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Racconti dalla verde Irpinia, questa settimana tappa a Senerchia

Senerchia
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Racconti dalla verde Irpinia, un viaggio tra i comuni della provincia di Avellino, tra storia, cultura, gastronomia e racconti antichi. Questa settimana tappa a Senerchia.

Racconti dalla verde Irpinia, il nostro viaggio prosegue e questa settimana fa tappa a Senerchia

Il Paese: Senerchia

Superficie territorio: Kmq 35,99
Nome abitanti:Senerchiesi
Fiere e feste: Assunzione (15 Agosto), San Michele (29 settembre)

Il borgo è nominato per la prima volta in un documento del 1160, quando ne era signore un certo Fulco
de Senerchia, subfeudatorio del conte Filippo Balbano. Nel 1239 ne era possessore Riccardo de
Senerchia, seguito nel 1269 dalla figlia Ilaria, la quale lo portò in dote a Giacomo de Bursone. Nella
prima metà del XIV secolo lo ereditò Riccardo de Burson che lo vendette successivamente alla famiglia
Filangieri, che lo tenne fino al 1496. Vi subentrò nello stesso anno il nobile Antonio Carafa, che lo alienò
nel 1507 ad Andrea Gugliemo de Senerchia., a cui successero i discendenti , ultimo Andrea (1621), dal
quale fu ben presto acquistato dal giudice della Gran Corte della Vicaria Ferrante Rovito. Il centro nel
1629 entrò a far parte dei possedimenti del nobile Antonio della Marra, che ne affidò le rendite nel 1639
ad Andrea Sensale da cui passarono nel 1670 alla primogenita Luisa Sensale. Sul finire del XIV secolo, la
Corte Regia concesse il paese al marchese Oliviero Citra, Marco Antonio Ciuffi, che l diede a sua volta
al nipote Marco Antonio II. Nel 1776, venne acquisito dal conte Alessandro Macedonio, che lo trasmise
in eredità nl 1776 al figlio Nicola, ultimo signore sino all’eversione della feudalità (1806).

(spunti storici dal libro di Giampiero Galasso – I Comuni dell’Irpinia 1989)

Da visitare

Il castello

Situato sulla collina san Michele, rifatto in epoca aragonese, sono visibili una torre cilindrica su base a
scarpa, alcuni ambienti interni delimitati da strutture in alzato e lunghi tratti delle cortine murarie
difensive e di terrazzamento in cui si nota un leggero basamento.

Prodotto tipico locale

Nell’antico borgo di Senerchia dal 1989, si festeggia una delle sue più antiche tradizioni culinarie, il
Maiale.

Tipico sapore forte e aromatico, che si allinea perfettamente con uno dei detti più popolari della
Terra di Mezzo “Ro Puorc nu se iett nenti” – (del maiale non si getta nulla).

Quando il maiale viene preparato c’è una ritualità antica che prevede l’unione di tutta la famiglia, ognuno con il proprio ruolo ben definito, si prepara il tavolo e si passa alla spartizione del maiale.

A Sernerchia nel mese di Aprile la Sagra del Maiale, permette di assaporare una serie di ottimi piatti tra cui, la pasta e fagioli con il cotechino, minestra e pizza di mais con cotechino, salsicce e costine alla brace, salsicce e peperoni.

Insomma un delirio dal sapore antico che ancora oggi viene festeggiato come gli antichi avi hanno messo in tavola.

 

Rubrica a cura di Elizabeth Iannone

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