La storia di Rusudan Maisuradze: una donna della Georgia che ha avviato un vera e propria battaglia legale per restare in Italia insieme al figlio.
“Voglio restare in Italia con mio figlio”: la battaglia di Rusudan
Avrebbe dovuto lasciare l’Italia per tornare nel suo paese di origine, la Georgia, da dove era scappata due anni fa per abbandonare una vita fatta di privazioni. La Questura e il Ministero dell’Interno avevano infatti stabilito questo ma il Tar ha annullato tutto e ora, Rusudan Maisuradze, potrà restare a Salerno in attesa di presentare una nuova istanza.
Per la donna, si tratta di una piccola speranza, legata soprattutto al desiderio di non lasciare il figlio in Italia. I fatti risalgono all’aprile 2017, quando Rusudan arrivò in Italia con visto turistico. Pochi mesi dopo fu raggiunta dal figlio, un atleta specializzato nella lotta.
Nel maggio del 2018, la madre ottiene dal Tribunale per i minorenni il permesso di soggiorno per assistenza al minore. Intanto lavora come domestica, ma nello scorso ottobre il ragazzo compie 18 anni e l’autorizzazione del Tribunale minorile non ha più valore. Successivamente, Rusudan aveva trovato lavoro, potendo così presentare un’istanza di permesso di soggiorno per lavoro subordinato e chiedere di regolarizzare la propria posizione sul territorio nazionale.
Tuttavia, le cose non sono andate come sperava e ad aprile è stato imposto l’obbligo di andare via, mentre il figlio poteva restare a Salerno. I giudici, però, sono stati di un altro avviso: pochi giorni fa la sentenza del Tar ha evidenziato che il principio di non convertibilità non si applica in maniera automatica e che nella valutazione dei casi vanno tenuti in conto altri fattori.