Bebe Vio è una delle atlete paralimpiche italiane più famose e amate del mondo. Ha vinto praticamente tutti i tornei di scherma più importanti a livello europeo e mondiale, nonostante sia la prima schermitrice al mondo a gareggiare con protesi a tutti e quattro gli arti. Scopriamo cosa c’è da sapere sulla campionessa di scherma e sulla storia della sua malattia, passando per alcune curiosità!
Bebe Vio: vita privata e infanzia
La malattia di Bebe Vio
Bebe Vio viene ricoverata improvvisamente in ospedale a causa dell’acutizzarsi della cefalea e della febbre di cui soffre da qualche giorno. I dottori che la prendono in cura, immaginando di avere a che fare con un caso di sepsi da meningite, decidono di ricoverarla nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova. Qui però Bebe arriva quando è già in condizioni gravi.
Nel nosocomio della città euganea i medici si rendono conto di trovarsi davanti a un episodio di meningite da meningococco di gruppo C. In provincia di Treviso nei mesi precedenti esso aveva assunto le dimensioni di una vera e propria epidemia – nonostante ciò Beatrice Vio e i suoi coetanei non erano stati sottoposti alle vaccinazioni contro la meningite eseguite nel 2007 nella zona, in quanto tale campagna era stata destinata unicamente ai bambini di età minore.
La meningite
La forma di meningite contro la quale deve lottare la ragazzina veneta è acuta e rapida. E’ per questo che a pochi giorni di distanza dalla manifestazione dei primi sintomi Beatrice è in bilico tra la vita e la morte. Durante i primi giorni di ricovero in ospedale, Bebe Vio è vittima di una crisi settica per colpa della quale ha alcune emorragie interne.
I dottori, nel tentativo di salvarle la vita, prendono la decisione di amputarle le gambe, da sotto le ginocchia. Oltre alle gambe si rende necessaria l’amputazione di entrambe gli avambracci. Con il passare delle settimane le condizioni della ragazza diventano più stabili, pur permanendo serie: saranno in tutto più di cento i giorni passati in ospedale tra il reparto di terapia intensiva e quello di chirurgia plastica.
La meningite lascia sul fisico di Bebe Vio tracce profonde. Non solo le amputazioni degli arti, ma anche molte cicatrici distribuite sul volto e su numerose altre parti del corpo.
Una seconda vita per Bebe Vio
Una volta dimessa dall’ospedale, la ragazza lascia Padova e torna a Mogliano Veneto, dove ricomincia a frequentare la scuola. Avvia la riabilitazione che le è indispensabile, a Budrio, presso il Centro Protesi dell’Inail.
Dopo essersi ristabilita, decide di non tornare a tirare di scherma ma si dedica per un periodo all’equitazione. Ben presto, però, sente il richiamo della pedana, e con l’aiuto dei tecnici delle protesi, dei suoi insegnanti e della sua famiglia, Bebe Vio ricomincia a usare il fioretto.
Negli anni successivi alla malattia Bebe si sposta su una sedia a rotelle, aspettando che vengano sviluppate e realizzate delle protesi che le consentano di muoversi in maniera più disinvolta e con una maggiore libertà. Nel frattempo i suoi genitori danno vita a un’organizzazione non a scopo di lucro, l’Art4sport, pensata per fornire ai bambini che usano protesi di arto, un supporto per integrarsi nel tessuto sociale tramite l’attività sportiva.
Gli anni 2010
Nei primi mesi del 2010 Beatrice Vio riceve le protesi per tirare di scherma, messe a punto dal Centro Protesi di Budrio in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano. Può, così, fare le prime prove sulla sedia a rotelle. Quell’anno prende parte alla Family Run della maratona di Venezia: nell’occasione, la sua sedia a rotelle viene spinta da Oscar Pistorious, atleta sudafricano paralimpico, simbolo internazionale, ancora non protagonista delle vicende di cronaca nera che lo tormenteranno in seguito.
Successivamente Bebe si allena tra Padova, Bologna e Roma, ricevendo il sostegno di Fabio Giovannini e del polacco Ryszard Zub, due degli allenatori di scherma più famosi al mondo
Più tardi Beatrice diventa la prima atleta di tutto il continente europeo con il braccio armato protesizzato. Desiderosa di prendere parte alle Paralimpiadi di Londra 2012, sceglie di rinunciare all’idea prematura, su consiglio dei suoi allenatori e dei suoi genitori, ma non si arrende. Nella capitale britannica, infatti, è tedofora e porta la fiaccola olimpica in occasione della giornata di inaugurazione della manifestazione, in rappresentanza dei paralimpici del futuro.
I successi sportivi di Bebe Vio
Nel 2012 e nel 2013 la ragazza si aggiudica il primo posto individuale ai campionati italiani di categoria B. Dopo aver conquistato il torneo di Montreal e quello di Lonato, sale per due volte sul podio in Coppa del Mondo. Seconda ai campionati mondiali under 17 disputatisi in Polonia, a Varsavia, nel 2014 vince gli Europei sia nel torneo individuale che in quello a squadre, ripetendo il successo l’anno dopo ai Mondiali in Ungheria.
Sempre nel 2015 Bebe Vio pubblica “Mi hanno regalato un sogno: La scherma, lo spritz e le Paralimpiadi“, libro edito da Rizzoli che contiene le prefazioni scritte dal presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli e da Jovanotti.
Bebe Vio: campionessa paralimpica
Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, proprio nello stesso giorno in cui Alessandro Zanardi all’età di quarantanove anni conquista il suo terzo oro paralimpico, Bebe Vio sale sul gradino più alto del podio nella competizione di fioretto, battendo per 15 a 7 in finale una delle favorite, la cinese Jingjing Zhou.
Arriva al successo dopo avere conquistato tutti e cinque gli incontri del girone A per 5 a 0, impresa di cui nessun’altra schermitrice è stata capace. Nel suo percorso ha battuto anche la polacca Marta Makowska per 15 a 6 nei quarti di finale e la cinese Yao Fang, addirittura per 15 a 1 in semifinale (un risultato ancora più clamoroso se si pensa che l’asiatica era una delle candidate più accreditate per la vittoria finale).
Oltre la scherma
Le sue caratteristiche sono quelle di un carattere sempre positivo, grande determinazione, grinta e anche simpatia. Bebe Vio è diventata così anche un personaggio mediatico, capace di sfruttare la sua immagine per dare visibilità alle cause che sostiene. Oltre alla scherma tiene incontri motivazionali in tutta Italia.
Dopo aver posato per una campagna a sostegno della vaccinazione contro la meningite realizzata dalla fotografa Anne Geddes, a ottobre 2016 Bebe è chiamata a far parte della delegazione italiana che partecipa alla cena di Stato tra il premier italiano Matteo Renzi e Barack Obama, alla Casa Bianca.
Nel febbraio 2017 riceve il Laureus Award 2017, il riconoscimento più importante come miglior atleta con disabilità dell’anno precedente.
5 curiosità su Bebe Vio
- Sul suo profilo Instagram mostra una collezione di “selfie” con alcuni dei personaggi più noti del mondo: Obama, Papa Francesco, Totti, e molti altri ancora. Il suo sogno è di fare un selfie anche con Valentino Rossi e Serena Williams.
- Non ama il fondotinta, e alla Gazzetta ha raccontato: “Sono stata in televisione e mi hanno messo così tanto fondotinta in faccia che non si vedevano più le cicatrici. A me le mie cicatrici piacciono, fanno parte di me. Io il fondotinta lo uso per coprire i brufoli, mica le cicatrici.”
- Nel 2017 ha sporto denuncia contro gli autori di una pagina Facebook che inneggiava alla violenza nei suoi confronti: “Amarezza e delusione: perché mi fanno tristezza le persone che usano internet per insultare”, ha fatto sapere attraverso i social.
- A Rolling Stones ha rivelato che le piacerebbe adottare dei bambini: “So solo che vorrei adottare dei bambini, che ne so, uno nero, uno cinese, uno amputato. Mi piacciono i bambini, so quanto nella vita conti avere una famiglia che funziona bene e vorrei dare loro questa opportunità.”
- Adora i tatuaggi, ma non ne ha mai fatto uno perché sua madre glielo avrebbe vietato.