Rapine ai camion da Napoli a Salerno: arrivano le condanne bis per il pizzaiolo scafatese, Domenico Cocco, i gli altri membri della banda.
Condanne bis per le rapine ai camion
Condanna bis per il gruppo di rapinatori ai furgoni blindati ed alla biglietteria degli scavi di Pompei. Il sodalizio criminale fu sgominato, a seguito del blitz “Last Day” mentre progettavao il colpo del secolo in Germania. La Corte di Appello di Salerno ha rideterminato pene inflitte a carico di ciascun imputato.
In particolare i giudici del secondo grado di giudizio hanno condannato a: 14 anni e 10 mesi Domenico Cocco, trentottenne pizzaiolo scafatese, 17 anni e 8 mesi di pena a Angelo Carbone, 52 anni, di Foggia ritenuti al vertice dell’organizzazione (in primo grado gli erano stati inflitti 20 anni ciascuno); 5 anni e 8 mesi a Antonio De Sandri (in primo grado 9 anni e 2 mesi con abbreviato); 4 anni e mezzo ad Angelo Pugliese (8 anni, 4 mesi e 20 giorni in primo grado), 1 anno e 8 mesi a Salvatore Della Ratta, (2 anni, 2 mesi e 20 giorni emessi dal gup nocerino), stessa condanna per Pasquale Panico, condannato in primo grado a due anni, conferma della condanna per Ciro De Falco (il vigilantes), a cui è stato comminata una pena di un anno e 4 mesi con pena sospesa, un anno e mezzo per Luigi Delli Carri, condannato a due anni in primo grado e 1 anno e 8 mesi per Ciro Bruno, condannato in primo grado a due anni, due mesi e venti giorni.
Nessun appello per il sarnese Luigi Garmiele, difeso di fiducia dall’avvocato Giovanni Annunziata, e per Lorenc Huqui, entrambi assolti durante il processo con rito alternativo davanti al gup De Nicola di Nocera Inferiore. Nel collegio difensivo l’avvocato Cecilia D’Alessandro.
Il blitz “Last day” vide scendere in campo gli agenti degli uffici investigativi di Nocera, Salerno, Foggia, Napoli, Verona e in Germania, con un macro procedimento iniziale contro ventidue indagati, nove esecuzioni di custodia cautelare in carcere e otto agli arresti domiciliari.
La procura nocerina coordinò gli uomini del servizio centrale operativo delle squadre mobili di Salerno, Napoli, Foggia e Verona, con l’ausilio dei Reparti prevenzione crimine di Napoli e Pescara, riuscendo a ricostruendo una associazione per delinquere dedita alla commissione di colpi criminali, in particolare rapine ai portavalori, aggravate dall’uso di armi da guerra.
L’indagine fu indicata come modello di indagine transnazionale. L’organizzazione sotto accusa era composta da soggetti di origine campana, pugliese ed albanese, ritenuta responsabile, a vario titolo, di cinque diverse rapine realizzate nelle province di Salerno, Napoli, Foggia, Pompei (scavi nel luglio 2017, rapina di 3mila euro messa a segno da Cocco e Carbone secondo gli inquirenti) ed Avellino, con la pianificazione di un colpo milionario in territorio tedesco con l’uso di kalashnikov Ak-47, sventato con la raffica di arresti.