PAGANI. A Pagani, gli assolti al Processo Linea d’Ombra passano al contrattacco e chiedono un risarcimento danni per ingiusta detenzione.
Ingiusta detenzione: gli assolti al Processo Linea d’Ombra chiedono i risarcimenti danni
Dopo essere stati indagati, arrestati e processati nell’inchiesta Linea d’Ombra che toccò Alberico Gambino e dopo essere stati assolti ora l’avvocato ex presidente della Multiservice, Giovanni Pandolfi Elettrico, difeso dall’avvocato Guglielmo Scarlato e Giuseppe Santilli, difeso dall’avvocato Giovanni Falci, sono passati al contrattacco. E chiedono un risarcimento danni per ingiusta detenzione. L’udienza si è svolta davanti alla Corte di Appello.
Pandolfi fu assolto in tutti e tre gradi di giudizio, Santilli, dopo le due condanne, difeso dall’avvocato Falci ottenne l’annullamento della condanna senza rinvio perché, scrissero i giudici, con le prove documentali presentate non vi erano estremi per una possibile condanna in un nuovo processo di Appello. In effetti in Cassazione l’avvocato Falci dimostrò che la famosa prova, la registrazione fatta da Panico durante un incontro presentava dei buchi neri, addirittura una parte era stata tagliata di undici minuti. Nell’udienza di ieri i due avvocati difensori hanno battuto il tasto sui danni di immagine, sulla reputazione gravemente compromessa, dopo le indagini e il processo.
Tra l’altro la complessità dell’inchiesta ha indubbiamente influito sullo stato di salute dello stesso Santilli che si è aggravata. In quelle ricostruzioni dell’Antimafia il ruolo dell’avvocato Pandolfi fu inquadrato quale riferimento alla guida della scatola nera del Comune di Pagani, la società partecipata Multiservice, appunto, con il sistema guidato dall’allora primo cittadino Alberico Gambino. Ma come detto Pandolfi fu assolto nei tre gradi di giudizio. Per l’ingiusta detenzione gli avvocati Scarlato e Falci hanno chiesto un risarcimento di 500mila euro per ognuno dei propri clienti. I giudici della Corte di Appello si sono riservati la decisione.
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