Coronavirus, l’Oms è preoccupata per la gestione della pandemia in Europa e lancia un avvertimento a tutti i Paesi: “Rischio terza ondata. Nei Paesi asiatici hanno gestito meglio il tracciamento dei casi, per noi invece è stata un’occasione perduta”.
Coronavirus, “Rischio terza ondata all’inizio del prossimo anno”
Secondo David Nabarro, inviato speciale dell’Oms, non ci sono alternative: o i Paesi attiveranno subito misure adeguate oppure «avremo una terza ondata all’inizio del prossimo anno».
Di allentamento delle restrizioni neanche a parlarne. Per poterser parlare di allentamento delle restrizioni «bisogna attendere fino a quando i numeri non saranno bassi e si manterranno bassi». Nella gestione dell’epidemia, in realtà, la differenza la fa il senso di responsabilità dei cittadini. E in questo, secondo l’inviato dell’Oms, i Paesi asiatici sono di esempio. «Le persone sono pienamente coinvolte, assumono comportamenti che rendono difficile la circolazione del virus. Mantengono le distanze, indossano mascherine, si isolano quando sono malate, proteggono i gruppi più a rischio».
“I Paesi asiatici hanno gestito meglio il tracciamento dei casi”
L’Europa, che conta 16 milioni di contagi e 360 mila morti, sembra non riuscire a controllare l’epidemia. «Nei Paesi asiatici hanno gestito meglio il tracciamento dei casi, per noi invece è stata un’occasione perduta – ammette Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore di igiene dell’Università degli Studi di Milano – Con il dpcm attuale, se si insiste con le misure restrittive, forse si può ritornare ad una situazione che permette di riprendere in mano la tracciabilità dei casi. Oggi, saremmo anche facilitati dai test rapidi che sono a disposizione. Certo, lo stop and go in previsione del Natale rappresenta un potenziale pericolo. Dovrà essere gestito al meglio, con grande responsabilità da parte di tutti. Altrimenti avremo una recrudescenza dei casi e una ripresa della terza ondata».
Fonte: Il Mattino