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Le migliori frasi, testi e canzoni di Enzo Jannacci: le più belle

Scopriamo insieme le migliori frasi, testi e canzoni più belle di Enzo Jannacci

Enzo Jannacci, all’anagrafe Vincenzo Jannacci nato a Milano, il 3 giugno 1935 morto a Milano, il 29 marzo 2013, è stato un cantautore, cabarettista, pianista, e compositore. Scopriamo insieme le migliori frasi, testi e canzoni più belle di Enzo Jannacci.

Le frasi, testi e canzoni di Enzo Jannacci: le più belle

Di seguito una selezione di frasi, testi, canzoni e immagini più belle di Enzo Jannacci:

  • Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza.
  • Quelli che quando perde l’Inter o il Milan dicono che in fondo è una partita di calcio e poi vanno a casa e picchiano i figli, oh yes!
  • Io da medico ragiono esattamente così: la vita è sempre importante, non soltanto quando è attraente ed emozionante, ma anche se si presenta inerme e indifesa.
  • Quelli che pensano che Gesù bambino sia Babbo Natale da giovane.
  • La Medicina moderna ha fatto veramente enormi progressi: pensate a quante nuove malattie ha saputo inventare.
  • Stare dove la vita è ridotta a un filo sottile è traumatico ma può insegnare parecchie cose a un dottore.

Le frasi sulle canzoni di Enzo Jannacci

 

Il duomo di Milano

Sparge
Il bancone
Di dolci lacrime d’addio
Quel giovanotto
Malato di ricchezza
Ed il garzone le asciuga
Ad una ad una
E a casa la sera
Se ne innamora

Enzo Jannacci

Quella Cosa In Lombardia

Penso invece a questo nostro pomeriggio di domenica
Di famiglie cadenti come foglie
Di figlie senza voglie
Di voglie senza sbagli

Ti Te Se’ No

Ma mì, quand hinn vòtt or, tornà a cà de bottega,
Scondi la cartèlla cont denter i mè strasc
Me lassi la giacchetta come te m’hee dii tì,
Cammini per Milan, me par de vess un scior.

Prendeva Il Treno

Macché ciclista Prendo il treno dietro a Baggio!
Ed ostentava una cravatta dell’Upìm
Voglia gradire questi fiori come omaggio
Che fiori sono? Signorina, i hoo fà mi!

E L’era Tardi

Dumandà mi gh’avevi vergogna
Dumandà e savé no a chi l’é …
Gh’era il Rino, l’è vera, il Rino
Suldà insema in d’i bersaglier

La Luna E’ Una Lampadina

La luna è una lampadina
Attaccata sul plafone
E le stelle sembrano limoni tirati nell’acqua
E io son qui, Lina, sul marciapiede
Che cammino avanti e indietro
E mi fanno male i piedi, Lina!

Quelli che…

Quelli che vogliono Mario
Quelli che cantano dentro nei dischi
Perché c’hanno i figli da mantenere, oh yeah
Quelli che da vent’anni fanno un lavoro d’equipe
Convinti di essere stati assunti da un’altra ditta, oh yeah

L’arcobaleno

L’arcobaleno è questo qua
Tra le luci di un lussuoso tabarin
L’ha inventato un architetto che sa ben
Che anche voi volete aver l’arcobaleno

Vincenzina e la Fabbrica

Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina il foulard non si mette più.
Una faccia davanti al cancello che si apre già.
Vincenzina hai guardato la fabbrica,
Come se non c’è altro che fabbrica
E hai sentito anche odor di pulito
E la fatica è dentro là…

Enzo Jannacci

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