Da app comuni ad armi per praticare lo stalking. Una recente ricerca rivela la pericolosità di questa nuova pratica, molto diffusa negli ultimi tempi: è dimostrato che questi software sono coinvolti in quasi tutti i recenti casi di violenza domestica.
App Stalker: gli esperti lanciano l’avvertimento
Controllare il partner attraverso il suo smartphone è diventato semplice e veloce. Basta infatti scaricare una normalissima app o fare una ricerca su Google ed è possibile sapere tutto quello che si vuole sulla cronologia e sui movimenti del partner. Questo è ciò che affermano gli esperti del Citizen Lab dell’Università di Toronto in un report intitolato “Il predatore nella tua tasca”.
App e stalking: le ricerche sul fenomeno
Una ricerca canadese ha rilevato che il 98% dei colpevoli di violenza nei confronti del/della partner aveva usato la tecnologia per intimidire o minacciare la vittima, il 72% di questi aveva hackerato gli account e-mail e social delle vittime. Percentuali simili sono state registrate anche in Australia e Stati Uniti. Nella totalità dei casi chi ha messo a disposizione la app, che sono in genere pubblicizzate come applicazioni per controllare, ad esempio, i propri figli oppure i propri dipendenti, anche se, in alcuni casi, fanno riferimento a spose infedeli o partner che mentono in maniera esplicita.
Secondo Federprivacy, il fenomeno è in ampia diffusione anche in Italia, dove la Cassazione in alcune sentenze ha citato questa tipologia di app, anche se i produttori utilizzano server esteri, oppure mettono un avviso nei termini di accettazione del servizio in cui chi installa la app si impegna a usarla solo per fini legali.
Cosa fare per difendersi dalle app spia
Per difendersi da queste app, innanzitutto, bisogna installare un’antivirus sul proprio smartphone, scegliendo quello più affidabile e possibilmente a pagamento, poiché spesso quelli gratuiti sono poco aggiornati, o addirittura nascondono software spia. Ma bisogna anche valutare attentamente le conseguenze di tutto ciò che si installa sul proprio dispositivo, quindi avere maggiore consapevolezza dei rischi a cui si va incontro.
Dal punto di vista legale, le autorità preposte alla regolamentazione di tali fenomeni si stanno muovendo e la tendenza è quella di considerare chi gestisce gli store responsabile delle app che vi sono presenti, in modo da agire al principio del fenomeno per contrastarlo efficacemente.