Economia

A Livigno, senza Iva e accise, la benzina oggi costa 1,36 euro al litro

Prezzi benzina e diesel alle stelle: a Livigno, paese senza Iva e accise, oggi la benzina costa ben 1,36 euro al litro

Mentre tutta Italia è alle prese con l’aumento dei prezzi per benzina e diesel, in Lombardia c’è una piccola isola felice. A Livigno, nota località turistica in provincia di Sondrio, oggi la benzina costa ben 1,36 euro al litro.

Livigno, il paese dove la benzina costa 1,36 euro al litro

Ma come mai? Il motivo è semplice. Livigno è infatti una zona extradoganale, uno status che risale a secoli addietro e che il piccolo Comune ha sempre difeso, fino ad essere ribadito da una legge del 1910. Nel territorio comunale di Livigno non si pagano dunque né l’Iva né le accise, le imposte indirette che gravano sul carburante e su altri beni (ad esempio tabacco e alcolici) e che fanno lievitare, anche quando non ci sono crisi energetiche in corso, il costo della benzina.

Per questo motivo il prezzo del carburante a Livigno è sempre concorrenziale rispetto al resto d’Italia, e lo è ancora di più in questo periodo: mentre altrove difficilmente si riescono a trovare benzina e diesel a meno di due euro al litro, al momento secondo il sito Osservaprezzi del Mise nei distributori di Livigno la benzina costa 1,36 euro al litro e il diesel 1,25 euro al litro. Il prezzo del carburante a Livigno mostra dunque quale sarebbe il costo che gli italiani potrebbero pagare se non ci fossero le accise.

Accise sui carburanti in Italia: quali sono e quanto incidono sul prezzo

L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. La più diffusa è quella sul prezzo dei carburanti, presente a vari livelli in quasi tutto il mondo e in particolare nei Paesi non produttori. In Italia le accise sui carburanti (benzina, diesel e gpl) sono state introdotte gradualmente fin dagli anni ‘30 del secolo scorso per fronteggiare economicamente improvvise emergenze dovute per lo più a disastri naturali ed eventi militari.

Oggi se ne contano ben 19 di accise sui carburanti in Italia, ma in realtà questo conteggio non ha più molto senso perché nel 1995, quindi più di venticinque anni fa, le varie accise sono state inglobate in un’unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo complesso (quasi 24 miliardi di euro nel 2021), senza alcun riferimento alle motivazioni originali. E nel 2013 questa misura è diventata pure strutturale.

Quanto pesa l’Accisa sul prezzo del carburante

Nell’ultima rilevazione del MISE datata 7 marzo 2022, che si riferisce alla media settimanale dei prezzi dal 28 febbraio al 6 marzo, i prezzi nazionali (€/1.000 litri) della benzina, del gasolio e del gpl per l’autotrazione in modalità self-service sono i seguenti:

  • Benzina: 1.953,14 euro di cui 728,40 (accisa), 352,21 (Iva) e 872,53 (netto);
  • Gasolio auto: 1.829,33 euro di cui 617,40 (accisa), 329,88 (Iva) e 882,05 (netto);
  • Gpl: 853,55 euro di cui 147,27 (accisa), 153,92 (Iva) e 552,36 (netto).

Ne consegue che l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul gpl), e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa. Nell’Unione Europea solo l’Olanda e il Regno Unito hanno imposte indirette sui carburanti più alte dell’Italia, ma non solo: il nostro Paese è rispettivamente all’ottavo (per la benzina) e al settimo posto (per i diesel) nella classifica delle nazioni dove il pieno risulta più caro (dati EnjoyTravel.com del 2021).

Cosa finanziano le Accise

Per mera curiosità vi riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel.

Ma, come abbiamo spiegato, l’elenco delle varie accise è ormai puramente indicativo, dato che dal 1995 l’imposta sul carburante è definita in modo unitario e il gettito che ne deriva non finanzia le casse statali in specifiche attività ma nel loro complesso, con una sola aliquota che non distingue tra le diverse componenti. Condizione che tra l’altro rende impossibile (o molto difficile) l’ipotesi di abolirne selettivamente alcune, a cominciare dall’ormai ‘mitologica’ accisa per la guerra d’Etiopia che nella realtà non esiste più.

La lista delle Accise

Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni:

  • Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
  • Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
  • la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
  • Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
  • Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
  • Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
  • Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
  • Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
  • Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
  • Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
  • Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
  • Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.

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