Continua l’iniziativa di lotta delle scriventi associazioni dei consumatori per fare chiarezza e contrastare i recenti aumenti tariffari deliberati ed applicati di concerto tra loro dall’ATO Calore Irpino e l’Alto Calore Servizi S.p.A.
Avevamo già espresso i nostri dubbi circa la legittimità e la congruenza del contestata manovra tariffaria e come preannunciato, è stata inviata istanza di accesso agli atti nei confronti dell’ATO Calore Irpino e dell’ARERA.
In questi giorni è pervenuta risposta da entrambi gli enti ed è stata analizzata la documentazione amministrativa fornita dall’Alto Calore Servizi.
Si è avuta la conferma che gli aumenti tariffari deliberati dall’ATO e applicati dall’Alto Calore non sono stati approvati dall’ARERA
Addirittura la contestata delibera dell’ATO non è stata pubblicata sul BURC della Regione Campania, circostanza alquanto stravagante, tenuto conto che siamo in presenza di un provvedimento amministrativo che coinvolge migliaia di utenti.
Inoltre, dall’analisi del piano economico finanziario e dal piano degli interventi sono emerse delle incongruenze a danno degli utenti che richiedono ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti.
Dall’analisi del piano economico finanziario, sembrerebbe che alcuni indicatori dichiarati all’Autorità Territoriale d’Ambito, dalla società Alto Calore Servizi, come ad esempio le componenti di costo, gli investimenti e soprattutto i contributi ricevuti per questi ultimi, non siano corrispondenti a quelli effettivamente indicati nel bilancio 2014, comunque errati e/o non veritieri.
Risulterebbero inoltre indicati ricavi da tariffe inferiori a quelli effettivamente risultanti dal bilancio, con un illecito arricchimento per l’azienda.
Ad esempio, dallo sviluppo del conto economico risulterebbe che nell’anno 2045, l’azienda Alto Calore Servizi dovrebbe percepire ricavi da tariffe pari a circa quarantadue milioni di euro, quando già nel 2014, ha avuto ricavi da tariffe pari a circa quarantatre milioni di euro..
Dall’analisi del piano degli interventi, si evince che la società Alto Calore Servizi è impegnata già dal 2016 nella realizzazione di 13 interventi strutturali sulla rete idrica, che avranno un costo poco inferiore ai dieci milioni di euro, interamente finanziato dalle tariffe idriche pagate in questi anni dagli utenti.
Alcuni di questi interventi dovevano essere già realizzati negli anni 2016 e 2017.
Destano particolari dubbi gli interventi di manutenzione straordinaria alla centrale di sollevamento di Cassano Irpino, pari ad € 2.113.000,00 da finanziare mediante la tariffa, ma che sembrerebbero essere stati finanziati dalla Regione Campania con delibera n. 252/2017.
La stessa società Alto Calore Servizi S.p.A. nella parte finale del piano degli interventi, riconosce che già nella precedente programmazione 2014-2017, su un piano d’interventi complessivo di € 2.795.000,00 , finanziato con le tariffe degli utenti, meno del 50% è stato effettivamente speso.
Addirittura si rinvengono spese per interventi non autorizzati, come ad esempio l’installazione di condizionatori pari ad € 32.000,00 , licenze d’uso software € 75.400,00 e aggiornamento rete LAN € 18.401,39 , che per loro natura non possono essere finanziate mediante la tariffa.
Recentemente l’assemblea dei sindaci dell’Alto Calore Servizi ha approvato un piano di ristrutturazione redatto dallo Studio Pozzoli S.r.l.
A pagina numero 32 del suddetto piano, l’Azienda: “… ipotizza di non effettuare investimenti direttamente come Alto Calore, rinviando tutto alla operazione diretta dalla Regione Campania”, ossia ad un ipotetico finanziamento di circa cinque milioni di euro all’anno per tre anni, a partire dal 2019.
Quest’ultimo aspetto rappresenta un grave indizio della circostanza che negli anni 2016 – 2017 – 2018 l’azienda non abbia effettuato gli interventi programmati, autorizzati e addossati alla tariffa.
La comunicazione di dati errati e/o non veritieri nel c.d. piano economico finanziario e soprattutto la mancata realizzazione degli interventi programmati, oltre ad essere causa di un rilevante e generalizzato danno economico per gli utenti, costretti a pagare tariffe superiori a quelle dovute, mette a repentaglio la sicurezza e l’efficienza del sistema idrico, privo da anni di un effettivo ed efficiente piano d’interventi di manutenzione straordinaria.
Per questo motivo le scriventi associazioni presenteranno in data odierna un esposto presso la Procura della Repubblica, affinché venga fatta piena luce su quanto innanzi segnalato e vengano finalmente tutelati i diritti degli utenti, sia sotto l’aspetto economico che del servizio reso.