Almanacco

Il 7 luglio del 1940 nasce Ringo Starr, ex batterista, cantante e corista dei leggendari Beatles

Ringo Starr, pseudonimo di Sir Richard Starkey, è un batterista, cantautore, compositore, attore e pittore britannico. Dal 1962 al 1970 è stato il batterista e talvolta cantante principale o corista dei Beatles, per i quali ha anche composto due canzoni (Don’t Pass Me By e Octopus’s Garden). Dopo lo scioglimento del gruppo ha intrapreso una carriera individuale sia come musicista sia come attore cinematografico. È anche un appassionato di pittura: dipinge e sovvenziona molti premi nazionali inglesi di pittura.

7 luglio 1940: nasce Ringo Starr, il beatle triste

Richard Starkey nacque il 7 luglio del 1940 nell’ambiente degradato di Dingle, zona operaia di Liverpool. Aveva tre anni quando i suoi genitori si separarono, e così la madre Elsie si spostò insieme al figlioletto dall’abitazione di Madryn Street – dove Richard era nato – a una casa più piccola e modesta con due sole stanze da letto situata nella non lontana Admiral Grove.


Madryn_Street,_Liverpool,_2012
La casa di nascita di Ringo Starr.

Da piccolo, Ritchie fu perseguitato dalle malattie che danneggiarono la sua formazione scolastica. A sei anni fu operato di appendicite acuta, rimanendo per due mesi in stato di coma, dal quale riemerse dopo altri interventi che lo costrinsero a stare in ospedale per diversi mesi. A tredici anni, in seguito a complicazioni polmonari, il ragazzo fu ricoverato all’Heswall Children’s Hospital nel Wirral in cui restò fino al 1955. Harry Graves, l’uomo che nel 1953 aveva sposato Elsie, contribuì a stimolare l’interesse del futuro Beatle per la musica comprandogli una batteria, strumento che il ragazzo imparò a padroneggiare proprio durante la permanenza nel sanatorio in cui era ricoverato.

Gli inizi e la carriera coi Beatles

Esordì nel 1957 con l’Eddie Clayton Skiffle Group, un gruppo formato da cinque ragazzi che lavoravano nella stessa ditta. Successivamente, nel marzo 1959, si unì al Darktown Skiffle Group e infine fu reclutato dagli Al Caldwell’s Texans, che sarebbero in seguito diventati Rory Storm and the Hurricanes.


Ringo_Starr
Ringo Starr nel 1964.

Fu proprio Rory Storm che lo convinse ad adottare il nome d’arte di Ringo Starr. Gli Hurricanes divennero all’inizio degli anni sessanta il gruppo più popolare di Liverpool, e musicalmente Ringo ebbe modo di incrociare i Beatles in diverse occasioni. Una delle prime ebbe luogo nel 1960 ad Amburgo, dove i due gruppi si alternarono sul palco del Kaiserkeller.

Svolta artistica

La svolta artistica per Ringo Starr avvenne nell’agosto del 1962. I Beatles erano reduci dal provino del 6 giugno a Abbey Road, nel quale il produttore George Martin aveva obiettato sulle qualità del batterista Pete Best. Così per il manager Brian Epstein si rese necessario trovare un sostituto, che venne individuato in Ringo Starr. Il batterista, in quel periodo impegnato con Rory Storm al campo di Pwllheli, venne contattato da John Lennon e Paul McCartney e fu convinto a entrare nei Beatles. Come fu presto chiaro, lo stile e la personalità di Ringo si adattarono in breve tempo al nuovo gruppo e lo resero più coeso. Tuttavia, l’esordio in studio fu deludente: ascoltando la registrazione del 4 settembre 1962, George Martin considerò la prova di Ringo Starr poco soddisfacente e perciò per la sessione in studio della settimana successiva provvide a sostituirlo con il turnista Andy White, che suonò la batteria in Love Me Do e in P.S. I Love You.


Ringo_Starr
Ringo Starr nel 1965.

Ringo si adattò a suonare il tamburello come rinforzo al rullante in Love Me Do, mentre in P.S. I Love You era alle maracas. Nonostante l’iniziale passo falso, Starr si amalgamò sempre più con gli altri tre componenti del gruppo e assieme a loro attraversò tutti gli anni Sessanta, coprotagonista dello straordinario percorso musicale e artistico della formazione. Si legò sentimentalmente a Maureen Cox, una sua perseverante ammiratrice della prima ora, che sposò l’11 febbraio 1965 e da cui ebbe tre figli.

Soprannominato per il suo carattere introverso il «Beatle Triste», nella carriera con i Beatles compose soltanto due canzoni, ma a lui fu riservato in quasi tutti gli album del quartetto di Liverpool lo spazio per un’esibizione come cantante nonostante le sue modeste qualità vocali. Doveva essere un brano melodicamente piuttosto elementare in quanto, secondo l’opinione di Paul, «Lui non aveva una gamma vocale molto ampia, ma era bravo con brio e spirito, se il motivo era semplice e orecchiabile». Si distinse inaspettatamente anche per le doti di attore che gli consentirono, soprattutto nei decenni successivi, di affiancare più volte la propria attività di batterista a quella di attore – seppure in parti secondarie – in svariati film.

L’esordio da solista

Sul fronte discografico, Ringo ha esordito come solista poco prima della separazione dei Beatles con l’album Sentimental Journey (1970), una collezione di rifacimenti di vecchi brani portati al successo tra gli anni Trenta e gli anni cinquanta da vari artisti (fra cui Doris Day, Fred Astaire e Louis Armstrong). L’album fu accolto tiepidamente dai fans e fu sonoramente stroncato dai critici che lo definirono inutile, caramelloso, noiosoRingo si giustificò pubblicamente dichiarando: «L’ho fatto per mia madre».


The_Empress,_High_Park_Street,_Liverpool
The Empress, il pub immortalato nella copertina di Sentimental Journey.

A breve distanza seguì Beaucoups of Blues (1970), un album in tipico stile country and western, che confermava la sua predilezione per uno stile sostenuto e promosso già in alcune sue interpretazioni con i Beatles. Fu registrato a Nashville con i migliori turnisti locali disponibili e ricevette più consensi del precedente ed ebbe un buon riscontro di vendite. Nello stesso periodo Starr, pur mentre il gruppo di Liverpool si avviava allo scioglimento, apparve in molti dischi di suoi colleghi (ad esempio in alcuni di John Lennon e George Harrison). La scalata al successo e alle classifiche di vendita iniziò però solo con i singoli It Don’t Come Easy (1971), presentata anche al Concerto per il Bangladesh organizzato da George Harrison (da cui fu tratto l’album discografico triplo Concert for Bangla Desh) nell’agosto dello stesso anno e con Back Off Boogaloo (1972), entrambe sue composizioni.

L’attività cinematografica lo ha visto apparire nel film western Blindman (1971) ed impersonare Frank Zappa in 200 Motels (1971). Ha poi interpretato That’ll Be the Day con David Essex (1973); ha diretto anche il lungometraggio Born to Boogie (1973), film biografico sulla vita di Marc Bolan.

Successi individuali

Alla fine del 1973 Starr arriva in testa alla classifica americana con l’album Ringo, forte di due primi posti a 45 giri con Photograph (nella Billboard Hot 100) e nel gennaio 1974 con You’re Sixteen e di un buon piazzamento nei Top 10 con Oh My My. L’album rappresenta il suo successo più importante sotto il profilo sia artistico sia commerciale. È stato registrato con la partecipazione, tra gli altri, di John Lennon, Paul McCartney e George Harrison che hanno composto rispettivamente le canzoni I’m the Greatest (nella quale suonarono tutti i Beatles tranne Paul), Six O’ Clock e Sunshine Life for Me. Il prodotto finale piace ai fans e viene lodato dai critici che ne apprezzano la freschezza creativa, le sonorità pop e le canzoncine kitsch.


Ringo_Princes_Trust
Ringo Starr alla Wembley Arena, Londra, 6 giugno 1987.Ringo Starr alla Wembley Arena, Londra, 6 giugno 1987.

Il momento favorevole continua con l’album Goodnight Vienna (1974), che frutta a Starr due altri successi importanti: l’interpretazione di Only You (il “sempreverde” dei Platters) e No No Song. Goodnight Vienna venderà moltissimo anche se non conferma la qualità musicale del precedente. Dal grigiore artistico dell’album emerge la canzone omonima composta da John Lennon, Snookeroo scritta dalla coppia Elton John e Bernie Taupin, No No Song di Hoyt Axton.

Sul fronte cinematografico, invece, Starr ha proseguito la sua attività interpretando Son of Dracula (1974) con Harry Nilsson ed apparendo in un cameo in Lisztomania (1975), ancora al fianco di David Essex. Nel 1975 inaugura una propria etichetta discografica Ring-O-Records, per poi passare però alla statunitense Atlantic Records. Nel 1976 è tra gli ospiti del The Last Waltz (L’ultimo valzer), concerto d’addio del gruppo storico di Bob Dylan, The Band. Dall’evento venne poi ricavato due anni dopo un film con il medesimo titolo, frutto della registrazione integrale del concerto.

Anni Ottanta

Gli anni ottanta per Ringo Starr non sono un momento di grande creatività artistica, ma piuttosto un periodo in cui il batterista gode dell’infinita rendita derivante dai profitti dei Beatles, nonostante le cronache riportino di suoi problemi finanziari. Nel 1980 ha recitato come protagonista nel film Caveman al fianco di Barbara Bach. I due si sono sposati nell’aprile del 1981. Sul fronte discografico, dopo alcuni album mediocri della seconda metà degli anni Settanta, Starr pubblica Stop and Smell the Roses (1981), realizzato con diversi produttori ed inciso in vari studi di registrazione.


Ringo_Starr


È il suo album migliore da anni e gli procura l’ultimo ingresso in classifica con la canzone Wrack My Brain, scritta e prodotta da George Harrison. Dal punto di vista musicale, il decennio degli Ottanta lo ha visto partecipare in più occasioni a dischi altrui e pubblicare un solo album passato pressoché inosservato, Old Wave (1983), fra l’altro neppure distribuito sui mercati inglese e americano. Si annovera anche qualche comparsa in progetti cinematografici e televisivi. Gravi problemi di alcolismo hanno segnato tutto il periodo motivando, in un certo qual senso, la scarsa attività artistica. Fra i pochi brani registrati nel periodo, figura You Know It Makes Sense, un brano contro l’eroina pubblicato sull’album Anti-Heroin Project – It’s A Live In World.

Anni Novanta

Il successivo decennio si è invece mostrato più stimolante, se non altro per la ritrovata voglia di esibirsi dal vivo, come hanno dimostrato All-Starr Band (1990) e Live from Montreux (1993), due album live in cui sono stati ospiti della All-Starr Band membri degli Eagles, dei The Band, Nils Lofgren, Dr. John e tanti altri. Il ritorno in studio si è avuto con Time Takes Time (1992), un buon lavoro prodotto da Don Was con special guest varie (le più sorprendenti sono state quelle dei Jellyfish e dei Posies).


Ringo_Starr


Le luci della ribalta si sono poi riaccese su di lui in occasione del lancio del progetto Anthology dei Beatles tra il 1995 ed il 1996 che, nonostante le critiche controverse, ha consolidato ulteriormente il mito del più famoso gruppo musicale del Novecento. Anche Vertical Man (1998) si è segnalato per il buon repertorio di brani, una ritrovata freschezza interpretativa ed un nutrito gruppo di all-star a supporto, tra cui Scott Weiland, Tom Petty, Alanis Morissette, Paul McCartney e George Harrison. Nell’album Ringo Starr ha fatto i conti col passato incidendo una nuova versione di Love Me Do, unico brano dei Beatles (insieme ad alcuni famosi brani del celebre White album in cui Ringo se ne andò a causa dei litigi e venne sostituito da Paul McCartney, per poi tornare dopo due settimane) in cui – nell’incisione originale – non compariva ufficialmente alla batteria. I Wanna Be Santa Claus, pubblicato nel 1999, è invece una raccolta di standard natalizi, in cui Starr ha riproposto la vecchia incisione dei Beatles Christmas Time Is Here Again ed altri classici. Due le canzoni nuove da lui composte, la title-track e Dear Santa.

Anni Duemila

Il successivo decennio si è invece mostrato più stimolante, se non altro per la ritrovata voglia di esibirsi dal vivo, come hanno dimostrato All-Starr Band (1990) e Live from Montreux (1993), due album live in cui sono stati ospiti della All-Starr Band membri degli Eagles, dei The BandNils Lofgren, Dr. John e tanti altri. Il ritorno in studio si è avuto con Time Takes Time (1992), un buon lavoro prodotto da Don Was con special guest varie (le più sorprendenti sono state quelle dei Jellyfish e dei Posies).


Ringo_Starr


Le luci della ribalta si sono poi riaccese su di lui in occasione del lancio del progetto Anthology dei Beatles tra il 1995 ed il 1996 che, nonostante le critiche controverse, ha consolidato ulteriormente il mito del più famoso gruppo musicale del Novecento. Anche Vertical Man (1998) si è segnalato per il buon repertorio di brani, una ritrovata freschezza interpretativa ed un nutrito gruppo di all-star a supporto, tra cui Scott Weiland, Tom Petty, Alanis Morissette, Paul McCartney e George Harrison. Nell’album Ringo Starr ha fatto i conti col passato incidendo una nuova versione di Love Me Do, unico brano dei Beatles (insieme ad alcuni famosi brani del celebre White album in cui Ringo se ne andò a causa dei litigi e venne sostituito da Paul McCartney, per poi tornare dopo due settimane) in cui – nell’incisione originale – non compariva ufficialmente alla batteria. I Wanna Be Santa Claus, pubblicato nel 1999, è invece una raccolta di standard natalizi, in cui Starr ha riproposto la vecchia incisione dei Beatles Christmas Time Is Here Again ed altri classici. Due le canzoni nuove da lui composte, la title-track e Dear Santa.

Anni Duemiladieci

Il successivo decennio si è invece mostrato più stimolante, se non altro per la ritrovata voglia di esibirsi dal vivo, come hanno dimostrato All-Starr Band (1990) e Live from Montreux (1993), due album live in cui sono stati ospiti della All-Starr Band membri degli Eagles, dei The Band, Nils Lofgren, Dr. John e tanti altri. Il ritorno in studio si è avuto con Time Takes Time (1992), un buon lavoro prodotto da Don Was con special guest varie (le più sorprendenti sono state quelle dei Jellyfish e dei Posies).



Le luci della ribalta si sono poi riaccese su di lui in occasione del lancio del progetto Anthology dei Beatles tra il 1995 ed il 1996 che, nonostante le critiche controverse, ha consolidato ulteriormente il mito del più famoso gruppo musicale del Novecento. Anche Vertical Man (1998) si è segnalato per il buon repertorio di brani, una ritrovata freschezza interpretativa ed un nutrito gruppo di all-star a supporto, tra cui Scott Weiland, Tom Petty, Alanis Morissette, Paul McCartney e George Harrison. Nell’album Ringo Starr ha fatto i conti col passato incidendo una nuova versione di Love Me Do, unico brano dei Beatles (insieme ad alcuni famosi brani del celebre White album in cui Ringo se ne andò a causa dei litigi e venne sostituito da Paul McCartney, per poi tornare dopo due settimane) in cui – nell’incisione originale – non compariva ufficialmente alla batteria. I Wanna Be Santa Claus, pubblicato nel 1999, è invece una raccolta di standard natalizi, in cui Starr ha riproposto la vecchia incisione dei Beatles Christmas Time Is Here Again ed altri classici. Due le canzoni nuove da lui composte, la title-track e Dear Santa.

Vita privata

Nonostante la grande fama e il successo della band, Ringo è riuscito a resistere all’ondata di fan affette dalla beatlemania, e l’11 febbraio del 1965 si è sposato con Mary Cox, la sua fidanzata.


ringo-starr-e-barbara-bach
Ringo Starr e sua moglie Barbara Bach.

I due hanno trascorso molti anni a fianco, e il loro è stato un matrimonio bello e solidale, di quelli che sembravano poter durare davvero per sempre. La coppia, invece, divorzierà nel 1975. Durante il corso della relazione sono anche nati i figli di Ringo Starr: nel 1965 Zak Starkley, nel ’67 Jason e infine nel 1970 Lee Parkin. Nel 1981 la star ha poi sposato la sua attuale moglie Barbara Bach, con cui attualmente vive in Inghilterra.