Cronaca

Naufragio al largo della Libia: annegati due bambini libici e un uomo siriano

Un migrante siriano e due bambini libici di età inferiore ai 15 anni sono annegati al largo della Libia

Naufragio questa mattina, martedì 5 luglio 2022, al largo della Libia: sono annegati due bambini libici di età inferiore ai 15 anni e un migrante siriano. A comunicarlo la Mezzaluna Rossa. Altri naufraghi sono stati soccorsi e tratti in salvo.

Naufragio in Libia, annegati due bambini e un uomo

I corpi senza vita di tre migranti, un uomo siriano e due bambini libici di età inferiore ai 15 anni, sono stati recuperati in mare al largo del porto della città libica di Zawiya questa mattina. A comunicarlo la Mezzaluna Rossa. Altri naufraghi sono stati soccorsi e tratti in salvo.

Nave abbandonata in mare per 9 giorni: 22 migranti morti

Tre giorni fa 22 migranti di nazionalità maliana sono stati trovati senza vita a bordo di un barcone salpato dalle coste libiche di Zuara il 22 giugno scorso.

Rimasti in mare per nove giorni, senza alcun aiuto: venerdì scorso la guardia costiera libica ha raggiunto l’imbarcazione e riportato a terra 61 superstiti. Alcuni di loro era in gravi condizioni, soprattutto a causa di disidratazione e ipotermia, e sono stati trasferiti in ospedale. Sono stati proprio i sopravvissuti a riferire che 22 compagni di viaggio, tra i quali tre bambini, non erano riusciti a resistere per nove giorni sotto il sole cocente di giorno e al freddo di notte, con scorte di acqua e cibo molto limitate.

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La portavoce Oim a Ginevra, Safa Msehli, ha commentato: “La continua perdita di vite nel Mediterraneo centrale è un dramma umanitario ma anche politico. Sappiamo che ci sono partenze e che la situazione in Libia è terribile. Chi viene intercettato finisce di nuovo in detenzione e nelle mani dei trafficanti. Però non vengono messe in campo operazioni istituzionali di ricerca e soccorso per evitare che avvengano queste tragedie, le Ong stanno facendo un lavoro enorme per riempire questo vuoto ma sono state lasciate sole. È una vergogna che la priorità non sia salvare vite umane”.

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