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Al Pacino, la vita e la carriera dello spericolato attore italo-americano

Al Pacino, un nome una garanzia del cinema hollywoodiano, oltre ad essere un attore di grande successo è anche regista e produttore cinematografico. Le sue straordinarie interpretazioni accostate al suo carattere spericolato e alle cicatrici del suo passato, l’hanno reso il personaggio fuori dalle righe per eccellenza.
Al Pacino nel corso degli anni ha dato vita a memorabili personaggi rimasti impressi nella storia del cinema moderno e nella cultura popolare.

Al Pacino, lo spericolato attore italo-americano

Alfredo James Pacino, per tutti Al Pacino, è nato il 25 aprile 1940 a East Harlem, un quartiere di Manhattan (New York).

Al è figlio di una famiglia di italo-americani. Il padre, Salvatore Pacino, agente assicurativo e ristoratore, era originario di Messina; mentre la madre, Rose Gerardi, era originaria di Corleone (Palermo).

Passò un’infanzia molto difficile: il padre lo abbandona quando era solo un neonato ed è costretto a cresce, in una disagiata situazione economica, nella casa dei nonni materni a South Bronx.

L’adolescenza difficile

L’adolescenza non è più leggera, inizia a fumare all’età di 9 anni e già a 13 aveva avuto esperienze con l’alcool e la marijuana; tuttavia non provò mai le droghe pesanti, anche perché rimase sconvolto dalla morte per overdose di due suoi amici intimi di 19 e 30 anni.

Soprannominato Sonny ma anche l’attore per via del suo temperamento, sognava di diventare un giocatore di baseball e non era molto attratto dagli studi e dal quel mondo, infatti, dopo una serie di sforzi, decide di abbandonare definitivamente la scuola; aveva 17 anni.

La sua scuola fu la strada, le vie del Bronx. Per aiutare economicamente in casa, lavora come: facchino, lustrascarpe e operaio. All’inizio degli anni ’60 subirà due eventi che lo segneranno per sempre: l’arresto per detenzione illegale di arma da fuoco e la prematura morte della madre.

L’esordio

Al Pacino si appassiona al cinema, unica fonte di distrazione per quei brutti anni e decide di iscriversi a una scuola di recitazione. Recitava in alcune commedie nei seminterrati dei sotterranei teatrali di New York, tentò di entrare alla prestigiosa Actors Studio ma venne respinto.

Dopo varie esperienze tra cui il Greenwich Village, la High School of Performing Arts e l’Herbert Berghof alla fine degli anni ’60 viene finalmente ammesso alla Actors Studios in cui è seguito da uno dei migliori maestri al mondo, Lee Strasberg.

Grazie a Strasberg, che riconosce in lui un notevole talento, riesce a recitare in un episodio della serie tv, N.Y.P.D – Deadly Circle of Violence (1968) dopo questa esperienza svolgerà dei piccoli ruoli nei film:  Me, Natalie (1969) e Panico a Needle Park (1971) di Jerry Schatzberg.


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                              1971

Intanto continua a recitare in piccoli spettacoli al Living Theatre così da potersi mantenere. Nel 1966 e nel 1967 vince un premio per la sua interpretazione in Gli Indiani vogliono il Bronx e subito dopo un Tony Award come miglior attore non protagonista per Does the Tiger Wear a Necktie? (1969).

La svolta cinematografica

Ma è nel 1972 che arriva la vera svolta: Francis Ford Coppola lo nota e lo inserisce nel cas di uno dei suoi maggiori capolavori, Il Padrino.



Le prime nomination all’Oscar

La straordinaria interpretazione di Michael Corleone, figlio del boss mafioso Don Vito Corleone, interpretato da Marlon Brando, gli vale una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, un David di Donatello come miglior attore atraniero e un Golden Globe.

Dopo questo successo internazionale, seguiranno altri noti film: Lo spaventapasseri (1973) di Jerry Schatzberg e Serpico (1973) di Sidney Lumet che gli vale una nomination all’Oscar, un Golden Globe e un David di Donatello.

Nel 1974 dopo il successo precedente gira, sempre con Coppola, Il Padrino – Parte II, aggiudicandosi una nomination all’Oscar, una per i Golden Globes e un Premio BAFTA.

Dopo una svariata serie di film in cui Al Pacino prende parte, quella a definirlo una vera e propria icona e cult del cinema è Scarface (1983) diretto da Brian De Palma.


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“Gli occhi, chico, non mentono mai!”

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Nel 1990 è diretto ancora da Francis Ford Coppola nel terzo capitolo della saga, Il Padrino – Parte III mentre l’anno successivo interpreterà un ruolo completamente differente dai soliti.


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Cambia il genere ma non la stoffa

Nel film Paura d’amare (1991) di Garry Marshall non vestirà i panni del gangster ma quello di un cuoco, Johnny, che si innamora di una cameriera, interpretata da Michelle Pfeiffer, il tutto incorniciato dalle famose note del Chiaro di Luna di Claude Debussy.


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L’Oscar come migliore attore, accompagnato da uno splendente Golden Globe, arriva finalmente nel 1993 con il ruolo del Tenente Colonello Frank Slade in Scent of a Woman – Profumo di Donna (1992) di Martin Brest, rifacimento dell’omonimo film di Dino Risi, interpretato da Vittorio Gassman nel 1974. Nel 1994 vince un Leone d’Oro alla carriera durante il Festival di Venezia.

Nel 1996 è attore e regista del drammatico documentario Riccardo III – Un uomo, un re, un diario-reportage sul lavoro che sta dietro alla realizzazione di un adattamento del Riccardo III di Shakespeare, in cui intervengono Peter Brook, John Gielgud, Vanessa Redgrave e Kenneth Branagh.

Questa prima esperienza come regista gli vale un DGA per la migliore regia; seguono poi altri ruoli in altri film di straordinario successo come: Donnie Brasco (1997) di Mike Newell e L’avvocato del diavolo (1997) di Taylor Hackford.


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Gli ultimi successi

Nel 2003 lo vediamo nella miniserie, Angels in America, prodotta dalla HBO e tratta dall’opera teatrale di Tony Kushner. La miniserie si aggiudica complessivamente (compresi due vinti da lui): 11 Emmy5 Golden Globe e un National Board of ReviewAwards.

Nel 2007 lo vediamo in Ocean’s Thirteen di Steven Soderbergh, accompagnato da un cast fenomenale: Brad Pitt, George Clooney, Matt Damon e altri grandi attori.


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Nel 2008 lo vediamo accanto a Robert De Niro nel film Sfida senza regole diretto da Jon Avnet. Nello stesso anno vince il Premio Marco Aurelio alla carriera al Festival Internazionale del Film di Roma.

Nel 2011 ritorna al cinema, dopo tre anni, recitando nei film The Son of No One, accanto a Channing Tatum. Nello stesso anno dirige e interpreta il film Wilde Salomé, presentato in concorso alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia; per tale film, riceve il Queer Lion.

Degni di nota sono i suoi due ultimi lavori dove lo vediamo per la prima volta collaborare al fianco di due registri di fama internazionale Martin Scorsese e Quentin Tarantino.


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La pellicola di Martin Scorsese è The Irishman (2019), uscita su Netflix, dove sono presenti anche Robert De Niro e Joe Pesci mentre di Quentin Tarantino è C’era una volta a… Hollywood. Per la sua interpretazione di Jimmy Hoffa in The Irishman ottiene la sua nona nomination ai premi Oscar.


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Nel 2020 è stato, invece, uno dei protagonisti della serie televisiva Hunters, prodotta da Amazon e distribuita su Prime Video.

La vita privata

Al Pacino dalla relazione con l’insegnante di recitazione Jan Tarrant, ha avuto la sua prima figlia Julie Marie (1989). Nel 2001 è diventato padre di due gemelli, Olivia Rose e Anton James, avuti dalla relazione con l’attrice Beverly D’Angelo. Dopo la separazione e la lunga lotta legale, i due gemelli furono affidati all’attore.


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Ha avuto altre relazioni con le attrici: Jill Clayburgh, Tuesday Weld, Marthe Keller, Carol Kane, Diane Keaton, Penelope Ann Miller e Madonna.

Dal 2008 al 2018, ha avuto una relazione con l’attrice argentina Lucila Solá mentre di recente è stato legato all’attrice israeliana Meital Dohan.

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