Cronaca

Parte da Piacenza ma muore al fronte in Ucraina: la storia

Parte da Piacenza per andare a combattere al fronte in Ucraina dove però muore: è la drammatica sorte che è toccata a Bohdan Bodak. Nella città italiana aveva la sua casa, un lavoro e la famiglia ma quando ha sentito dell’invasione ha deciso di partire come volontario. Un gesto eroico e di vicinanza alla sua Patria che però non gli ha lasciato scampo.

Parte da Piacenza per andare a combattere in Ucraina, muore nella sua Patria

A Piacenza aveva una casa, un lavoro e anche la sua famiglia ma quando ha sentito dell’invasione russa ha deciso di partire come volontario per difendere la sua Patria ma qui ha trovato la morte. È la storia di Bohdan Bodak, 39 anni, che il 20 gennaio ha perso la vita dopo essere stato colpito da un razzo russo nel Donbass.

La storia

Il quotidiano piacentino Libertà racconta la sua storia: dal 2000, quando era un adolescente, si era trasferito in Italia e precisamente a Piacenza con la madre. Qui aveva trovato lavoro prima nella logistica poi come autotrasportatore e anni più tardi conosce in Emilia Romagna la moglie, sua connazionale, da cui poi avrà due figlie.

Bohdan non aveva mai fatto il militare e fino al 24 febbraio dello scorso anno la sua vita era normalissima, svolta tra il lavoro e la famiglia.

“È come se avesse sentito il richiamo della sua patria in difficoltà – racconta la moglie Natalia – all’inizio non ho accettato questa sua scelta. Adesso spero che la guerra finisca per andare con le nostre figlie a festeggiare la vittoria dell’Ucraina sulla sua tomba, per noi è un eroe.”

Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra, infatti, l’uomo lascia il suo lavoro e parte per combattere in prima linea. A novembre rimase ferito: ricoverato in ospedale, torna a combattere dopo la riabilitazione.

Il 20 gennaio un razzo sparato dall’artiglieria russa lo ha inesorabilmente colpito ed è morto sul colpo. La famiglia è stata informata il giorno seguente e pochi giorni dopo le figlie gli scrivono una lettera chiamando affettuosamente Tato. Insieme alla lettera anche un disegno con il suo ritratto e con la scritta, in cirillico, «Forza papà».

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