Almanacco

21 anni fa ci lasciava Renato Carosone, uno dei principi della Canzone

Il 20 maggio 2001, a Roma, moriva uno dei "Re" della canzone, non solo napoletana, ma nazionale ed internazionale

21 anni senza Renato Carosone, o meglio, senza la sua presenza fisica, perchè quella artistica è presente più che mai e lo sarà per sempre. Il 20 maggio 2001, a Roma, moriva uno dei “Re” della canzone, non solo napoletana, ma nazionale ed internazionale. Era nato a Napoli, il 3 gennaio 1920, in vico dei Tornieri, non distante da Piazza del Mercato da dove, nel luglio 1647, Masaniello fece partire la “storica” rivoluzione. E fu una vera rivoluzione, musicale, anche quella di Carosone (all’anagrafe Carusone), che mescolava la canzone napoletana con i ritmi africani e con quelli americani, elevandosi al Jazz.

Dal 1935 fino a pochi mesi prima di mancare, è stato uno dei maggiori autori e interpreti della musica leggera. Tu vuò fa’ l’americano, ‘O Saracino, Torero, Caravan Petrol, Maruzzella e Pigliate ‘na pastiglia, sono i titoli di alcuni dei suoi più grandi successi, rimasti indelebili nella memoria, di generazione in generazione. Il suo successo fu intenazionale e sbarcò negli Usa, senza neppure che Renato rinunciasse alla lingua italiana, anzi napoletana.

La sua non fu un’infanzia facile: Carosone perse la madre quando aveva soli 7 anni e il padre diventò la colonna portante della famiglia. E fu proprio il babbo (Antonio, mentre la madre si chiamava Carolina Daino) ad instradare Renato verso la musica.


Renato Carosone 20 maggio


Il 20 maggio si ricorda la scomparsa di Carosone e l’ 11 di questo stesso mese è caduto l’ 87′ l’anniversario del primo contratto artistico firmato da questo nostro maestro: era il 1935 e Carosone entra a far parte del teatrino dell’Opera dei Pupi, per suonare le colonne sonore degli spettacoli.

Si diploma in pianforte nel 1937, partì subito per un’esperienza artristica in Africa, dove per nove anni fu pianista, direttore d’orchestra e militare.

Tornato in Italia (con un bagaglio di sonorità certamente contaminate dai ritmi africani) costituisce il suo famoso complesso, che negli anni cinquanta divenne il mitico sestetto.

Dopo un periodo di ritiro dalle scene, si ripresentò prepotentemente nel ’75 alla Bussola, in Versilia, con ben 19 musicisti ad accompagnarlo. L’Itlaia lo acclama, considerando che quell’evento toscano fu trasmesso alcuni giorni dopo su Rai 1.

La carriera di Carosone riprende così, sempre caratterizzata dalla bravuta artistica, dalla simpatia e da quell’allegria un po’ amara, che caratterizza il carattere dei veri artisti.


Fabio Buffa 

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