Spaccio nella Valle dell’Irno: in quattro rischiano il processo a seguito di uno stralcio legato ad una maxi inchiesta su un giro di eroina e cocaina tra Mercato San Severino e Castel San Giorgio. I quattro, residenti del luogo e di giovane età, senza precedenti, sono accusati in concorso di una serie di episodi. Alcuni di loro hanno già chiesto il rito abbreviato.
Spaccio nella Valle dell’Irno: quattro giovani a rischio processo
I fatti vanno dal 2018 all’anno successivo. Nei capi d’imputazione vengono ricostruite le singole responsabilità per i quattro imputati, come il possesso di eroina – per chi svolgeva il ruolo di corriere – fino allo spaccio di più dosi ad altrettanti acquirenti. Nel caso specifico, per almeno uno del gruppo viene mossa l’accusa di essere riuscito a nascondere lo stupefacente durante un controllo.
A seguire, le cessioni registrate dagli inquirenti della compagnia carabinieri di Mercato San Severino, con dosi di eroina vendute a 20 euro, dietro accordi e appuntamenti telefonici. Ma a essere spacciato era anche il crack e la cocaina, come quando alla fine del 2018, i carabinieri intercettarono almeno quattro persone, tra le quali due degli attuali imputati, in possesso di 46 grammi lordi di cocaina e 17 di eroina, con cessioni ulteriori di crack. Anche in questo caso, a bordo di una Kia, in due furono individuati quali corrieri incaricati di consegnare stupefacente, mentre gli altri fungevano da staffetta per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine. Il gruppo si dirigeva presso un appartamento di Mercato San Severino per la consegna della droga.
L’inchiesta Phone Turn
Un ultimo capo d’imputazione, invece, viene contestato ad un ragazzo di Castel San Giorgio, che si oppose ad un controllo dei carabinieri, non fermandosi all’alt imposto lungo la strada per un controllo. I quattro – residenti nell’Irno e dell’età compresa tra i 24 e i 26 anni – furono individuati durante l’inchiesta ribattezzata Phone Turn, in ragione del fatto che ogni assuntore ordinava la droga per telefono, spacciandola per dolce. Lo spaccio era gestito da giovani incensurati, che veniva poi trasportata dentro involucri sigillati. I pusher utilizzavano un solo telefono, che veniva poi consegnato da chi finiva il turno al sostituto.
Fonte: Il Mattino