Cronaca

Neonato trovato morto a Grosseto, la mamma temeva di perdere il lavoro

Neonato trovato morto a Grosseto: l’indagine della Procura di Grosseto sul neonato morto a bordo della “Silver Whisper”, nave da crociera di lusso battente bandiera delle Bahamas, dovrà accertare se il decesso è stato provocato volontariamente dalla madre o se invece si è trattato di una negligenza criminale. Per il momento l’ipotesi più plausibile, secondo gli inquirenti, è che la giovane filippina di 28 anni, che aveva partorito il bimbo nel pomeriggio di venerdì scorso, mentre era già imbarcata come addetta alle pulizie con mansioni anche in cucina, abbia fatto morire colpevolmente il suo neonato, nonostante che lo avesse allattato più volte nel giro di un paio di giorni.

Neonato morto a Grosseto, la mamma temeva di perdere il lavoro

Nel decreto di fermo si spiega che il piccolo non avrebbe ricevuto per ore e ore le cure necessarie mentre la mamma sarebbe stata intenta a svolgere i turni di lavoro dopo che non aveva mai rivelato all’equipaggio di essere incinta, per la paura di perdere l’impiego. Quando il neonato doveva restare da solo, sarebbe stato sistemato dentro all’armadietto della cabina per evitare che cadesse da letto, con lo sportello socchiuso per farlo respirare ma anche per attutire i vagiti.

Il sostituto procuratore Giovanni Di Marco ha indagato così Chan Jheansel Pia Salahid, la 28enne nata a Manila, capitale delle Filippine, per il reato di omicidio volontario. Indagate per concorso in omicidio anche le due colleghe di lavoro che condividevano con lei la cabina, una cittadina del Kenya di 25 anni, e una sudafricana di 29. Queste ultime avrebbero aiutato la neo mamma a partorire, probabilmente a far sparire il cordone ombelicale, e sarebbero state complici nel coprire il comportamento della 28enne filippina nei confronti del figlio appena nato.

Le tre le donne nella serata di lunedì 20 maggio sono state arrestate e condotte nella sezione femminile del carcere fiorentino di Sollicciano, dove nei prossimi giorni si svolgerà l’interrogatorio di garanzia con la mediazione di un traduttore di madre lingua inglese, l’unica parlata e capita dalle indagate.

Si dovrà attendere comunque l’autopsia per accertare se la morte sia avvenuta per negligenza o se la donna abbia ucciso il piccolo volontariamente. L’incarico verrà conferito venerdì 24 maggio dal pubblico ministero Di Marco al professor Mario Gabrielli, direttore del dipartimento di medicina legale dell’Università di Siena, e al al dottor Paolo Toti, specialista di anatomia patologica.

L’autopsia verrà eseguita all’obitorio dell’ospedale Misericordia di Grosseto, dove il corpicino del neonato è stato portato fin dalla notte di domenica 19 maggio quando nella cabina della nave è stata fatta la macabra scoperta da carabinieri della compagnia di Orbetello che sono saliti a bordo dopo che era stato dato l’allarme. Da una prima ricognizione cadaverica sul corpo del bambino, condotta dal medico legale, non sarebbero stati riscontrati segni di violenza o soffocamento e questo farebbe ipotizzare che il piccolo sia morto di stenti, lasciato senza latte e cure per ore, ad appena nemmeno 48 ore dalla nascita.


La “Silver Whisper” era salpata da Trieste e fino a domenica scorsa, quando è arrivata nelle acque toscane dell’Argentario, non era stato segnalato alcun tipo di problema, come risulta dagli accertamenti svolti dai carabinieri. Fin dall’inizio della crociera la 28enne filippina ha lavorato sulla nave senza dire di essere incinta e senza farsi neppure scoprire, indossando delle ampie camicie per nascondere la gravidanza. A bordo sembra che tutti fossero all’oscuro, ad eccezione forse delle due giovani che condividevano con lei la cabina di sei metri quadri. Secondo il racconto di più testimoni, la donna fisicamente non sarebbe apparsa incinta.

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