Gli interrogativi su quella tragica mattinata rimarranno tanti e tutti irrisolti. La chiave era lui, Gianmarco Gimmelli, ma adesso che se ne è andato non rimarrà altro che dolore
Il dolore di un’altra famiglia, dopo quella della vittima, Claudio Zaccaria. Perchè anche l’assassino, Gianmarco Gimmelli, è stato una vittima.
Vittima del degrado e dell’abbandono, vittima di un mondo che, seppur piccolo, rischia di inghiottirti e di non farti più tornare indietro.
Unica sopravvissuta di quella terribile mattina di follia è la 18enne Ylenia Fabrizio, che nel nuovo colloquio con gli investigatori tenterà di fornire almeno una ipotesi sul movente che ha portato all’omicidio del suo fidanzato.
Un ragazzo normale
Nessuno è riuscito a comprendere e a spiegare, fino a questo momento, che cosa possa avere sconvolto la mente del 32enne tanto da spingerlo ad uccidere.
Un ragazzo normale, membro di una famiglia molto conosciuta e amata a Monteforte Irpino, il paese di origine dei suoi genitori. Ginmarco era arrivato dal Brasile ed era stato adottato, ancora bambino, da queste persone che non avevano altro che amore per lui.
In conseguenza delle delicatissime condizioni, seguite alla tragica caduta dal balcone del suo appartamento, gli inquirenti non avevano neanche formulato un’accusa ufficiale per Gimmelli, che dal giorno dell’omicidio non si era mai risvegliato dal suo stato di coma indotto.
E ieri ha lasciato il Moscati, nello stato peggiore che ci si potesse augurare.
Dolore, rabbia, sconcerto, incertezza. Sentimenti che la comunità avellinese non smetterà di provare tanto presto.
Due famiglie distrutte e una giovanissima donna che porterà su di se, e dentro di se, delle ferite insanabili per sempre.