Cronaca

Alessia Pifferi, l’avvocato: “Non faceva una bella vita, sfruttata sessualmente da chi le stava vicino”

Nel corso della trasmissione “Pomeriggio Cinque” l’avvocato di Alessia Pifferi – accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, a Milano – ha rilasciato alcune dichiarazioni sullo stile di vita della 37enne attualmente detenuta nel carcere di San Vittore.

Alessia Pifferi, le dichiarazioni dell’avvocato a “Pomeriggio Cinque”

La 37enne Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, a Milano. Come riporta TGcom24, nel suo appartamento sono stati ritrovati più di 30 abiti da sera, foto di una serata in limousine e perfino un aragosta nel frigo nel quale, però, non c’era traccia di cibo per bambini.

Come riferisce la legale Alessia Pontenani a “Pomeriggio Cinque” Alessia Pifferi, seppur desiderasse uno stile di vita agiato, non viveva nel lusso. “Alessia non faceva una bella vita, era una donna abbandonata da tutti che veniva sfruttata sessualmente da tutti quelli che aveva vicino. Si è prostituita per 20, 40 euro per racimolare i soldi per quella famosa serata in limousine” dice l’avvocatessa.

Alessia Pifferi non è stata in grado di prendersi cura della sua bambina. Una condizione che secondo la difesa della 37enne deriverebbe dall’incapacità psichica della donna che aveva “partorito nel water a casa del compagno”. “Nel suo caso c’è stata una negazione della gravidanza, nessuno si è mai accorto che fosse incinta”, considera Pontenani.

Alessia Pifferi in isolamento a San Vittore

Intanto la 37enne è detenuta nel carcere di San Vittore, a Milano, in regime di isolamento da circa un anno. “Ha dei seri problemi con le altre detenute che la minacciano e se la trovano in giro la picchiano, quindi non può uscire – fa sapere il legale -. Non è in grado di lavorare e l’unica cosa che poteva fare, e che ha provato a fare, per qualche tempo è stato pulire insieme a una suora la cappella del carcere, ma non è riuscita a fare neanche questo forse un po’ per l’agitazione. Le psicologhe dicono per l’incapacità”, conclude.

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