È morto Robert Mugabe, ex dittatore dello Zimbabwe. Mugabe è nato nel 1924 in una missione dei gesuiti a Kutama, a nord-ovest di Salisbury (l’attuale Harare), in quella che all’epoca era la Rhodesia Meridionale.
Morto Robert Mugabe, ex dittatore dello Zimbabwe
All’età di 10 anni viene abbandonato dal padre, un carpentiere di etnia shona. Riceve dalla madre un’educazione cattolica e, dopo essersi diplomato, lascia il suo paese natio e, grazie a una borsa di studio, va a studiare scienze politiche all’università sudafricana di Fort-Hare. Qui diventa marxista e viene affascinato dalle idee di Gandhi che guida lotta per l’indipendenza dell’India. Nel 1960 Mugabe aderisce al Partito Nazionaldemocratico (NDP), che l’anno successivo viene bandito e diventa lo ZAPU (Zimbabwe African Peoples Union). Nel 1964, in polemica con la linea “morbida” dei vertiti di questo partito, entra nello ZANU (Unione Nazionale Africana di Zimbabwe), attualmente ZANU-PF (ZANU-Fronte Patriottico).
Nello stesso anno viene arrestato e trascorre 10 anni in prigione continuando a studiare e conseguendo la laurea in legge per corrispondenza all’Università di Londra. Lo ZANU viene bandito e l’allora premier Ian Smith, con una dichiarazione di indipendenza unilaterale, dà vita allo stato di Rhodesia con un governo dominato dai bianchi. Nel 1974 Mugabe esce di galera e va in esilio in Mozambico e tre anni dopo prende il contro dello ZANU, ricevendo finanziamenti e armi dall’Asia. Nel 1980, una volta ottenuta l’indipendenza, si svolgono le prime elezioni libere che decretano la vittoria di Mugabe come primo ministro e la nascita dello Stato dello Zimbabwe.
Mugabe al potere: le politiche contro i gay e i bianchi
Nel 1982 Mugabe usa truppe provenienti dalla Corea del Nord per sedare il dissenso dello ZAPU, l’alleato di governo di coalizione. In cinque anni vengono uccisi 20mila civili di etnia Ndebele. Nel 1987 Mugabe cambia tattica e costringe, di fatto, lo ZAPU a fondersi con lo ZANU-PF, dando così vita a un partito unico e alla nascita di uno Stato autoritario.
In quello stesso anno, dopo nuove elezioni, diventa presidente dello Zimbabwe, dal momento che la carica di primo ministro viene abolita. È negli anni ’80 che parte la caccia furiosa contro i gay ma soprattutto contro i bianchi che tornano in Europa o si rifugiano nel Sudafrica dove vige ancora l’apartheid. “Il nostro partito deve continuare a incutere terrore nel cuore dell’uomo bianco, il nostro vero nemico!”, gridava Mugabe che a partire dal 1997 dà il suo assenso all’esproprio delle proprietà terriere della minoranza bianca che ancora resisteva nello Zimbabwe.