Cronaca

Invasione di meduse luminose sulla costa salentina: cosa succede e quanto sono pericolose per l’uomo

Invasione di meduse luminose in Salento, ecco cosa succede. Perché proliferano e quanto sono pericolose per l'uomo

In Salento scatta l’allarme per l’invasione delle meduse luminose, le cui segnalazioni di avvistamenti sono sempre più frequenti da parte dei bagnanti che stanno affollando la costa ionica in queste prime settimane di caldo. Si tratta della “Pelagia noctiluca”, volgarmente chiamata medusa luminosa. La sua folta presenza rende impossibile fare il bagno per i turisti. Alcuni stabilimenti balneari si sono attrezzati con barchette e retini per provare a contenere il fenomeno, ma tutti gli sforzi si sono fin qui rivelati vani.


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Meduse luminose in Salento, cosa succede

Stando a quanto sostengono i biologi marini, la Pelagia noctiluca sta proliferando lungo la costa salentina per diversi motivi. In primis, l’innalzamento della temperatura dell’acqua, che ogni anno tocca valori record, e nel Mediterraneo fa già registrare valori superiori alle medie stagionali. In merito è intervenuto anche il professor Ferdinando Boero – che insegna Zoologia all’università degli studi Federico II di Napoli – e secondo il quale un’altra causa è la diminuzione della popolazione di pesci, a causa della pesca industriale, che lascia spazio al proliferare delle meduse come spiegato a Repubblica.

Cos’è la medusa luminosa e come riconoscerla

La medusa luminosa (Pelagia noctiluca), è una medusa della famiglia Pelagiidae. Ombrello marrone-rosato o rosa-violetta di circa 10 centimetri di diametro, traslucido, composto da 16 lobi da cui partono 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri. Le braccia orali, dello stesso colore dell’ombrello, sono lunghe fino a circa 30 centimetri.


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Perché si illumina

L’epiteto specifico noctiluca deriva dall’iridescenza, di colore verde, di cui è dotata.

Dove si trova e quanto è velenosa

È comune nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico orientale fino al Mare del Nord; è stata citata nelle cronache per la sua abbondanza nei nostri mari in alcuni periodi e per le dolorose irritazioni che provoca se sfiorata. È una specie pelagica, ma nel periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa.

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