Boss della ‘ndrangheta percepivano il reddito di cittadinanza
Diverse sono state le anomalie emerse dagli accertamenti espletati sui soggetti percettori, gran parte dei quali elementi di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli – Molè di Gioia Tauro. Tra questi figurano non solo soggetti già condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso (di cui 2 anche in atto sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) e figure apicali della ‘ndrangheta del mandamento Tirrenico, ma anche donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza la presenza all’interno del proprio nucleo familiare di soggetti detenuti all’ergastolo in regime di cui all’art. 41 bis O.P., già elementi di spicco della locale consorteria di ‘ndrangheta, gravati da misure cautelari personali ovvero condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Le indagini
Altra comune modalità di falsa attestazione rilevata dagli investigatori ha poi riguardato le difformità emerse nella indicazione della reale residenza e dei componenti del nucleo familiare, atteso che la norma consente che l’elargizione debba essere effettuata tenendo conto anche dell’effettivo “reddito familiare” e non solo del singolo richiedente: dal caso della madre con il figlio, entrambi percettori di reddito di cittadinanza, i quali avevano dolosamente dichiarato di appartenere a due nuclei familiari distinti, benché nei fatti conviventi sotto lo stesso tetto, al giovane che aveva fittiziamente modificato l’indirizzo di residenza presso un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un vero e proprio rudere fatiscente e in stato di abbandono, privo di utenze e servizi.
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