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Bambina nigeriana morta a Sondrio, i carabinieri: “Nessun insulto razzista”

Bambina nigeriana morta all’ospedale Sondrio: i carabinieri precisano che non c’è stato alcun caso di insulto razzista. La polemica intanto va avanti.

Nessun insulta razzista alla madre della bambina morta: lo dicono i carabinieri

Nella zona del pronto soccorso dove sostava la giovane mamma nigeriana che ha perso la bambina di 5 mesi lo scorso 14 dicembre non c’è stato nessun commento e nessun insulto razzista perché presenti erano solo lei, il marito, il personale medico, una parente e i carabinieri. Ad assicurarlo all’Adnkronos sono gli stessi militari. Nessuno ha gridato frasi razziste all’indirizzo della donna e la donna non può aver reagito a questi insulti perché non c’e’ stata interazione tra chi aspettava di essere curato e lei. Al comando per ora non è stata neanche presentata alcuna denuncia per episodi di razzismo.

Certo i militari non possono escludere commenti tra i pazienti nella sala d’attesa che permette due accessi: o si va ai reparti o si va alle salette mediche che sono separate e non a vista. Ma dalla sala d’aspetto in quella zona non è giunto assolutamente nessun commento.

Le dichiarazioni del sindaco

”La sola cosa da dire e da fare in questi casi è quello di stringersi attorno alla mamma per quello che ha sofferto lasciando fuori tutto il resto”. Non ha dubbi il sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini nell’atteggiamento da tenere dopo l’episodio. ”Ieri con diversi ex sindaci ci siamo riuniti proprio per confrontarci su questa vicenda – dice all’Adnkronos- siamo di fronte a una tragedia e la nostra comunità è sicuramente vicina a questa mamma. Ma non si può strumentalizzare una vicenda dolorosissima per montare accuse irricevibili rivolte a una comunità che non le merita”.

No dunque a definire Sondrio intollerante o razzista. ”Se ci sono state dichiarazioni o insulti razzisti il conto lo pagherà quella o quelle persone ritenute responsabili. So che le frasi razziste sono state riportate da una persona, ma su quelle io non mi posso pronunciare, lascio la valutazione alle forze dell’ordine”.

Secondo il sindaco alla fine ”se qualche imbecille le ha pronunciate appartengono a lui e non sono e non possono essere certo rappresentative della nostra comunità”. Quello che però secondo il primo cittadino ”non si può accettare e’ che a un’intera città siano attribuiti atteggiamenti che poco c’entrano con la realtà. Accuse a una comunità dove per fortuna i problemi legati alla sicurezza e alla qualità della vità sono limitati”. In casi come questi ”dove c’e’ una morte naturale, ribadisco, ci si deve tutti stringere attorno a una persona che ha subito un fatto che nessun genitore può accettare”.

Insomma alle polemiche c’e un limite. ”Di fronte al razzismo non si deve mai abbassare la guardia -sottolinea- ma non si può neanche alimentare l’odio, un approccio incomprensibile, mentre su fatti come questo sarebbe meglio chiedere rispetto e silenzio e lasciare lavorare le forze dell’ordine e non montare dei casi che alla fine alimentano appunto solo l’odio”.

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