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Election day nell’era del Covid con la mascherina, urne aperte dalle 7. Al voto per il referendum e per 7 consigli regionali

È il giorno del voto. Anzi, i giorni. Cittadini chiamati a scegliere per il referendum e le elezioni regionali ed amministrative 2020. Qui la diretta, gli orari e tutti i risultati a partire dall’inizio dello spoglio dei voti.
Si voterà a partire da oggi, alle ore 7 con l‘apertura dei seggi. Si andrà avanti fino a stasera alle 23 e si riprenderà lunedì mattina alle 7 fino alle 15. Sono quasi 51 milioni gli elettori chiamati a dire sì o no alla nuova composizione del Parlamento per il referendum. Si scelgono anche sette governatori. Occhi puntati sulla Puglia e soprattutto sulla Toscana dove si combatte all’ultimo voto. Il governo guarda con attenzione all’esito nelle regioni in bilico. Nei seggi norme antivirus e precedenza ad anziani e persone fragili. Molti presidenti di seggio hanno dato forfait.

Elezioni: è il giorno del voto per il referendum e sette Regioni

Sono 50 milioni, 983 mila 114 gli elettori chiamati al voto per dire sì o no alla riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari italiani approvata secondo le procedure dell’articolo 138 della Carta.

La modifica riduce l’attuale numero dei parlamentari da 945 a 600: 400 deputati (oggi sono 630) e 200 senatori (al momento sono 315). Restano i senatori a vita di nomina del presidente della Repubblica nel numero massimo di 5, più gli ex capi dello Stato. Prevista anche una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scendono da 12 a 8, i senatori da 6 a 4. Questo tipo di referendum non richiede quorum e quindi vincerà l’opzione che raccoglierà più consensi indipendentemente da quanti si recheranno ai seggi.

Politicamente intorno al referendum si gioca una partita che sta molto a cuore ai Movimento Cinque Stelle che ha imposto questo taglio prima agli alleati leghisti nel governo gialloverde e poi a quelli dem nel governo giallorosso.Il premier Conte ha cercato di tenersi alla larga dalla disputa referendaria. Ma è evidente che l’esito potrebbe avere effetti destabilizzanti sul suo esecutivo. Esecutivo che sarà messo alla prova anche dalle suppletive che si svolgeranno in Sardegna e in Veneto per eleggere due senatori, Nell’isola, per esempio, si confrontano quattro candidati: uno per il centrosinistra alleato con il M5s, uno per il centrodestra unito, uno centrista che raccoglie renziani, Più Europa e Italia in Comune, e uno socialista. Il risultato sarà una verifica per gli equilibri regionali e insieme a quello veneto, una verifica dei traballanti numeri della maggioranza al Senato.

Il voto regionale

Ma il test politico più pregnante è quello del voto regionale. Dato per scontato che Vincenzo De Luca è ampiamente favorito in Campania, Giovanni Toti in Liguria e Luca Zaia in Veneto, il centrodestra potrebbe strappare al centrosinistra le Marche. Restano in ballo la Puglia dove si confrontano Emiliano e Fitto e la Toscana. Lo scontro fra Giani e Ceccardi diventa così l’ago della bilancia da cui passano vittoria e sconfitta. Un risultato dalla valenza politica fortissima con Giorgia Meloni, in caso di vittoria in Toscana, a chiedere a Mattarella il voto anticipato. Storia a sé fa la Val d’Aosta per la specificità del suo sistema elettorale. Da seguire anche gli scontri nei 18 capoluoghi di provincia dove si eleggono sindaci e si rinnovavano i consigli comunali.

La “fuga” degli scrutatori

Dunque si parte stamattina alle 7 con l’apertura dei seggi. Si andrà avanti fino a stasera alle 23 e si riprenderà lunedì mattina alle 7 fino alle 15. I seggi sono stati aperti con una certa regolarità. Anche se si segnalano consistenti defezioni fra i presidenti di seggio a Roma, Milano, Napoli, Bari. A Torino metà dei designati non si è presentata. Si corre ai ripari sostituendo presidenti e scrutatori con uomini della Protezione civile, dipendenti comunali e studenti universitari che hanno dato la disponibilità a coprire i vuoti che si sono creati.

C’è attesa per verificare l’affluenza ai seggi che potrebbe essere condizionata dall’emergenza pandemia. Il ministero dell’Interno ha diramato rigide procedure anti contagio per evitare code e assembramenti. Davanti alle urne gli anziani e i soggetti fragili avranno assicurata la precedenza, mentre sono stati creati seggi negli ospedali dove sono ricoverati i malati di Covid. Pe il resto sono previsti uso di mascherine, disinfezioni delle mani all’entrata e all’uscita, pulizia della matita, la deposizione diretta della scheda nell’urna da parte degli elettori, il rigido rispetto delle distanze. Pronte all’occorrenza squadre di pulizia straordinarie e gruppi delle Protezione civile davanti ai seggi per il rispetto delle norme antivirus.

Il voto domiciliare

È previsto anche un servizio di voto a domicilio per chi è in quarantena. Ma dei circa 40 mila italiani che in questo momento sono chiusi in casa per smaltire i 14 giorni di clausura hanno fatto richiesta di voto a domicilio in 1820. E fra di loro spicca il nome di Silvio Berlusconi che voterà nella sua villa di Arcore.

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