglione, che partecipa anche alle elezioni e ha rapporti internazionali con altri gruppi suprematisti bianchi.[23]

Il simbolo del battaglione fa riferimento al Wolfsangel, che simboleggia una trappola per lupi, attestato dal medioevo per la sua funzione di amuleto contro i lupi e utilizzato in vari stemmi araldici: esso nel corso del XX secolo fu adottato inizialmente dal nazismo, per essere poi soppiantato dalla svastica, e in seguito da alcune unità militari SS della Germania nazista operanti durante l’invasione dell’URSS. Sullo sfondo è posto il sole nero (Schwarze Sonne), costituito dalla rotazione di una serie di svastiche inscritte in un cerchio, anch’esso ispirato alla tradizione runica legata al misticismo nazista.

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