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Camorra, le famiglie più potenti in provincia di Salerno: la relazione semestrale della Dia

Quali sono le famiglie di camorra più potenti a Salerno? Lo spiega la Direzione Investigativa Antimafia con la relazione semestrale sull’attività della criminalità organizzata in Italia. Il territorio della provincia di Salerno è caratterizzato da una marcata eterogeneità geografica con peculiarità socio-economiche che condizionano anche lo scenario criminale locale.

Camorra, quali sono le famiglie più potenti in provincia di Salerno?

A seguito dei complessi processi evolutivi registrati negli scorsi decenni, gli attuali assetti della criminalità locale vedono la compresenza di organizzazioni camorristiche tradizionali e nuovi gruppi emergenti, dediti principalmente al traffico e allo spaccio di stupefacenti.


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Foto di repertorio

I vuoti di potere creati dalle pressanti operazioni di polizia hanno ingenerato un’accesa conflittualità tra vecchi e nuovi clan sempre interessati al controllo del territorio di competenza Nel periodo considerato, la crisi economica generata dalla perdurante emergenza pandemica ha ulteriormente orientato le organizzazioni camorristiche verso inediti interessi criminali, come evidenziato anche dalla Presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside RUSSO, nella Relazione sull’amministrazione della giustizia presentata il 22 gennaio 2022, in cui si sottolinea come l’emergenza Covid ha “offerto ai sodalizi criminali un’ulteriore occasione per strutturare e dirigere alle infrastrutture Critiche attacchi ad ampio spettro, volti a sfruttare per scopi illeciti la situazione di maggior vulnerabilità cui il Paese e esposto”.


Camorra, le famiglie più potenti in provincia di Salerno: la relazione semestrale della Dia
Camorra, le famiglie più potenti in provincia di Salerno: la relazione semestrale della Dia

La situazione a Salerno e provincia

Anche nel 1º semestre 2022 in provincia di Salerno è stata registrata la presenza di una pluralità di sodalizi, di matrice diversa e ciascuno con un proprio ambito territoriale d’influenza caratterizzato da ampi livelli di autonomia sia con riferimento ai settori criminali di operatività sia riguardo alle alleanze con analoghi gruppi operanti nel territori limitrofi.

La cennata eterogeneità (geografica, storica, culturale, economica e sociale) non rende agevole la tipizzazione e la ricostruzione unitaria dello specifico fenomeno criminale salernitano. Le storiche articolazioni avrebbero sviluppato, accanto agli affari illeciti “tradizionali come gli stupefacenti e le estorsioni, più incisive iniziative di penetrazione del tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale, finalizzate ad infiltrare taluni settori ritenuti nevralgici quali le forniture pubbliche, la gestione dei servizi ovvero la realizzazione di opere pubbliche.

La congiuntura economica negativa innescata dalla pandemia avrebbe inoltre favorito ulteriormente l’impiego di capitali illeciti sia nelle filiere produttive e nei servizi essenziali che non hanno risentito della crisi, sia nei settori maggiormente colpi quali quello della ristorazione alberghiero, e in generale nell’intero comparto turistico. Tale contesto avrebbe pertanto portato le condizioni favorevoli alla tradizionale pratica dell’usura dell’esercizio abusivo del credito.

Il commento del Procuratore di Salerno

Il Procuratore di Salerno Borrelli ha sottolineato come, tra gli altri aspetti che desta maggiore interesse, il principale risiede nella “significativa evoluzione delle modalità di azione delle organizzazioni criminali, particolare operanti nella zona a Sud di Salerno. Vale a dire la sostituzione delle forme tradizionali intimidazione, suscettibili di essere ricondotte alla fattispecie di cui all’art. 416-bis cp, con altre piste sfuggenti, riconducibili alla creazione di condizioni monopolistiche in determinati settori economici imprenditoriali, che prescindono completamente dall’uso della violenza e della minaccia e si avvalgono della capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica”.

La situazione nell’Agro Nocerino, Cilento e Piana del Sele

Nel medesimo documento, inoltre, ai fini dell’analisi dello specifico fenomeno, il Procuratore pone l’accento sulla “particolare autonomia acquisita dalla criminalità organizzata operante nella città di Salerno, tanto da ritenere superata l’individuazione di tre contesti territoriali (agro nocerino-sarnese, Salerno agganciata alla cd. Piana del Sele ed il Cilento) e suddividere il distretto in quattro macroaree e segnatamente la città di Salerno, l’Agro nocerino-sarnese, la Piana del Sele, in cui risultano Comuni di Battipaglia, Eboli e Capaccio, ed il Cilento”.

Con riferimento al capoluogo, le evidenze investigative confermerebbero la sostanziale egemonia del clan D’AGOSTINO soprattutto nella gestione degli stupefacenti. Nel contempo si assisterebbe alla contestuale ascesa di gruppi criminali emergenti pronti a colmare gli spazi di mercato lasciati liberi dal citato sodalizio a seguito delle ripercussioni giudiziaria che lo hanno riguardato.

Le indagini

Nel periodo considerato, recenti indagini avrebbero evidenziato anche il ritorno nel territorio di storici esponenti criminali recentemente scarcerati i quali non avrebbero rinunciato a imporre la propria supremazia sulle nuove leve per ristabilire i vecchi equilibri delinquenziali Il traffico e lo spaccio di stupefacenti, insieme all’usura, alle rapine e alle estorsioni restano le principali attività illecite gestite dal sodalizio egemone in città.

Il porto di Salerno

Un’attenzione particolare merita lo scalo portuale “Manfredi” per la sua strategica rilevanza riguardo allo sviluppo delle rotte commercial nazionali e per la sua forte proiezione anche nel mercato internazionale, in ragione della sua posizione geografica e dell’efficiente rute di collegamento anche con l’entroterra verso le vaste aree del Mezzogiorno In tale ambito, lo scalo Portuale negli anni e divenute una infrastruttura d’interesse per le organizzazioni criminali. Anche come snodo di numerosi traffici illeciti come rifiuti, droga, armi e tabacchi.

La situazione in Costiera Amalfitana

La Costiera Amalfitana immediatamente ad ovest della città di Salerno, non risulta estranea alla criminalità organizzata. In particolare, il significativo volume di affari sviluppato nel settore turistico potrebbe rappresentare un obiettivo di primario interesse anche per l organizzazioni camorristiche provenienti dalle province limitrofe.

Le famiglie di camorra più potenti a Cava de’ Tirreni

A Cava dei Tirreni, Comune a nord-ovest di Salerno, si confermerebbe la presenza del clan BISOGNO dedito prevalentemente alle estorsioni, all’usura e al traffico e spaccio di stupefacenti avvalendosi anche di proprie articolazioni, tra le quali la famiglia ZULLO, A conferma della piena operatività del clan, il 14 giugno 2022 la Sezione Operativa della DIA di Salerno ha dato esecuzione al provvedimento di sequestro di beni”, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno a parziale accoglimento della proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma congiunta del Procuratore di Salerno e del Direttore della DIA, nei confronti di un soggetto, già condannato in via definitiva per 416 bis ep poiché componente dell’associazione camorristica denominata clan BISOGNO Il provvedimento ablativo ha riguardato diverse attività commerciali nei settori alimentare e della distribuzione carburanti, nonché rapporti finanziari e altri beni, per un valore complessivo di oltre un milione di euro.

Le famiglie più potenti nell’agro nocerino – sarnese

L’agro nocerino-sarnese, in ragione della sua collocazione al confine con la provincia di Napoli, avrebbe storicamente favorito l’influenza delle organizzazioni criminali partenopee sui sodalizi autoctoni con cui avrebbero stretto rapporti di collaborazione per accrescere il perseguimento dei comuni interessi criminali. Questa infatti è l’area della provincia salernitana in cui la criminalità organizzata di tipo camorristico avrebbe, tradizionalmente e più incisivamente, attuato il controllo delle attività economiche e commerciali avvalendosi di strategie sempre più evolute per l’infiltrazione dell’economia legale ai fini di riciclaggio.

Nel corso degli anni, l’incisiva azione di contrasto ha determinato una sensibile mutazione degli equilibri criminali nell’area,, favorendo la formazione di app minori son subordinati a sodalizi più strutturati attivi nelle limitrofe province di Napoli v Avellino quali AQUINO ANNUNZIATA di Boscoreale (NA GRAZIANO di (AV). In merito al Comune di Pagan risalirebbe confermata l’attività delle famiglie De VIVO TEZZA CONFESSORE mentre a Sarno risulterebbe il clan SERINO.

La situazione nella Piana del Sele

Non mancano episodi di “corruzione e concussione” a dimostrazione della capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica La Piana del Sele si caratterizza per la significativa presenza di insediamenti produttivi nel settore agricolo e nell’indotto caseario correlato all’allevamento di bufale. Tale contesto si è rivelato, nell’ultimo periodo, particolarmente esposto ai tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.

L’area e storicamente sotto l’influenza del clan PECORARO-RENNA i cui esponenti apicali, attualmente detenuti, manterrebbero il controllo del territorio tramite taluni esponenti di assoluta fiducia. Nel recente passato sarebbero anche state documentate alleanze con i gruppi napoletani CESARANO-MALLARDO, nonché con altri sodalizi della provincia come il clan DE FEO, un tempo contrapposto. Con quest’ultimo, in particolare, esisterebbero accordi per la gestione congiunta del traffico e dello spaccio di stupefacenti nei territori della Piana del Sele.

Il territorio di Capaccio Paestum rimane sotto l’influenza del clan MARANDINO discendente dalla disciolta Nuova Camorra Organizzata, come documentato da recenti riscontri investigativi tra cui il provvedimento di confisca seguito dalla Sezione Operativa DIA di Salerno.

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