Muhammad Hosni Sayyid Ibrahim Mubārak è stato un politico e generale egiziano, quarto Presidente dell’Egitto, carica che ha ricoperto per quasi trent’anni, a partire dal 14 ottobre 1981 fino all’11 febbraio 2011.
4 maggio 1928: nasce Hosni Mubārak, politico e generale egiziano
Mubārak era nato il 4 maggio 1928 a Kafr el-Musilha, nel governatorato egiziano di al-Manūfiyya. Le sue origini sono quelle di una famiglia dell’alta borghesia, che lo indirizza verso la carriera militare, anche in ossequio al suo carattere forte e risoluto, già percepibile in tenera età. Frequenta dunque l’Accademia militare nazionale e l’Accademia aeronautica e poi, in Unione Sovietica, l’Accademia di Stato maggiore.
Carriera nell’aeronautica militare
All’età di ventidue anni si arruola nell’aeronautica. Ci rimarrà per altri ventidue anni della sua vita, un periodo in cui avrà modo di intraprendere una carriera militare che gli permetterà di arrivare ai vertici delle gerarchie delle forze armate. Diviene, infatti, capo di stato dell’aeronautica nel 1969 e comandante in capo nel 1972.
Durante gli anni della presidenza di Anwar Sadat, invece, ricopre incarichi militari e politici: oltre ad essere il più stretto consigliere dello stesso presidente egiziano, viene nominato viceministro della guerra e, nel 1975, vicepresidente. Il 13 ottobre 1981, una settimana dopo l’uccisione di Sadat, viene eletto presidente dell’Egitto.
Presidenza
Hosni Mubarak è stato il capo di Stato egiziano in carica per più anni, la sua presidenza è iniziata in linea di continuità con il predecessore ma anche con innovazioni diplomatiche e di politica economica interna. In tutti gli anni Ottanta ridusse le ingerenze dello Stato nell’economia pianificata del paese e aumentò la produzione di beni necessari per la popolazione, infatti vennero costruite abitazioni popolari, così come crebbe la produzione di vestiti, arredi e medicine.
Nella riorganizzazione del Governo Mubarak tenne sotto controllo i funzionari e i ministri effettuando licenziamenti per malversazione e imponendo multe ai deputati per le assenze ingiustificate. L’Egitto rimase comunque dipendente dagli aiuti degli Stati Uniti, e negli stessi anni continuarono le pressioni effettuate su Israele per la questione degli accampamenti dei palestinesi. Miglioraronocostantemente le relazioni con l’Unione Sovietica e il presidente nel 1987 vinse il suo secondo mandato per altri 6 anni.
Prima e seconda Guerra del Golfo
L’Egitto condannò l’invasione del Kuwait nel 1990 da parte dell’Iraq e partecipò attivamente nella coalizione alleata nella guerra del Golfo del 1991. Infatti i soldati egiziani furono tra i primi a sbarcare in Kuwait per impegnare le forze armate irachene, godendo per questo di grandi, ma non precisati, vantaggi economici elargitigli dagli USA.
Secondo “Wikipedia”, si parla di un taglio del debito del paese di $500.000 per soldato. In questa sua partecipazione si dice che l’Egitto abbia sofferto pesanti perdite in vite umane, anche se mancano conferme o smentite ufficiali in merito. Secondo Reporter Senza Frontiere i media egiziani sono collocati per libertà d’espressione al 143esimo posto su 167 nazioni considerate.
Malgrado le riforme e la transizione verso un sistema economico orientato al capitalismo, l’economia egiziana stentò comunque a decollare e l’assenza di riforme politiche accrebbe il dissenso. Mubārak cominciò a perdere sostegni già a metà degli anni novanta. La crisi economica dei primi anni novanta fu imponente.
Secondo l’Indice che valuta l’attenzione garantita ai Diritti Umani, l’Egitto occupa il 119esimo posto su 177 nazioni. Nelle presidenziali del 1993 venne comunque rieletto e l’attività diplomatica è rimasta sempre molto attiva, infatti nel 1999 visitò il Libano e fu la prima volta per un presidente egiziano dal 1952. Dopo la rielezione al quarto mandato nel 1999 continuò i suoi sforzi per la pace in Medio Oriente mediando i colloqui tra Ehud Barak e Yasser Arafat alla presenza del presidente statunitense Bill Clinton nel 2001.
Il Presidente Mubārak si era espresso contro la guerra in Iraq del 2003 voluta dagli USA e dalla Gran Bretagna, affermando che la situazione israelo-palestinese avrebbe dovuto essere affrontata per prima, ma ha chiarito che come presidente ritiene utile un ritiro graduale per evitare un peggioramento ulteriore della situazione.
Presidenziali del 2005
Mubārak, cedendo alle pressioni interne ed estere per una democratizzazione interna, richiese al Parlamento un emendamento costituzionale per permettere la partecipazione di più candidati alle elezioni. Fino a quel momento il presidente era eletto dal parlamento e confermato tramite referendum. Il 28 luglio 2005 Mubārak presentò la sua candidatura per le elezioni del 7 settembre seguente.
Le elezioni furono vinte da Mubārak e malgrado la presenza di altri candidati si levarono molte proteste che accusarono i sostenitori di Mubārak di brogli e di poca chiarezza sul voto.
Rivolta a Piazza Taḥrīr e dimissioni
Lo stato d’emergenza in atto nel Paese, decretato nel 1981 a seguito dell’assassinio del Presidente al-Sādāt, è stato oggetto di dure critiche da parte dell’opposizione per l’abnorme estensione dello stesso, che prevede per legge, tra le altre cose, arresti preventivi e controllo diretto dei media.
Dopo l’inizio delle sommosse popolari del 2011, innescate dai recenti sommovimenti capitati in Tunisia, durante le quali Mubārak, al 17esimo giorno di proteste, ha annunciato di voler abdicare solo quando la situazione lo richiederà, il raʾīs viene sottoposto a forti pressioni da parte dei manifestanti e di alcuni governi esteri perché rimetta il proprio mandato.
La rivolta si inasprirà, prolungandosi in giorni di violenti scontri tra esercito e manifestanti, arrivando a costringere alle dimissioni il presidente l’11 febbraio 2011. Piazza Tahrir, al Cairo, luogo simbolo della rivolta, accoglie con manifestazioni di giubilo l’annuncio del vicepresidente ‘Omar Sulayman delle dimissioni da presidente egiziano, dopo trent’anni, di Ḥosnī Mubārak.
Il ritiro a Sharm el-Sheikh e morte
Mubarak a poche ore dalle dimissioni dalla carica di presidente lasciò il Cairo per raggiungere la sua residenza a Sharm el-Sheikh, rifiutandosi di espatriare pur in presenza di offerte di ospitalità provenienti da vari Stati.
Subito si sono susseguite voci su un suo cattivo stato di salute, ipotizzando persino un suo presunto stato comatoso. L’emittente ABC ha tuttavia smentito queste voci, affermando che Mubarak gode invece di “buona salute”.
È morto in un ospedale del Cairo il 25 febbraio 2020 all’età di 91 anni ed il giorno successivo, in seguito a solenni funerali militari, è stato sepolto nella tomba di famiglia all’interno del cimitero cittadino di Heliopolis.