Nuovi incentivi occupazionali a favore delle aziende e delle donne: ecco sgravi fino a 3mila euro per chi assume donne entro il prossimo anno. Si tratta di un pacchetto di interventi per incoraggiare l’occupazione femminile. Lo prevede una bozza di disegno di legge di iniziativa dei parlamentari della Lega, elaborato assieme al sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Occupazione femminile: sgravi per i datori di lavoro che assumono donne
Il testo, annunciato dallo stesso Durigon in occasione di un convegno CISL, dovrebbe giungere innanzi alle Camere entro il 30 di aprile: “In occasione del primo maggio – ha spiegato Durigon – vogliamo mandare un segnale al mondo del lavoro, per migliorare le condizioni dei lavoratori e aumentare la competitività delle imprese”.
La bozza, in fase di ultimazione, reca anche interventi volti a spronare la produttività di lavoro e in materia di detassazione più forte del salario di produttività. Inoltre, non mancano misure inerenti il welfare aziendale.
Occupazione femminile: sgravi per i datori di lavoro che assumono donne
Poiché il nostro mercato del lavoro si dimostra (ancora) particolarmente arretrato in materia di occupazione femminile, il d.d.l. interviene introducendo un pacchetto di misure volte a favorire le donne lavoratrici che nel nostro paese sono appena il 49,5%, rispetto al 67,7% di lavoratori uomini.
Per spronare i datori di lavoro ad assumere donne nel 2019 e 2020, il decreto introdurrebbe uno sgravio contributivo fino a 3mila euro annui per 36 mesi, da parametrare in base alla tipologia contrattuale e al profiling. Altro sgravio contributivo, sempre fino a 3mila euro annui, verrebbe altresì riconosciuto alle aziende che allestiscono sul luogo di lavoro spazi per asili nido e doposcuola.
Ancora, il testo prevede misure volte a conciliare la vita lavorativa e familiare delle donne: nel triennio 2019-2021, si mira a introdurre di un regime temporaneo di lavoro part time, correlato a specifiche esigenze familiari delle lavoratrici, da coprire con una contribuzione figurativa. I datori di lavoro che optano per l’adozione del suddetto regime agevolato, potranno beneficiare di un’esenzione dei contributi previdenziali e assistenziali per le mensilità di part time concesse.
Il d.d.l. introdurrebbe, a partire da gennaio 2020, anche contribuzioni figurative per i periodi di assenza dal lavoro legati a carichi di cura (ad es. maternità, assistenza a un parente ammalato).
A completare il pacchetto di misure, infine, emerge la proroga di opzione donna per le lavoratrici che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2020, ovvero l’accesso anticipato alla pensione con almeno 35 anni di contributi e 58 anni d’età (59 anni per le lavoratrici autonome).
Incentivare anche la crescita dei salari
Il d.d.l. elaborato dalla Lega si pone come obiettivo anche quello di incentivare la crescita della produttività del lavoro e dei salari. La produttività del lavoro, ovvero il valore aggiunto per ora lavorata, secondo l’ISTAT è aumentato in Italia (tra il 1995 e il 2017), con una media annua dello 0,4%, mentre in Europa e nell’area euro la crescita è, rispettivamente, dell’1,6% e dell’1,3% annui.
La bozza mira dunque a elevare l’importo del premio di produttività detassato, da 3mila a 5mila euro. Verrebbe, invece, ridotta al 5% (dal 10%) l’aliquota dell’imposta sostitutiva che si applica ai premi. Confermato, invece, l’attuale tetto di reddito di 80mila euro per avere l’incentivo.
Diversi interventi, inoltre, riguarderebbero il welfare aziendale: ad esempio, si mira a introdurre un’agevolazione fiscale e contributiva, nel limite di 10mila euro, per le somme corrisposte ai lavoratori affetti da patologie oncologiche.
Inoltre, si introducono tra le prestazioni dei piani di welfare aziendale esentasse anche i rimborsi effettuati ai dipendenti o le spese sostenute dai datori di lavoro per il mantenimento o l’assistenza sanitaria di animali domestici.