Cronaca Salerno, Salerno

Ciro fatto a pezzi e ucciso, i resti irriconoscibili: servirà l’esame del Dna

L’autopsia sul corpo di Ciro Palmieri, il panettiere di Giffoni Valle Piana ucciso dalla moglie e due figli, ha rilevato ben poco. Nessuna precisazione, dunque, rispetto ai fendenti ricevuti durante l’omicidio. Dal cadavere straziato dopo l’omicidio sono state rinvenute solamente le ossa. Motivo per cui si è deciso di prelevare campioni di Dna. Lo riporta l’odierna edizione de Il Mattino. 

Omicidio di Ciro Palmieri a Giffoni Valle Piana: rinviati i funerali

Intanto, sono stati  rinviati anche i funerali del 43enne programmati per oggi. Occorrerà attendere i risultati del Ris. Stando a quanto si apprende i resti di Palmieri restano sotto sequestro  in attesa del riscontro ufficiale che permetterà di liberare la salma e procedere all’organizzazione delle esequie.

Le indagini

Proseguono senza sosta le indagini da parte dei militari che continuano ad ascoltare persone vicine alla famiglia di Palmieri. La speranza è quella che possano fornire elementi utili per ricostruire il contesto in cui è maturato il delitto.


 

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La vittima, Ciro Palmieri

Sequestrato il cellulare di Ciro

carabinieri, nelle scorse ore, hanno sequestrato lo smartphone di Cairo Palmieri. I militari controlleranno le chat e i messaggi che sarebbero presenti nello smartphone per ricostruire gli ultimi giorni di vita di Palmieri e acquisire eventuali particolari riguardanti i rapporti tra Palmieri la moglie ed i figli che erano burrascosi.

Omicidio di Ciro Palmieri a Giffoni, la ricostruzione della vicenda

All’inizio si era pensato ad una fuga volontaria dell’uomo. La donna, infatti, aveva denunciato ai carabinieri di Giffoni Valle Piana la sua scomparsa. Ma le informazioni fornite fin da subito non hanno convinto i militari. Stando al racconto della Milite, Ciro Palmieri avrebbe detto di voler fare una doccia in giardino, ma una volta uscito era sparito nel nulla con una busta di vestiti da lavoro che aveva chiesto alla moglie di preparare. La denuncia è avvenuta lo scorso 30 luglio, appena 24 ore dopo la scomparsa dell’uomo. La donna si era rivolta anche alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto“, condividendo diversi appelli affinché l’uomo tornasse a casa e affinché qualcuno che lo avesse visto lo segnalasse alle forze dell’ordine.

Le immagini delle telecamere e la svolta del caso

Acquisite le immagini di videosorveglianza dell’abitazione, si era da subito notato che nelle ore tra il 29 ed il 30 luglio le immagini erano state già soprascritte. Chiamato un esperto, è stato possibile però recuperare le immagini originali, e là c’è stata la svolta definitiva alle indagini: in queste, infatti, gli inquirenti hanno scoperto prima una lite familiare e poi il successivo sviluppo, con la moglie e i due figli che avrebbero aggredito l’uomo armati di coltelli, il tutto davanti ad un terzo figlio di 11 anni. I tre avrebbero quindi infierito sul corpo, spiegano gli inquirenti, colpendolo anche quando ormai giaceva morto per terra.

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