Cronaca

Incidente ferroviario Brandizzo, verifica sulle ultime comunicazioni

Nei prossimi giorni saranno interrogati Antonio Massa e Andrea Girardin Gibin, i due indagati per l’incidente ferroviario di Brandizzo. Nell’incidente sul lavoro hanno perso la vita cinque operai, travolti da un treno.

Incidente ferroviario Brandizzo, verifica sulle ultime comunicazioni

Antonio Massa, 46 anni di Grugliasco, è l’addetto di Rfi al cantiere e primo a finire nel registro degli indagati. Dagli uffici della Procura di Ivrea si sottolinea: “E’ un uomo distrutto”, dove in queste ore stanno affluendo faldoni di documenti da analizzare. Si indaga, in particolare, sulle ultime comunicazioni: agli atti ci sono diverse telefonate tra Massa e la dirigente movimento di Chivasso che certificherebbero l’assenza del nulla osta per l’avvio del cantiere sui binari.

Violate le procedure di sicurezza

 “Qualunque cosa gli possa succedere processualmente non sarà mai quello che ha vissuto umanamente”, dice la procuratrice di Ivrea Gabriella Viglione. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l’uomo dal momento dell’incidente è in preda a un dolore che non lo fa più dormire senza farmaci e a un pianto inconsolabile.

Lui stesso, sentito nelle ore immediatamente successive il disastro, mentre ancora si trovava in ospedale a Chivasso, ha ribadito più volte di avere “mandato a morire quei ragazzi”. L’uomo è accusato di non aver rispettato le procedure di sicurezza. “Il cantiere è iniziato senza alcun nulla osta”, sottolinea la procuratrice, confermando gravi violazioni della procedura di sicurezza prevista per i cantieri di manutenzione ferroviaria. Il sospetto è stato confermato dall’incrocio di tutti gli elementi già raccolti dagli investigatori. A partire proprio dalle telefonate intercorse tra Massa e la dirigente movimento della stazione di Chivasso.

La ricostruzione

Stando alle registrazioni, alle 23:30 di mercoledì 30 agosto, la sala operativa avrebbe fornito all’addetto Rfi a Brandizzo delle fasce orarie nel corso delle quali effettuare i lavori, in relazione ai previsti passaggi dei treni, ma nessun via libera ad avviare il cantiere.

Quando a mezzanotte, Massa richiama Chivasso per ottenere il nulla osta, il primo treno di linea è già transitato ed è possibile che sia stato erroneamente scambiato per il secondo che, invece, stava arrivando proprio in quel momento in stazione, a una velocità prossima ai 160 chilometri orari.

Gli operai, a quel punto, si trovavano già sui binari, evidentemente autorizzati dal referente Rfi e dal capocantiere, ma senza alcun via libera dalla centrale. Nella telefonata, prima che la linea cada, si sente sopraggiungere il convoglio. Quando Massa, pochi secondi dopo, riesce a ricontattare la centrale di Chivasso, la tragedia si è già consumata.

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