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La CGIL all’attacco dopo le rivelazioni seguite all’arresto di Renato Pingue

CGIL Avellino
Franco Fiordelisi

Le parole delSegretario Fiordelise all’indomani dell’arresto dell’ex direttore Renato Pingue

Il segretario della Cgil di Avellino, Franco Fiordellisi, alla luce della recente inchiesta giudiziaria che vede indagati a vario titolo per corruzione ed estorsione l’ex direttore dell’Ispettorato del lavoro di Avellino, Renato Pingue, e i vertici della Capaldo Spa e dalla Natana doc ribadisce la posizione della Camera del lavoro rispetto agli appalti concessi delle cooperative, in ogni settore, e alle conciliazioni offerte ai lavoratori.
“Si tratta di problemi oggettivi – osserva Fiordellisi –  che denunciamo da tempo. Quando si cambiano continuamente gli appalti, per esempio nella logistica, ma anche nei servizi, si verificano problemi diversi, che sono esplosi da tempo e con forza anche ad Avellino.
E sono le nostre battaglie, Appalti, esternalizzazioni e legalità. I Diritti dei lavoratori e  prerogative del sindacato, sono state anche una proposta referendaria della responsabilità in solido del committente, riguarda proprio queste fattispecie, insieme a una legge sulla rappresentanza. 
Spesso, quando verifichiamo che gruppi di associazioni, consulenti senza scrupoli ed altre organizzazioni sindacali depositano centinaia di conciliazioni, scopriamo che, in molti casi, non sono sigle storiche, e che fanno conciliazioni persino su diritti indisponibili, per esempio sui contributi.
Noi, in più di un’occasione, abbiamo cercato di far capire che vanno fatti controlli serrati sulle conciliazioni e su chi le fa. Ma questi “sindacalisti”così facendo, oltre che togliere diritti e soldi ai lavoratori, diventano rappresentativi.
Noi chiediamo all’Ispettorato ed al Governo, fino a che punto queste conciliazioni possano continuare e avere anche effetti sulla rappresentanza negli enti. Ma la denuncia politica non basta, se i lavoratori non crescono in coscienza e cultura restano succubi in una sudditanza psicologica di fatto”.
“Le recenti vicende – continua il sindacalista  – dimostrano innanzitutto che c’è una produttività al Sud dei lavoratori che non viene calcolata bene. Producono ben oltre il loro lavoro e spesso non vengono retribuiti in maniera idonea. Altro che Sud fannullone.
Noi abbiamo siglato sul punto un protocollo con Confindustria. Prevede l’applicazione dei contratti nazionali, perché abbiamo scoperto che molte aziende, anche importanti, preferiscono ricorrere a delle esternalizzazioni – ed è drammatico che lo faccia anche il pubblico –  a realtà terze che utilizzano i cosiddetti contratti pirata. Si tratta di contratti collettivi, siglati da datori e sindacati minoritari, che, per esempio, nella sanità privata, nei servizi o nella logistica, fanno concorrenza sleale al ribasso”.
“Dal 2004 – ricorda Fiordellisi – gli ispettori sono di fatto una sorta di consulenti delle aziende. Il primo governo Berlusconi ha depotenziato le loro funzioni, e questo è il risultato di ciò che è accaduto negli ultimi 20 anni, accentuato nel collegato lavoro di Brunetta del 2010 è definito nel JobsAct di Renzi/Poletti, tagli a risorse e riduzione di personale, con il depotenziamento del ruolo. Gli Ispettori non possono andare in 6 mesi due volte nella stessa azienda altrimenti rischiano richiami e sanzioni loro stessi”.
“La Cgil sta cercando di costruire una vertenza complessiva, ma è molto difficile stante la profonda crisi economica e valoriale che attraversiamo. Sono ragioni profonde, di ordine culturale e o politico. In queste cooperative, infatti, vanno a lavorare dei giovanissimi che hanno bisogno della prima occupazione o ultra cinquantenni che vanno ad elemosinare un lavoro purché sia, e vivono una condizione estremamente grave, perché hanno perso il lavoro e finito gli ammortizzatori sociali.
In sintesi, c’è un sistema complessivo, esploso nella crisi, in cui alcuni lavoratori sono succubi, altri conniventi con i capi, e, come dei sorveglianti, controllano chi vorrebbe essere sindacalizzato. Infine, abbiamo delle mele marce nelle istituzioni che dovrebbero controllare e una normativa estremamente parziale e piegata alle regioni economiche e non agli esseri umani. Il risultato è che si determinano gravi criticità”.
“Per questo – conclude il segretario Cgil Avellino – abbiamo proposto un tavolo della legalità alla Prefettura e al Comune di Avellino sugli appalti nel 2017 e siamo ancora in attesa di una risposta. Inoltre, abbiamo fatto attivare l’Osservatorio sulla cooperazione all’Ispettorato proprio questa estate, oltre ad accordi con Confindustria. Ma se si continuano a depotenziare i diritti del Lavoro,  gli enti preposti ai controlli, il tutto a favore dell’economia d’impresa, diventa tutto estremamente difficile”.
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