Cronaca

Omicidio Giulia Cecchettin: il caso del libro per bambini e il “mostro”

C’è un altro aspetto da chiarire nella vicenda dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ovvero quello relativo al libro per bambini ritrovato vicino al corpo della 22enne, nei pressi del lago di Barcis. Un reperto analizzato da Quarto Grado: quella favola illustrata che non risulta essere stata acquistata dalla giovane né in una libreria vicino alla scuola di fumetto che frequentava da poco a Reggio Emilia né nel centro commerciale Nave de Vero di Marghera, teatro dell’ultimo incontro con l’ex poche ora prima dell’uccisione.

Omicidio Giulia Cecchettin: il caso del libro per bambini e il “mostro”

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è quella di un possibile regalo di Filippo Turetta, ma non è chiaro ancora perché il 21enne abbia voluto lasciare accanto al corpo di Giulia il volume “Anche i mostri si lavano i denti” dove il protagonista è un mostro buono alle prese col tema della paura.

Filippo Turetta, interrogatorio fiume durato 9 ore

Non sono trapelate ulteriori informazioni al momento. Turetta sarebbe stato interrogato dalle 11 fino alle 20 di questa sera, venerdì 1 dicembre. Turetta ha dovuto ricostruire passo dopo passo tutto quello è avvenuto quella sera e nei giorni precedenti al delitto (dalle sue parole potrebbero anche venire associate al reato di omicidio delle possibili aggravanti come quella della premeditazione). Nei giorni scorsi si era detta “affranto, dispiaciuto” e pronto a “pagare per le sue responsabilità”.

L’interrogatorio

Pause lunghe, silenzi, lacrime, lo sguardo spento ma anche risposte articolate (quelle che non aveva dato tre giorni fa quando diede spontanee dichiarazioni ma evitando di rispondere alle domande) ad alcune domande, soprattutto a quelle sulla modalità del delitto. Ci sono stati anche pianti. Sono state riscontrate anche incongruenze nel racconto verificate con domande puntuali, di fronte a diversi “non ricordo”. E quel “mi è scattato qualcosa in testa” per spiegare il delitto. Poi la sua verità, il movente dell’omicidio.

L’incontro

Quella sera lei aveva accettato di andare a cena in un centro commerciale a Marghera. Lui insisteva ancora per recuperare il rapporto, lei era decisa sul suo no. La prima aggressione nel parcheggio a Vigonovo mentre tornava a casa. “Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa”, avrebbe ripetuto. Turetta al gip ha sostanzialmente ripetuto la dichiarazione fatta alla polizia al momento dell’arresto.

Le dichiarazioni davanti al Gip

“Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita”, le sue parole. Turetta si è poi detto “affranto, dispiaciuto”. “Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità – le sue parole – . Voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro”.

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