Cronaca

Omicidio di Alice Scagni, indagati due poliziotti e un medico

Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato l'uomo semi infermo di mente

Emerge una nuova svolta sull’omicidio di Alice Scagni, ci sarebbero tre nuovi indagati: si tratta di due poliziotti e un medico. Alberto, poche ore prima del femminicidio avvenuto a Genova sotto casa della giovane madre, avrebbe telefonato il padre. Per i genitori la polizia contattata subito dopo non avrebbe accolto la loro richiesta di aiuto.

Omicidio Alice Scagni, indagati in tre

Sono tre le nuove persone indagate per presunte omissioni nell’inchiesta aperta dopo l’omicidio. Si tratta di due poliziotti e un medico del servizio Salute mentale. Si continua ad indagare per omissione d’atti d’ufficio e omessa denuncia.

Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato l’uomo semi infermo di mente. Per la Procura invece Alberto era ed è capace d’intendere e di volere. Il medico, davanti alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio, avrebbe preso tempo. Gli agenti invece nulla avrebbero fatto per fermare Alberto il giorno del delitto.

La telefonata la sera della tragedia

Lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia? Sai dove cazzo sono?“. Si conclude così la telefonata shock di quella tragica serata del primo maggio tra Alberto Scagni, 42 anni, che da mesi manifestava segni di disagio mentale, e suo padre. Quella stessa sera la 34enne, giovane madre, viene accoltellata dal fratello stesso.

La chiamata al 112

Conclusa la chiamata con Alberto, il padre terrorizzato contatta subito il 112 poiché teme per la vita della figlia e del genero Gianluca Calzona. Ma la telefonata alla polizia non finisce come sperato: “Nessun pericolo imminente”, nonostante ci fossero stati segni di offese, insulti e soprattutto minacce.

I genitori non si danno pace

Da quella tragica sera i genitori non si danno pace e avviano una dura lotta con autorità, igiene mentale e magistratura, inviando anche una lettera al procuratore di Genova chiedendo che vengano rese pubbliche le loro richieste di aiuto. La procura ha aperto un’inchiesta per omissione d’atti d’ufficio e di denuncia e nelle settimane scorse ha ascoltato i poliziotti e i sanitari coinvolti.

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