Anche Maurizio De Giovanni si esprime sulla rivalità tra Salernitana e Napoli. Lo scrittone napoletano, in un editoriale pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno, ha commentato la festa per la promozione dei granata in Serie A, soffermandosi in particolar modo sui cori contro i napoletani intonati da alcuni tifosi dell’ippocampo.
https://salerno.occhionotizie.it/storia-rivalita-napoli-salernitana-come-perche-nata-scontri/
Rivalità tra Salernitana e Napoli, il commento di Maurizio De Giovanni
“Abbiamo seguito con attenzione e partecipazione le vicende della Salernitana, fino alla bella notizia della promozione in serie A. Ne siamo stati sinceramente felici, per i tanti amici che abbiamo nella città sorella; abbiamo esultato, al pensiero che magari alla faccia di tutti e nonostante gli scandalosi arbitraggi il nostro caro Benevento si salverà, e questa nostra bellissima e spesso calpestata regione potrà avere tre voci nel massimo coro del calcio italiano, l’anno prossimo. [Ma i granata ce l’hanno fatta, e la notizia attesa e desiderata ha allargato i cuori di ogni meridionale. Poi sono cominciate le preoccupazioni, assembramenti ed esultanze scomposte.
Poi abbiamo visto i primi servizi sul web, e qualcosa nella gioia che avevamo provato ha cominciato a incrinarsi: perché anche nella gioia e nella sfrenata esultanza non crediamo sia consentita la distruzione di suppellettili, tavolini, sedie e arredi urbani, come fosse necessario sfogare una rabbia cieca e animale verso qualcosa o qualcuno. Inspiegabile, ci siamo detti. Ma con chi ce l’hanno? Perché fare a pezzi tutto quello che si ha davanti, se il sentimento condiviso è la felicità?”
I cori contro i napoletani
“Poi abbiamo dovuto vedere, in più riprese e in orari diversi e in luoghi distanti tra loro della città, un ricorrente coro che indicava, in maniera inequivocabile e purtroppo chiarissima, il comune nemico: i napoletani. Ci siamo interrogati a lungo su questa orribile cosa, che ci ha lasciati senza parole. Quei cori contro Napoli, lo diciamo con forza, sono espressione di un provinciale e poco intelligente senso di incompiutezza e di inferiorità.
Siamo la stessa terra e condividiamo lo stesso mare, abbiamo la stessa storia e ci lega la stessa cultura. Se anche volessimo parlare solo di calcio, su 116 scudetti assegnati soltanto due, al massimo tre, sono stati vinti sotto Roma: non ci pare plausibile una rivalità così profonda da essere ricordata nei cori di un raro momento di vincente felicità, quando l’unico atteggiamento produttivo dovrebbe essere un senso di vicinanza e di comunità di intenti.
Siamo sicuri che quelli che saltavano come da coro non siano, per la maggior parte, alfabetizzati e che quindi non possano leggere queste righe. Ove non fosse così, gli diremmo: godetevi il momento, invece. E mettete un po’ di impegno a individuare meglio i vostri avversari, perché a quanto pare in questo non siete tanto bravi. Proprio no” ha concluso.