Cronaca

Allarme vaiolo delle scimmie in Europa: decine di casi accertati

Le persone affette dal vaiolo delle scimmie non erano state in Africa

Il virologo Bassetti lancia un nuovo allarme epidemia, a fronte dei nuovi casi registrati di vaiolo delle scimmie in Europa. La malattia che raramente si diffonde da animale a uomo ha fatto registrare alcuni casi di contagio tra uomo a uomo in Europa. Persone che non erano state recentemente in Africa. I recenti casi sono stati registrati in Portogallo, Spagna e Regno Unito.

Allarme vaiolo delle scimmie: i casi in Europa

Secondo una prima ipotesi, il vaiolo delle scimmie si sta diffondendo lentamente fuori dai confini africani, e che si stia evolvendo, passando dagli animali all’uomo. A lanciare l’allarme è Matteo Bassetti, Direttore della Clinica delle Malattie Infettive all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova in un post sul suo profilo Facebook:

“Finita l’emergenza del Covid, ecco un’altra infezione che mai si era vista trasmessa da uomo a uomo nel nostro continente. Si tratta del vaiolo delle scimmieSono già segnalati decine di casi in Europa: 14 in Portogallo, 9 in UK e 7 in Spagna. Tutti i casi sinora diagnosticati sono stati riscontrati tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini, configurando una probabile trasmissione all’interno della comunità. Per molti potrebbe essere una malattia di cui hanno sentito parlare raramente, ma la vicinanza nel nome al vaiolo che mieteva vittime nel secolo scorso sicuramente crea allarmismo. Chiamata vaiolo delle scimmie così perché scoperta per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie da laboratorio, questa rara patologia ciclicamente presente in numerose zone dell’Africa occidentale e centrale può però colpire anche altri animali, di solito roditori, come topi, scoiattoli, ratti e conigli. Il contagio dall’animale all’uomo è piuttosto raro, causato principalmente da contatto con fluidi corporei o croste di esemplari infetti“.

I casi in Spagna e Portogallo

Sono 23 i casi sospetti di vaiolo delle scimmie (monkeypox) analizzati a Madrid: lo si apprende da un comunicato dell’assessorato alla Salute regionale madrileno. Ieri era stato indicato che i casi in fase di studio erano 8. In genere, spiegano le autorità sanitarie spagnole, “la sua trasmissione avviene per via respiratoria”, ma per le caratteristiche dei 23 casi in fase di analisi, il sospetto è che il possibile contagio possa essere avvenuto attraverso il “contatto con le mucose durante rapporti sessuali”.

In Portogallo i casi confermati sono cinque e tutti nella regione di Lisbona (Ovest). “Questi casi, per lo più di giovani tutti di sesso maschile, presentano lesioni ulcerose” ha precisato la Direzione generale per la salute che sta indagando anche su altri 15 casi sospetti. Nessuno dei casi ha collegamenti con viaggi in Africa o contatti con gli altri casi di contagio.

Le autorità spagnole e portoghesi hanno decretato l’allerta sanitaria nazionale, ma hanno assicurato che si tratta di una malattia che nella stragrande maggioranza dei casi guarisce spontaneamente.

I casi nel Regno Unito

Dal 6 maggio in tutto sette casi sono stati identificati nel Regno Unito, di cui quattro di persone che si sono presentate come “omossessuali, bisessuali oppure uomini che hanno rapporti saltuari con altri uomini” secondo l’Agenzia britannica di sicurezza sanitaria (UKHSA). Ad eccezione del primissimo caso – il paziente malato aveva viaggiato di recente in Nigeria – gli altri sono stati tutti contagiati in patria, facendo temere una trasmissione all’interno della stessa comunità, ma si avrà conferma solo al termine degli studi in corso. Tutti e sette i casi sono risultati positivi al ceppo del virus dell’Africa occidentale, ritenuto più lieve rispetto ad altri.

La situazione nel Nord America

Le autorità sanitarie del Massachusetts hanno confermato un caso di vaiolo delle scimmie in un uomo che ha viaggiato recentemente in Canada dopo che i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno riferito che stavano monitorando la possibile diffusione di questa rara ma potenzialmente grave malattia virale.

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