Cronaca

Il caso Yara Gambirasio arriva su Netflix, la docuserie sarà disponibile dal 16 luglio | Massimo Bossetti: “Era da tempo che aspettavo questo momento”

Il caso di Yara Gambirasio arriva su Netflix con la docuserie ‘Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio’ che sarà disponibile dal 16 luglio. Ricordiamo che per la scomparsa della ragazzina, avvenuta a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010, è stato arrestato Massimo Bossetti.

Yara Gambirasio, la docuserie disponibile su Netflix dal 16 luglio

Dal 16 luglio sarà disponibile sulla piattaforma Netflix la docuserie ‘Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio’. Nel processo per la scomparsa e omicidio della giovane è imputato Massimo Bossetti. Il settimanale Oggi ha avuto accesso in anteprima alla serie e ne anticipa i contenuti nel numero in edicola, sollevando ulteriori perplessità sulla solidità delle prove che hanno portato all’ergastolo il muratore.

Attraverso un’analisi dettagliata delle indagini e delle prove, durante le cinque puntate emergono lacune, incongruenze ed errori che mettono in discussione la ricostruzione ufficiale dei fatti. Il cuore della serie è l’intervista esclusiva a Bossetti: a intervistarlo, per due giorni interi è lo scrittore e sceneggiatore Carlo Gabardini: “La sensazione è che volesse raccontare la sua storia dopo averlo sentito fare da altri per anni. Nel momento in cui lo guardi negli occhi è inevitabile che la prima domanda che ti poni è se sei davanti all’assassino di una bambina o a uno che sconta ingiustamente un ergastolo”. E nfatti, la prima cosa che Bossetti dice a favore di camera è: “Era da tanto tempo che aspettavo questo momento. Confermo la mia innocenza e la confermerò fino alla fine“.

L’intervista a Bossetti

Bossetti è visibilmente provato e si commuove parlando della sua famiglia e della condanna all’ergastolo. Inoltre mostra rabbia nel descrivere un episodio in cui gli inquirenti avrebbero tentato di farlo confessare: “Quando ero chiuso in isolamento mi viene a far visita un comandante. Fece portar dentro un foglio bianco, sfila una biro dal taschino e dice: ‘Dobbiamo arrivare a un compromesso. Lei capisce cosa voglio dire? Vuole vedere la sua famiglia o vuole stare qui in questo buco? La smetta, reagisca e metta giù quello che le dico. Io, Bossetti Massimo mi trovavo lì…’. Ho cominciato a capire cosa voleva farmi, presi il foglio e glielo lanciai addosso”, ha rivelato. Durante il processo, Bossetti ha raccontato di non aver mai staccato gli occhi dalla pm Ruggeri: “Non ho mai staccato gli occhi dalla Ruggeri, lei non ha mai incrociato il mio sguardo, sa di avermi distrutto la vita“, dice Bossetti. Ha anche criticato i genitori di Yara: “Quello che mi ha subito stupito è stato non vedere in aula i Gambirasio. Se fosse scomparsa una delle mie figlie non avrei perso un’udienza”.

L’omicidio e la scomparsa di Yara

L’omicidio di Yara Gambirasio è un caso giudiziario che ha visto vittima la tredicenne Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011.

Il caso ha assunto una grande rilevanza mediatica, oltre che per la giovane età della vittima, anche per l’efferatezza del crimine e per diversi avvenimenti verificatisi nel corso delle indagini, come l’arresto e il successivo proscioglimento di un primo sospettato, le circostanze del ritrovamento del corpo e, soprattutto, l’estesa indagine condotta sulla popolazione locale effettuando il test del DNA a 25 700 persone.

Il relativo procedimento giudiziario si è concluso il 12 ottobre 2018 con la condanna definitiva all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello, il cui movente sarebbe stato un’aggressione sessuale.

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