Cronaca

Jonathan Galindo e la miriade di profili fake: “Sono io quello vero”

Parla ila creatore di Jonathan Galindo. Mentre si indaga sul suicidio dell’11enne di Napoli, cresce l’attenzione attorno al personaggio social del Pippo umano “Jonathan Galindo”. E c’è chi si permette di fare quello che presumiamo sia un terribile scherzo a riguardo.

Chi è il creatore di Jonathan Galindo

Una barba scura, i denti grandi e gialli, uno sorriso inquietante. Da giorni i media parlano del fenomeno web di “Jonathan Galindo”, un nome associato all’inquietante maschera del “pippo umano” che secondo alcune ipotesi verrebbe usato per adescare bambini e adolescenti online e indurli a atti di autolesionismo. Se il messaggio lasciato dall’11enne di Napoli prima di suicidarsi il 29 settembre si riferisse a questo personaggio saranno gli inquirenti a stabilirlo, ma attorno a questo fenomeno web l’attenzione e la paura è sempre più alta.

“Mamma e papà, vi amo. Ora devo seguire l’uomo col cappuccio nero. Non ho più tempo. Perdonatemi”, ha scritto il piccolo prima di buttarsi, a notte fonda, dal balcone di casa sua. La Procura di Napoli ha quindi avviato un’indagine coordinata con la polizia postale per vagliare l’ipotesi che il piccolo sia stato in qualche modo istigato online a commettere il suicidio.

Il profilo dal nome “Jonathan Galindo” associato al “pippo umano” sembra nascere nel 2017, ma i profili fake che oggi usano questo nome sono tantissimi. E uno di questi ha contattato proprio noi de Le Iene tramite la nostra pagina Facebook dopo la pubblicazione del primo articolo sulla vicenda. “Ciao, sono il vero Jonathan. Sono quello dietro la morte del bambino”. Probabilmente è solo il terribile scherzo di qualcuno in cerca di attenzione, ma abbiamo comunque segnalato l’utente alla polizia postale. L’utente, come potete vedere nello screen qui sotto, nel momento in cui ci ha contattato aveva come user name “Jonathan Ganildo” (con il secondo nome scritto sbagliato). Ma dopo che gli abbiamo detto di dimostrare quello che stava sostenendo è sparito e ha cambiato sia immagine profilo che nome.

Jonathan Galindo e il suicidio di Napolo

Che l’immagine del “pippo umano” sia realmente legata al suicidio del piccolo napoletano o meno, un’encomiabile iniziativa è già partita dagli studenti napoletani per avvisare tramite messaggi e telefonate e mettere in guardia i giovani contro chi sui social si presenta con il nome di “Jonathan Galindo”. “Poche ore dopo aver appreso la tragica notizia”, hanno spiegato i ragazzi a Il Mattino, “siamo andati a ficcare il naso nei profili, e sono tanti, di questo fantomatico Pippo. Che cosa abbiamo trovato? Una quantità di ragazzini tra i suoi follower. La prima idea che ci è venuta in mente è stata quella di avvisarli subito: dovevano smettere di seguirlo prima che potesse essere troppo tardi. Poi sono partite le segnalazioni ai manager dei singoli social: al momento siamo riusciti a far cancellare dal web almeno una decina di falsi profili. Ora è molto probabile che chi si nasconde dietro questa finta identità non c’entri nulla con il caso del bambino napoletano, ma potrebbe invece aver già condizionato altri ragazzini come lui”.


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Intanto, è iniziata ieri l’apertura di tablet, cellulare e playstation del bambino di Napoli, i cui contenuti entrano nel fascicolo d’indagine. Si cerca qualcosa che possa aver scatenato il comportamento del piccolo. L’ipotesi al vaglio della procura è istigazione al suicidio. Sono stati sentiti gli amici dell’11enne, che hanno confermato la sua passione per la playstation, alla quale si gioca anche in maniera interattiva, con altri utenti.

Ma chi è stato il creatore della maschera del “pippo umano” che è stata solo in un secondo momento presa per creare il personaggio di Jonathan? Il 3 luglio scorso interviene sul tema un filmmaker e fabbricante di maschere che su Twitter si chiama “Dusky Sam” dicendo: “Ciao a tutti. Questa follia di Jonathan Galindo sembra stia terrorizzando tantissimi ragazzi facilmente impressionabili. Le foto e i video sono miei, del 2012-2013. Erano per il mio bizzarro piacere personale, non per qualche cacciatore di brivido dei giorni nostri che cerca di spaventare e bullizzare la gente. Se ricevete un messaggio da qualcuno che vuole iniziare qualche gioco, non interagiteci”.

Una foto della maschera del “pippo umano”, come potete vedere qui sotto, viene postata nel 2012 su Facebook dal profilo di James Fazzaro, che lavorerebbe nel mondo del videomaking, con la scritta “Copyright 2011”. E sembra che solo anni dopo sia stata presa da qualche utente per essere associata al nome “Jonathan Galindo”.

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