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Chiara Ferragni: la procura di Milano apre un fascicolo sul caso

A quanto pare ancora non è finita per Chiara Ferragni, infatti la procura di Milano apre un fascicolo sul caso del pandoro. Il procuratore Marcello Viola ha infatti assegnato all’aggiunto Eugenio Fusco il fascicolo. Scopriamo i dettagli.

Chiara Ferragni: la procura di Milano apre un fascicolo sul caso

Il procuratore di Milano Marcello Viola ha assegnato all’aggiunto Eugenio Fusco il fascicolo che nasce dall’esposto presentato dal Codacons e da Assourt. Il quale ipotizza il reato di truffa sulla vicenda che vede protagonisti l’influencer Chiara Ferragni e il gruppo Balocco per la vendita di alcuni pandoro. In questo momento il fascicolo è un modello 45, senza ipotesi di reato, né indagati, gli eventuali accertamenti saranno affidati alla Guardia di finanza.

La decisione è stata presa della Procura di Milano, dopo la sanzione dell’Antitrust e dopo la denuncia formalizzata dal Codacons nei confronti dell’influencer con l’ipotesi di “truffa aggravata. L’imprenditrice nei giorni scorsi ha chiesto anche scusa sui social per il caso del pandoro griffato, annunciando che devolverà un 1milione di euro al Regina Margherita. In un reel ha spiegato di essere “convinta che chi è più fortunato” abbia “la responsabilità morale di fare del bene“.

Il caso delle uova di Pasqua

Non è la prima volta che Chiara Ferragni promuove un’attività commerciale. Il Fatto Quotidiano il 19 dicembre ha ricordato che ci sono due operazioni precedenti molto simili a quella di Balocco: sia nel 2021 che nel 2022. L’influencer presentò le sue uova di Pasqua in collaborazione con Dolci Preziosi con la promessa di devolvere i proventi ad onlus dedicate a bambini. Nei due anni, secondo il Fatto, i dolci di Pasqua fruttarono 1 milione e 200mila euro all’imprenditrice. Alle associazioni, invece, andarono solo 36mila euro.

La difesa di Fedez alla moglie

Nelle stesse ore delle scuse social di Chiara, Fedez ha risposto alle parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad Atreju, ricordando come la coppia: “Abbia fatto una raccolta fondi da 4 milioni di euro e costruito una terapia intensiva da 150 posti letto in dieci giorni“. Parole a cui è seguita una nota della Regione Lombardia: “I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez erano 14 e non 150“.

La richiesta del Codacons e di FdI

Intanto, si alzano le voci di chi chiede che alla influencer venga revocato l’Ambrogino d’oro, assegnatole nel 2020 insieme al marito Fedez per l’impegno profuso dai due durante la pandemia, quando lanciarono una raccolta fondi per sostenere la terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Il primo a chiedere la revoca della civica benemerenza è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio comunale, Riccardo Truppo, seguito mercoledì 20 dicembre dal Codacons. “Incorre nella perdita della civica benemerenza l’insignito che se ne renda indegno“, si legge nell’articolo 9, l’ultimo, del regolamento che disciplina gli Ambrogini.

Per Truppo la regola è chiara e il caso Ferragni “integra assolutamente questa fattispecie. Quello che ha fatto è un insulto all’associazionismo milanese e nazionale, di cui tutti noi andiamo fieri“. L’influencer, inoltre “nel tentativo di auto-assolversi, si è definitivamente auto-accusata, quindi non dobbiamo neanche fare ulteriori approfondimenti“, spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia all’Adnkronos.

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