Inchiesta

Cosa è successo nel mondo nel 2020? Ecco i fatti più importanti

Cosa è successo nel 2020? Quali sono i fatti più importanti avvenuti nel mondo? Ecco i principali fatti del 2020.  Un anno partito con le immagini dei terribili incendi in Australia e che resterà nella storia soprattutto per la pandemia da Covid-19 (coronavirus) in tutto il mondo.

I fatti del 2020: cosa è successo?

Gennaio

  • Gli incendi in Australia del 2019-2020, che hanno già ucciso 500 milioni di animali, iniziano ad essere gestiti dalla Royal Australian Navy e dalla Royal Australian Air Force nel Nuovo Galles del Sud per aiutare nell’evacuazione di massa.
  • 1º gennaio: la Croazia assume la presidenza di turno dell’Unione Europea per la prima volta.
  • 5 gennaio: l’ex primo ministro Zoran Milanović vince le elezioni presidenziali in Croazia del 2019-2020.
  • 8 gennaio: l’Iran lancia missili contro basi militari statunitensi in Iraq in rappresaglia all’uccisione di Qasem Soleimani avvenuta il 3 gennaio all’aeroporto internazionale di Baghdad: due basi militari statunitensi situate in Iraq vengono danneggiate, viene anche abbattuto per errore l’Ukraine International Airlines 752 uccidendo 176 persone.
  • 11 gennaio: elezioni generali a Taiwan.
  • 23 gennaio: il governo cinese, a causa di un’epidemia di un nuovo ceppo di coronavirus, mette in quarantena la metropoli di Wuhan, e successivamente espande il provvedimento a quasi tutta la provincia di Hubei. Si tratta della più grande quarantena mai disposta nella storia umana per estensione e numero di persone coinvolte.
  • 24 gennaio: in Turchia nella provincia di Elâzığ ha luogo un terremoto di magnitudo 6.7, che uccide 41 persone e ne ferisce 1.607.
  • 26 gennaio: elezioni parlamentari in Perù.
  • 26 gennaio: gli Stati Uniti vengono scossi dalla morte improvvisa del giocatore di pallacanestro Kobe Bryant e di sua figlia, precipitati durante un viaggio in elicottero.
  • 30 gennaio: l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara l’epidemia del nuovo coronavirusemergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale“.
  • 31 gennaio: alle ore 24:00 CET (ore 23:00 GMT) il Regno Unito cessa ufficialmente di essere uno Stato membro dell’Unione europea, iniziando così un periodo di transizione lungo 11 mesi.

Febbraio

Il mese di febbraio si apre con la data palindroma 02-02-2020. A febbraio esplode l’epidemia da Codiv-19 scoppiata in Cina e ormai diffusasi in buona parte del globo, che minaccia di lasciare dietro di sé confini chiusi dappertutto, soprattutto agli italiani in questo momento considerati gli untori del mondo, migliaia di vittime e una catastrofe economica mondiale tanto che il Coronavirus riscrive l’agenda del G20 economico in Arabia Saudita.

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L’Impeachment di Trump finisce in un nulla di fatto nonostante lo scottante libro di Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale nominato dal presidente e poi licenziato, che non è stato ascoltato in sede di procedimento per decisione della senatrice repubblicana Lisa Murgowski, oppostasi alla richiesta democratica di sentire nuovi testimoni.

Catastrofe umanitaria in Siria

Dopo 9 anni di guerra, l’esercito siriano si è ripreso pezzo pezzo i territori espugnati dai ribelli. Assad riconquista Saraqeb e si avvicina all’ultima roccaforte di Idlib, occupata dai ribelli sostenuti dalla Turchia che ha mandato rinforzi per costringere le truppe di Damasco a ritirarsi ma ha subito un attacco rovinoso per cui la NATO ha espresso la sua solidarietà. Erdogan ha inoltre dichiarato di non bloccare più il transito dei migranti verso l’Europa per cui si prevedono nuovi flussi migratori di profughi siriani attraverso la Grecia che già li sta respingendo con violenza. L’ONU stima che siano 900 gli sfollati e che ci si trovi di fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria. L’analisi di ISPI: Siria, la morsa su Idlib, tra Russia e Turchia.

L’italia e l’Egitto: le sparizioni di Giulio Regeni e Patrick Zaky restano impunite

Mentre la pratica incontrollata delle sparizioni egiziane, come quella di Giulio Regeni, resta ancora impunita, un altro giovane ricercatore, Patrick Zaky, è stato arrestato in Egitto appena atterrato da Bologna ma il governo Italiano, piuttosto che fare la voce grossa, fa nuovi accordi con Al Sisi.

Il caldo record: 20, 7 gradi in Antartide

Il clima di questo febbraio è caldo anche nel vero senso della parola, si sono raggiunte temperature record fino in Antartide dove si è distaccato un iceberg grande quanto Malta. Il cambiamento climatico sarà reversibile?

Una Brexit irreversibile

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La Brexit ormai è in vigore e non si è trovato un accordo al vertice dei leader europei sul bilancio 2021-2027 che devono far fronte all’ammanco di 75 miliardi di euro di contributi, che prima venivano versati dal Regno Unito.

  • 5 febbraio: il presidente statunitense Donald Trump viene assolto dal Senato dall’impeachment a suo carico.
  • 27 febbraio: il Dow Jones precipita di 1 190,95 punti, pari a una perdita del 4,4% registrando il suo più grande tracollo in un solo giorno nella storia. Ciò segue diversi giorni di crisi segnando la peggior settimana per l’indice dalla crisi del 2008. Tutto ciò è innescato dal timore dei mercati nei confronti dell’epidemia di COVID-19.
  • 29 febbraio: viene firmata una storica tregua tra truppe americane, truppe afghane e talebani.

Marzo

A Marzo esplode il Covid-19 in tutto il mondo e viene dichiarata la pandemia con la scelta del lockdown in diversi Paesi del mondo (tra cui l’Italia).

Negli Stati Uniti all’inizio di marzo non si sentiva parlare d’altro che di propaganda per le elezioni presidenziali del prossimo ottobre, con il testa a testa tra Sanders e Biden che si contendono le primarie Dem e con mosse eclatanti di Trump, tra cui la firma del tanto sospirato trattato di pace con i talebani, finito poi in un nulla di fatto. L’atteggiamento del Presidente nei confronti del Coronavirus era negazionista, troppo sconveniente una pandemia in piena campagna elettorale. Si è dovuto ricredere però e ordinare il lockdown del paese, che ora è tristemente primo nel mondo per numero di contagi, mentre la Cina ha finalmente raggiunto quota zero e si concentra sul controllo delle frontiere per evitare che riprenda l’epidemia.

Forse inconsciamente Johnson non voleva rinunciare a godersi il momento di gloria del il via alla Brexit e, all’arrivo del Coronavirus anche nel Regno Unito, ha seguito il suo alleato americano nel negare il problema, successivamente affrontato con la strategia dell’immunità di gregge, con le parole “preparatevi a veder morire i vostri cari” e finito con la scoperta di essere positivo al tampone e con il lock-down anche in UK.

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Si parla ovunque della pandemia come di una guerra. Prima ancora di poter fronteggiare la gravissima crisi economica che travolgerà l’intero pianeta, si deve pensare a sfamare le persone, i più vulnerabili come senzatetto e immigrati irregolari ma anche tutti i cittadini che non stanno percependo uno stipendio e si trovano sul lastrico. Ogni paese sta stanziando cifre paraboliche per sostenere le popolazioni ed evitare che esplodano vere e proprie bombe sociali.

Rispetto alla crudeltà tra esseri umani che caratterizzava la prima parte del mese, si scatena una gara di solidarietà per cui tutti corrono in soccorso di tutti. VIP, Cinesi, russi, cubani, tedeschi, coreani, americani, italiani, albanesi, tutti si tendono finalmente una mano dicendo “siamo tutti nella stessa barca”. Tutto il mondo è in recessione. Il Parlamento europeo ha ufficialmente sospeso le regole del Patto di Stabilità e si discute senza successo sull’introduzione del Coronabond, La BCE ha stanziato 1.800 miliardi di euro per famiglie e aziende, in tutto il mondo si cercano soluzioni, quanto meno tamponamenti a quella che minaccia di essere la più grande crisi dopo la II Guerra Mondiale.

Improvvisamente la scienza diventa protagonista, c’è da augurarsi un nuovo illuminismo. Da che venivano denigrati dai negazionisti del Climate Change, scienza e scienziati ora sono l’unico faro in questa notte lunghissima. I siti dell’OMS e dei vari istituti di sanità dei vari paesi sono i più cliccati, si dà retta solo ad epidemiologi e virologi per capire cosa sia il Covid-19. Si sperimentano farmaci, si lavora incessantemente alla ricerca del vaccino che salvi l’umanità da questa piaga. Da parte sua anche Papa Francesco interviene ad integrare gli sforzi con una benedizione urbi et orbi e l’indulgenza plenaria globale in una Piazza San Pietro deserta in modo surreale. Tutti ci auguriamo che la pandemia finisca il prima possibile ma una cosa è certa: niente sarà più come prima.

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  • 2 marzo:
    • elezioni parlamentari in Guyana;
    • elezioni parlamentari in Israele.
  • 11 marzo: l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dichiara che l’epidemia di COVID-19 è una pandemia.
  • 27 marzo: la Macedonia del Nord entra nella NATO, diventandone il 30° membro.

Aprile

  • 15 aprile: elezioni parlamentari in Corea del Sud.
  • 30 aprile: la Bulgaria fa domanda per entrare nel meccanismo di cambio AEC II, gettando le basi per l’entrata nell’euro.

Maggio

Il mese si apre con il giallo di Kim Jong-Un che alcune voci davano per morto ma che è miracolosamente riapparso nel giro di una settimana, con tanto di sparatorie al confine con la Corea del Sud. Ma maggio da sempre inizia con la festa del lavoro e in questo 2020 di Covid c’è poco da festeggiare, anzi, non c’è proprio più il lavoro. Settori come trasporti, turismo, spettacolo, imprese, sono tutti in gravissime difficoltà. Ci sono stati 26 milioni di licenziamenti solo negli USA e 1,6 miliardi di persone nel mondo sono “a rischio immediato” per le disastrose conseguenze economiche della pandemia, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro.

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Un mese tumultuoso, comincia a scappar fuori il fumo dalla pentola a pressione, nonostante i tentativi dei governi di scongiurare che la bomba sociale esploda, attraverso riaperture giudicate pericolose e premature dagli scienziati dell’OMS, dopo la ripresa dei contagi in Cina, Corea del sud e Germania. Alla fine del mese si contano quasi 6 milioni di casi confermati nel mondo e 362 mila morti.

Anche se la pandemia ancora infuria soprattutto in USA, Russia e Brasile. Riaprono fabbriche, uffici, ristoranti, scuole, musei, luoghi di culto, parchi. Dallo “state a casa” si passa allo “state in allerta” e si comincia a toccare con mano il vero e proprio cambio antropologico portato dal Covid-19. Finché non vi sarà la certezza di aver debellato il virus con un vaccino e con l’aiuto di app e test sierologici, i rapporti tra le persone devono essere schermati da guanti e mascherine, ci si porge il gomito o il piede, non la mano, niente abbracci, ci si guarda con sospetto.

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Con la constatazione che il lockdown del mondo abbia permesso alla natura di riprendersi i suoi spazi e all’aria di pulirsi, si aprono maggiori spiragli per lo studio e il lancio di Green Deals, di accordi e stanziamenti di fondi che aiutino la conversione dell’economia tradizionale in una economia sostenibile, anche se contemporaneamente il nuovo inquinamento è costituito da guanti e mascherine dispersi nell’ambiente.

La pandemia rischia di far dimenticare che la crisi climatica è urgentissima da risolvere. Si stima che per via del clima potrebbero esserci ancora più morti di quelle causate dal virus: per nuove guerre, per carestie, scarsità di acqua potabile, migrazioni dovute alla desertificazione. Secondo la rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, fino a 3,5 miliardi di persone, un terzo della popolazione mondiale, potrebbero trovarsi in zone di caldo invivibile entro il 2070. In una situazione globale come questa, sembrerebbe scontato dire “l’unione fa la forza, aiutiamoci, uniti ce la faremo”. Troppo logico pensare che problemi che affliggono tutto il mondo debbano essere risolti con una risposta unanime, compatta, di tutti gli abitanti della terra. E invece non è così. Le stesse informazioni sul virus sono contraddittorie, le strategie per combatterlo sono diverse e a volte divergenti. C’è addirittura chi ne nega l’esistenza.

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Ciò nonostante, molti paesi si uniscono con obiettivi condivisi. La ricerca comune di un vaccino ha visto investire 8 miliardi da U.K., Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Norvegia e Arabia Saudita, insieme alla Commissione Europea e gli ambasciatori al suo interno di altri paesi come la Cina, cosa che per la Von der Leyen ha significato “l’inizio di una cooperazione globale senza precedenti”. Un gesto che però fa a cazzotti con la corsa al vaccino di ben 118 aziende private che non vedono l’ora di essere le prime a commercializzarlo. Ancora, alla 73° Assemblea Mondiale dell’OMS, circa 120 paesi hanno presentato una risoluzione condivisa, chiedendo un’indagine indipendente sulla pandemia e garanzie per tutti, senza lasciare indietro i più fragili. L’approvazione della risoluzione è accompagnata da importanti dichiarazioni, come quella del Segretario delle Nazioni Unite Guterres, proprio a proposito della necessità di fare fronte compatto per rispondere in maniera univoca alle conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia.

Nonostante la gravità globale del momento storico, Trump esce dall’OMS che secondo lui ha dato tardi l’allarme, e si scaglia contro la Cina che addita come responsabile della pandemia. Il suo obiettivo è convincere gli americani a rivotarlo a novembre e la sua propaganda  prosegue con le trattative della promessa pace in Afghanistan, una pace dubbia, visto che di fatto afghanizza il conflitto sfilandosene, in un modo molto simile a quello con cui Nixon vietnamizzò la guerra in Vietnam. E cerca il disgelo anche con l’Iran, che si dice disponibile a uno scambio di detenuti con gli USA ma senza pre-condizioni, per cui Ali Khamenei, la guida suprema del paese, mette in chiaro che le truppe americane verranno espulse anche dall’Iraq e dalla Siria.

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In corsa contro Joe Biden, vincitore delle primarie Dem, Trump non trascura certo la parte social media della sua campagna elettorale e sono le solite mitragliate di esternazioni di ogni tipo. Twitter e Facebook ritengono che il segno è oltrepassato e alcuni post/tweet del presidente degli USA sono segnalati come fake news e come istigazioni all’odio, scatenando da parte sua furiose minacce ai loro danni, una situazione surreale se si pensa che il web è il suo più grande canale di comunicazione. Si darebbe la zappa sui piedi.

In particolare, è stato ritenuto troppo violento il tweet che minacciava repressioni armate contro le proteste per l’uccisione di George Floyd, un cittadino afroamericano, per mano di un poliziotto di Minneapolis, l’ennesima. Un atto criminale che incendia, nel vero senso della parola, le strade di tutta America. Il razzismo nei confronti degli afroamericani è atavico, radicato, difficile da estirpare, ma sembra essere l’ultimo dei problemi di Trump.

Maggio è anche il mese in cui si comincia a sentir parlare di qualcosa che non sia il Covid, il più delle volte però si tratta di magagne nascoste all’ombra della pandemia che vengono a galla. Si parla di disarmo, altra trovata propagandistica di Trump che promette di rimuovere sistemi antimissile e contingenti Usa dall’Arabia Saudita, auspica con Putin che Cina Usa e Russia si uniscano in negoziati per ridurre gli armamenti, ma contemporaneamente corre al riarmo potenziando il sistema missilistico americano per competere proprio con la Cina.

  • 3-4 maggio: dissidenti venezuelani cercano di infiltrarsi nel paese via mare senza successo per tentare un colpo di stato contro Nicolás Maduro.
  • 6 maggio: gli astronomi annunciano la scoperta, grazie al telescopio MPG/ESO, del primo buco nero situato in un sistema stellare visibile a occhio nudo (HD 167128).
  • 20 maggio: elezioni generali in Burundi.
  • 25 maggio: in seguito all’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto a Minneapolis, negli Stati Uniti d’America scoppiano numerose proteste nelle principali città.
  • 26 maggio:
    • la Costa Rica diventa il primo paese centroamericano a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
    • 20.000 tonnellate di petrolio vengono sversate nel fiume Ambarnaya vicino la città siberiana di Norilsk. Il 3 giugno il Presidente Russo Vladimir Putin dichiara lo stato di emergenza.
  • 30 maggio: la navetta spaziale Crew Dragon, realizzata da SpaceX in collaborazione con la NASA, viene lanciata diventando la prima navicella americana con equipaggio a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale dopo la cancellazione del programma Space Shuttle, e la prima realizzata da una compagnia privata ad avere un equipaggio.

Giugno

Mentre continua a infuriare la pandemia, Giugno 2020 si apre con la diffusione a macchia d’olio in tutto il mondo delle proteste anti razziste per l’uccisione di George Floyd per mano della polizia di Minneapolis, proteste e marce che continuano ad incendiare strade e piazze anche purtroppo con saccheggi e devastazioni, per cui si sospetta l’infiltrazione di facinorosi approfittatori del caos. Le proteste sono arrivate fin sotto la Casa Bianca, presidiata per questo da un centinaio di militari, tanto che Trump si è rifugiato nel bunker per gli attacchi terroristici.

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Derek Chauvin e altri tre agenti sono incriminati per omicidio. Hanno affrontato la prima udienza preliminare a porte chiuse e senza la possibilità di registrare audio e video per non inquinare il processo. Nonostante questo, gli omicidi e la brutalità della polizia continuano e nel corso del mese ci sono state altre due uccisioni di cittadini afroamericani.

Al grido di “Black lives matter!”, sembra proprio arrivato il momento di sradicare il razzismo sistemico degli Stati Uniti. Non solo, il razzismo sistemico in tutto il mondo. Una forte ondata di revisionismo storico investe il paese e ne oltrepassa i confini, vengono incriminati gli attori delle pagine più buie della storia dell’umanità e buttate giù una dopo l’altra le statue dei personaggi storici ritenuti razzisti o imperialisti.

Nel frattempo, la Polonia invade per sbaglio la Repubblica Ceca. L’esercito era sul punto di accamparsi rischiando un grave incidente diplomatico.

A giugno la pandemia investe come un uragano le Americhe, nord e sud, la Russia e l’India.
Soprattutto negli Stati uniti e in Brasile, dove il Covid viene lasciato circolare senza restrizioni di sorta, si contano milioni di contagi e centinaia di migliaia di decessi.

Trump va avanti come un treno non curante della catastrofe, anzi, decide di uscire dall’OMS e crea una frattura irreparabile con Fauci che non parla con il presidente da settimane.

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Bolsonaro idem, dichiara che è dispiaciuto per la morte delle persone ma che d’altra parte quello è il destino di tutti. Particolarmente allarmante e grave è la situazione delle popolazioni amazzoniche, che, abbandonate a se stesse e a rischio sterminio, chiedono disperatamente aiuto.

In quasi tutto il resto del mondo si entra nella Fase3 e lentamente si cerca di tornare alla “normalità”, ma la piaga dell’”infodemia”, del caos dell’informazione in tempi di pandemia, per cui per esempio si ritiene che la carica virale del Covid sia diminuita o che il virus se ne andrà da solo, potrebbe buttare alle ortiche gli sforzi fatti fino ad oggi. Infatti passano sempre più in cavalleria le misure di sicurezza come distanziamento sociale e uso delle mascherine e si riaccendono nuovi focolai in Europa, in Cina, in Sud Corea, con una nuova allerta dell’OMS che tenta di scongiurare una seconda ondata globale della pandemia.

Se ci mettiamo anche il flop delle app di tracciamento dei contagi, il rischio di tornare indietro alle chiusure totali è sempre più alto.

All’ombra del Covid

Come succede sin dall’inizio della pandemia, si sente parlare solo di Covid e passano in sordina fatti come gli scontri che proseguono in Libia in cui l’intervento turco, in sostegno di Al Serraj sta costringendo Haftar ad una progressiva ritirata. L’interferenza turca è giudicata un gioco sporco da Macron che accusa Erdogan di ammassare armi e militari contro le risoluzioni dell’Onu.

Onu che, dopo la scoperta di fosse comuni, interviene con un’indagine anche in merito alla sempre più grave situazione di migranti prigionieri torturati nei centri di detenzione.

Anche l’Egitto continua a violare i diritti umani e si continua a macchiare di altri fatti vergognosi oltre alla inconclusa vicenda di Giulio Regeni, mentre l’Italia per tutta risposta è in trattativa con il paese per la vendita di due fregate.

  • 4 giugno: il governo di accordo nazionale della Libia assume il pieno controllo della capitale Tripoli, in seguito alla ritirata dell’esercito nazionale libico dopo mesi di combattimenti.
  • 15 giugno: la Turchia e l’Iran attaccano con aerei e artiglieria le forze del Kurdistan; in seguito la prima delle due nazioni occupa parte della regione.
  • 23 giugno: un terremoto di magnitudo 7,5 colpisce la costa dell’Oaxaca, in Messico, causando la morte di 10 persone.

Luglio

Nell’arco del mese di questo luglio 2020 seconde ondate della pandemia e nuove chiusure interessano molti paesi ma la previsione peggiore è per l’autunno. Si continuano a dare numeri che non tornano, come in Iran, per esempio, dove c’è chi dice che i contagi siano addirittura 25 milioni, contro le stime ufficiali.

Sebbene la ripresa delle attività commerciali tenti di arginare la crisi mondiale, l’economia è in gravissime condizioni, soprattutto in paesi che erano già in difficoltà prima dell’arrivo del virus. In Europa una lunghissima gestazione ha finalmente portato al parto del Recovery fund, con lo stanziamento di 750 miliardi, sotto l’ultima presidenza semestrale della cancelliera tedesca Angela Merkel.

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Fortunatamente, la corsa al vaccino sembrerebbe dare i primi risultati, in pole position il vaccino russo ma l’asse Oxford-Pomezia, (Istituto Jenner dell’università di Oxford ed azienda italiana Irbm di Pomezia) sforna il candidato vaccino più promettente, forse pronto già a settembre.

Il Covid continua dunque a fare vittime e a infuriare, soprattutto in USA, Brasile, Russia e India, mentre i problemi ambientali vengono silenziati se non minimamente discussi con accenni di green deals in Europa. Intanto l’inquinamento da mascherine e guanti è stato stimato di 300 mila tonnellate a fine 2020 e il pianeta si fa sentire con alluvioni in Nepal, caldo record in Artico e con l’uragano Hanna in Texas.

Mentre i negazionisti del cambio climatico resistono, quelli del Covid (che spesso sono gli stessi) cominciano a desistere. Trump comincia a indossare la mascherina in pubblico, Bolsonaro viene infettato, così come la presidente boliviana Jeanine Anez.

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Nonostante tutto quello che è successo da febbraio con la pandemia, il mondo di prima, sebbene con molti più poveri e restrizioni sociali, sembra riprendere tale e quale. Tutte le riflessioni sui sistemi sanitari da rinforzare, sull’inquinamento da abbattere, sulle politiche da rivedere, sembrano svanite nel nulla.

Non-cambiamento anche con i risultati delle tornate elettorali di luglio in Polonia, Russia e Siria. In Polonia si riconferma il presidente Duda, nonostante al primo turno si fosse aperto uno spiraglio democratico.

In Russia passa il referendum sulla riforma costituzionale che però è legato alla riconferma di Putin. Il presidente resterà in carica dopo la fine del proprio mandato nel 2024, fino al 2036.

In Siria la vittoria della coalizione di Assad legittima il regime a livello internazionale profilando una soluzione del conflitto che ripropone una situazione simile a quella prima della guerra.

Luglio 2020, la guerra continua

La situazione in Libia sembra molto simile a quella siriana. Mentre i diritti dei migranti vengono  violati fuori e dentro i centri di detenzione, il conflitto tra Haftar e al-Sarraj continua con la presenza in campo dei soliti noti: Russia e Turchia. Sirte è la pedina da conquistare per determinare le sorti della guerra che potrebbe trovarsi a un punto di svolta dopo che il parlamento egiziano ha deliberato l’intervento delle proprie forze militari.

A proposito di Egitto, è finito in fuffa il vertice Cairo-Roma sulla questione Regeni, per cui la famiglia del ricercatore scomparso chiede il ritiro dell’ambasciatore italiano. Mentre Patrick Zaki, lo studente all’università di Bologna in carcere in Egitto da febbraio, si è visto rinnovare la detenzione di 45 giorni, per l’ennesima volta.

Continuano anche gli scontri tra Armenia e Arzebaijan con scambi di accuse e colpi di artiglieria, così come la guerra in Yemen in cui il Regno Unito torna a vendere armi all’Arabia Saudita, anche se negli ultimissimi giorni del mese i separatisti hanno annunciato di rinunciare all’autonomia nel sud del paese e di essere disposti a firmare la pace.

Mattarella e Pahor, uniti per non dimenticare

A proposito di Balcani, è sicuramente storica la foto di Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor mentre, mano nella mano, commemorano insieme per la prima volta sia le vittime della foiba di Basovizza che quelle della resistenza delle minoranze slave al fascismo, e riconsegnano il Narodni Dom di Trieste alla comunità slovena. Una buona notizia di cambiamento.

Mattarella e Pahor

Fronte contro la Cina

Proteste più violente che mai anche a Hong Kong, dopo che la Cina approva la legge che le dà poteri speciali sulla penisola. Interferenze e sostegno arrivano da parte di attori internazionali, velatamente interessati al proprio tornaconto, come Gran Bretagna, Australia, USA e Taiwan. In particolare, il Regno Unito offre la residenza ai rifugiati in fuga dalla penisola e minaccia Pechino di annullare gli accordi per l’estradizione. Le prese di posizione contro la Cina sono anche sul fronte 5G, per cui viene esclusa Huawei dal progetto della rete su suolo britannico e la colpa viene data alle pressioni degli Stati Uniti che starebbero costruendo un vero fronte anti-Pechino.

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App e social media attori politici

Mentre l’India sospende 589 app sviluppate da aziende cinesi perché metterebbero a rischio la sicurezza del paese, Donald Trump scatena una battaglia con il social cinese TikTok non curante dei problemi che ha con i social di casa sua, che bannano i suoi post o si prestano come strumenti per boicottare rally di ultra destra.

Anche Facebook, nell’occhio del ciclone di polemiche internazionali legate alla privacy e alla mancanza di una regolamentazione nei confronti di fake-news e odio in rete, decide di bloccare i post di estrema destra.

Trump perde terreno

A cento giorni dalla resa dei conti, nei sondaggi Donald viene dato indietro negli stati chiave rispetto a Biden.

La sua campagna elettorale caotica ha perso colpi in questo luglio 2020, la sua pessima gestione del Covid ha pesato moltissimo, con il contributo anche di altri insuccessi, come il fallimento del suo piano di pace in Medio Oriente, per cui Israele all’ultimo momento ha deciso di non annettere parti della Cisgiordania, evitando la condanna a livello internazionale.

Intanto l’Iran ha emesso contro di lui uno dei 36 mandati di arresto per l’uccisione del generale Qassem Soleimani lo scorso gennaio a Bagdad.

  • 1º luglio: la Germania assume la presidenza di turno dell’Unione Europea per la quarta volta.
  • 19 luglio: un’inondazione del fiume Brahmaputra uccide 189 persone e lascia quattro milioni di persone senzatetto in India e Nepal.
  • 25 luglio: la petroliera giapponese Wakashio si incaglia nella barriera corallina a sud-est dell’isola di Mauritius, e il 6 agosto il suo scafo cede, riversando per due settimane le 3 800 tonnellate di petrolio ivi contenute.
  • 30 luglio: la NASA dà inizio alla missione Mars 2020 per cercare primordiali segni di vita sul pianeta rosso; la missione include anche esperimenti per preparare future missioni con equipaggio.

Agosto

A fine agosto 2020 le persone infette da Covid-19 nel mondo sono circa 25 milioni.

Mentre in testa alla classifica dei paesi più colpiti dalla pandemia svettano USA (più colpiti in valore assoluto), Russia e India (più di 70.000 infetti al giorno), anche in Europa riprendono i contagi in modo preoccupante. Le vacanze a frontiere aperte hanno permesso al virus di circolare, disturbato solo dalle misure di sicurezza per lo più ignorate in spiagge e discoteche, per cui Spagna e Francia sono sotto minaccia di nuovo lockdown.

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Non si fa altro che parlare di vaccini, russi, cinesi, americani, europei, australiani, in fase di sperimentazione su volontari, militari (Cina), medici, operatori sanitari e categorie a rischio (Russia). In ogni caso, prima di gennaio 2021 ne sembrerebbe impossibile la diffusione su larga scala.

Contemporaneamente è ormai evidente che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fallito con la pandemia, ci sono riforme da fare, dato che si prevede che nel mondo oramai globalizzato nuovi virus potrebbero riproporre situazioni molto simili. Nonostante abbia più volte dichiarato di uscire dall’OMS, proprio Donald Trump vorrebbe monopolizzare questa fase di riforma, bloccata per tutta risposta Francia e Germania.

Trump continua a negare la pericolosità del virus e i cittadini statunitensi sono sempre più vittime del contagio dilagante, non potendo contare nemmeno su un sistema sanitario equo per tutti, tenuti per il collo dalle compagnie di assicurazione medica. Nonostante questo Donald, dopo un goffo tentativo di ritardare le elezioni, veleggia carico e sicuro verso le presidenziali di novembre.

Di contro, Biden, rinforzato dalla nomina a sua eventuale vice di Kamala Harris, è stato investito sfidante del presidente al simmetrico congresso democratico, con l’endorsement degli Obama, della Clinton, di sindaci, governatori, senatori, personalità del mondo dello spettacolo e tutto il cucuzzaro.

Ovviamente la propaganda elettorale prevede anche di tenere viva la battaglia commerciale anti-cinese, per alcuni una nuova guerra fredda, e dopo l’accusa alle aziende tech cinesi di fornire dati al proprio governo, Donald si consulta con Microsoft per l’acquisizione del social TikTok. Non solo, si schiera a favore delle proteste dei cittadini di Hong Kong contro l’aumentato controllo sulla penisola da parte della Cina, così come Francia, Inghilterra e Canada da par loro non ratificano il trattato di estradizione con Pechino.

USA

Empatico all’esterno, all’interno dei suoi confini invece il presidente americano reprime con estrema violenza le proteste anti razziste e contro la “brutalità della polizia”, che continuano a dilagare soprattutto a Portland, rafforzate dagli ennesimi proiettili esplosi in Wisconsin da un agente ai danni di un ragazzo afro-americano, Jacob Blake, colpito alla schiena e rimasto paralizzato. Lo sdegno colpisce anche il mondo dello sport e per la prima volta nella storia tre incontri dell’NBA non si sono svolti per uno sciopero dei giocatori in solidarietà con i manifestanti.

Bulgaria, Polonia e Bielorussia

In questo agosto incandescente sono scesi in piazza anche i cittadini bulgari contro la corruzione del governo, quelli polacchi contro la rielezione di Duda, quelli bielorussi contro la rielezione di Lukashenko, sostenuti dalla Unione europea e dagli USA, contrastati in un primo momento da Putin che poi ci ha ripensato, impegnato nel frattempo a districarsi dai sospetti di aver fatto avvelenare il suo oppositore Alexei Navalny.

Israele

Netanyahu, mentre continua a bombardare Gaza, dopo aver formalmente rinunciato all’annessione della Cisgiordania “almeno per ora”, con la firma di accordi ufficiali con Egitto, Giordania ed Emirati -sostenuti da Trump che potrebbe trarne vantaggio per la vendita di armi USA nel Golfo e per fini elettorali-, è indagato in tre procedimenti per corruzione, frode e falso. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e gli israeliani si sono riversati in strada a fiumi per manifestare chiedendo le sue dimissioni.

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Libano

Anche il Libano è in subbuglio, Beirut presa d’assalto dalle proteste dei cittadini sgomenti e infuriati dopo la devastante deflagrazione avvenuta in un hangar del porto, dove erano incautamente stoccati materiali esplosivi e altamente infiammabili. Un episodio che ha drammaticamente aggravato la già precaria situazione del paese.

Il fungo generato dall’esplosione, immortalato da video e foto, ha ricordato a molti quello atomico dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, rianimando il dibattito sul disarmo nucleare, tanto più che questo agosto sono trascorsi 75 anni dall’evento bellico più grave della storia dell’umanità.

Libia – La luce fuori dal tunnel è il treno turco

Mentre continuano inesorabilmente i naufragi di barconi carichi di migranti nel Mediterraneo, la Libia potrebbe trovarsi ad un punto di svolta. Grazie all’intervento della Turchia a sostegno di al-Sarraj, il nemico generale Haftar si è ritirato in Cirenaica ed è stato firmato il cessate il fuoco sostanzialmente tra i due paesi intervenuti, schierati con le due parti: Turchia e Russia.

Erdogan, mentre continua la sua politica interna di repressione dei suoi oppositori, con incarcerazione e morte di attivisti, musicisti, avvocati ecc., all’esterno cerca di legittimare la conquista di territori ricchi di risorse energetiche. La possibilità di trivellare a largo della Libia, infatti, sarebbe la contropartita richiesta in cambio del suo intervento nel conflitto e sta anche ingaggiando una battaglia, per ora solo verbale, con la Grecia, accampando diritti su tratti di costa del Mediterraneo in barba alla Convenzione di Montego Bay. L’attrito con la Grecia era già evidente mesi fa, quando i confini Turchi erano stati aperti a centinaia di migliaia di profughi siriani, generando respingimenti al confine greco e la catastrofe umanitaria nei campi di accoglienza di Lesbo.

La Grecia, da parte sua, interpella l’Egitto perché faccia da confine che blocca la Turchia. Così, se con il cessate il fuoco libico i rapporti tra gli storici nemici Ankara e il Cairo si sarebbero potuti distendere, ora sono da capo a dodici.

Colpo di stato in Mali

Il presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keïta, è stato rovesciato da un colpo di stato per mano di alcuni militari che ora però sono in impasse. La giunta militare che ha preso il potere ha rinviato a non si sa quando la riunione per dare forma al nuovo governo “per motivi organizzativi”.

Attacco Isis in Afghanistan

Un attacco dell’Isis con un kamikaze ha colpito la prigione ad Jalalabad. È seguita una battaglia con le forze di sicurezza, mentre alcuni membri delle Special Air Services britanniche sarebbero responsabili dell’esecuzione di 33 cittadini afghani durante 11 operazioni notturne nel Paese.

Il re di Spagna in esilio

Indagato per presunta evasione fiscale, il re emerito di Spagna Juan Carlos si è rifugiato negli Emirati Arabi.

Missione Space X compiuta

È ammarata nel Golfo del Messico la Crew Dragon, l’equipaggio dello Space X, portando a termine con successo la missione.

Wildfires

Agosto è un mese rovente anche per i rovinosi incendi che stanno devastando le foreste del Nord America e dell’Africa Centrale.

  • 4 agosto: due forti esplosioni devastano il porto della capitale libanese Beirut, provocando il crollo di alcuni edifici e causando oltre 200 decessi e 7 000 feriti; inoltre il Ministero della Salute ha esortato gli abitanti della città di lasciarla a causa dell’aria altamente tossica.
  • 9 agosto: in Bielorussia si tengono le elezioni presidenziali, nelle quali viene rieletto per la sesta volta il Presidente uscente, in carica dal 1994, Aleksandr Lukašenko. Le opposizioni sostengono che sono state oggetto di pesanti brogli, dando inizio a una serie di proteste denominate “rivoluzione delle ciabatte”.
  • 18 agosto: in Mali ha luogo un colpo di Stato; il Presidente Ibrahim Boubacar Keïta e il Primo Ministro Boubou Cissé vengono arrestati, mentre il parlamento viene sciolto.

Settembre

È a settembre che il conto dei decessi mondiali a causa del Covid ha superato un milione. I contagi sono ai massimi storici, in alcuni paesi hanno oltrepassato i numeri di marzo. Alla fine del mese i contagi mondiali sono oltre 33 milioni.

L’unica soluzione alla pandemia sembra essere il vaccino i cui “prototipi” sono in fase di sperimentazione in molte parti del mondo, con qualche intoppo in UK per via di un malessere accusato da un volontario. La Cina fa sempre a modo suo e ha cominciato a vaccinare a tappeto la popolazione già dall’inizio del mese bypassando il trial.

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Dopo che i paesi più ricchi si sono assicurati circa 2 miliardi di dosi, si è scatenato un dibattito planetario sul diritto di tutti, soprattutto dei paesi poveri, ad accedere al vaccino. Di questo si è parlato alla 75^ Assemblea delle Nazioni Unite, in cui il Segretario Generale Antonio Guterres ha chiesto solidarietà mondiale e ha messo in guardia sul “vaccinazionalismo” che è non solo ingiusto, ma destinato all’insuccesso.

Nonostante la pandemia stia continuando ad infuriare in tutto il mondo, tuttavia, scendono in piazza negazionisti del covid e anti lock down in molti paesi come Italia, UK, ma soprattutto in USA, incoraggiati dall’atteggiamento fatalista del presidente americano.

Settembre 2020, USA si prepara al voto tra scandali e indiscrezioni

Donald Trump cavalca spavaldo la sua campagna elettorale per le presidenziali del prossimo 3 novembre, nonostante la sua gestione del virus sia a dir poco nulla. Ora più che mai è evidente agli americani quanto faccia la differenza avere un sistema sanitario pubblico, ma niente, Trump glissa sul dibattito e imperterrito loda la sua amministrazione. Di più, attacca prima di essere attaccato: nel primo confronto faccia a faccia con il concorrente Dem Joe Biden si sono alzati i toni a dei livelli mai visti prima in un paese come gli Stati Uniti in cui vige il politically correct e il controllo del linguaggio, con un moderatore in serie difficoltà.

Settembre 2020, Sud America in fermento

Nelle Americhe del Sud, nel frattempo, continuano proteste e scontento in diversi paesi e la violazione dei diritti delle Popolazioni Amazzoniche falcidiate dal land-grabbing e dal Covid. La situazione è precipitata soprattutto in Colombia: strade e piazze si sono riempite di cittadini esasperati, il nuovo governo sta smantellando tutto quel che è stato fatto dalla amministrazione precedente. Ma le radici dei problemi colombiani sono di vecchia data.

Settembre 2020, veleni russi

Dopo che i medici tedeschi hanno dichiarato ufficialmente che l’oppositore di Putin Alexei Navalny è stato avvelenato, la comunità internazionale, NATO inclusa, chiede spiegazioni a Putin. Il Cremlino, mentre ribadisce la propria estraneità all’accaduto invitando il dissidente a tornare in patria, gli blocca i conti correnti e gli sequestra l’appartamento.

Settembre 2020, Lukashenko ladro di diritti

Continuano le proteste pro e contro l’ennesima elezione di Alexander Lukashenko, con palesi interferenze del Cremlino a sostegno del presidente, non riconosciuto invece dalla comunità internazionale che ritiene illegittimo il suo nuovo mandato.

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L’opposizione “all’uomo forte” Alexander Lukashenko nel paese oggi è guidata da tre donne: Sviatlana Tsikhanouskaya, costretta a rifugiarsi in Lituania, Veronica Tsepkalo, fuggita a Mosca, e Maria Kolesnikova, prelevata da sconosciuti mascherati in pieno centro della capitale, “arrestata” ma di fatto rapita.

I report continuano a indicare un “eccessivo e non necessario uso della forza da parte delle autorità”. l’ONU ha approvato una risoluzione che chiede un’indagine indipendente sulle violenze nei confronti dei manifestanti e sulla detenzione di prigionieri politici, fatti negati da Minsk con l’appoggio di Putin.

Settembre 2020, Libano in ginocchio

Dopo l’esplosione dello scorso mese a Beirut, nella zona del porto della capitale libanese si è innescato un nuovo incendio, che ha provocato quasi 200 morti.

Il paese è stato attraversato da proteste e il governo si è dimesso. Il nuovo premier designato ha rinunciato all’incarico dopo un mese di tentativi di formare il governo. Sembrerebbe che Macron abbia interferito approfittando del vuoto di potere e, secondo un’indiscrezione di Le Figarò, abbia parlato anche con l’Hezbollah. Il giornalista autore dell’articolo non se l’è vista bella quando il presidente francese gli si è scagliato contro.

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Molti libanesi hanno deciso di lasciare il paese in preda alla disperazione e Human Rights Watch riporta che alcuni di loro, approdati a Cipro, sono stati respinti.

Settembre 2020, accenni di pace in Libia

Fayez al-Sarraj, il capo del governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, ha annunciato le sue dimissioni. Ha sorpreso il fatto che abbia deciso di uscire di scena proprio dopo la ritirata del suo nemico, il generale Haftar, grazie all’intervento nel conflitto libico di mercenari siriani inviati da Erdogan. Non solo, Haftar ha anche annunciato la riapertura dei pozzi petroliferi che aveva bloccato 8 mesi fa.

Quali sono le vere ragioni di questa mossa?

Si va verso una nuova conferenza internazionale. Nel frattempo l’ONU ha condannato il paese per crimini e violenze perpetrati nei confronti dei migranti intrappolati nei centri di detenzione.

Settembre 2020, Europa tra Brexit, Covid e migrazioni

Il Covid è ripreso forte nel cuore dell’Europa. Francia, UK e Spagna sono le più colpite con picchi di decine di migliaia di contagi giornalieri.

Ma oltre alla gestione della pandemia e della conseguente grave crisi economica, l’Ue deve ancora trovare la quadra per sistemare una volta per tutte la questione Brexit. Le cose però si complicano con il disegno di legge con cui Londra tenta una modifica dell’accordo, perdendo la fiducia di Bruxelles. Ed è ultimatum.

Altro problema urgente da risolvere è la questione migrazioni. Dopo l’incendio che ha devastato il campo profughi greco di Moria a Lesbo, lasciando circa 13.000 persone senza un riparo, si è rianimato con forza il dibattito sulla gestione dei migranti e sull’abolizione dell’impopolare Trattato di Dublino. Purtroppo però la Commissione presenta un piano che delude le aspettative.

Ulteriore problema è il tentativo di sconfinamento marittimo della Turchia che tenta di accaparrarsi tratti di costa greca con fini estrattivi, in barba al Diritto Internazionale e alla Convenzione di Montego Bay.

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Macron tenta di mettere pace durante un vertice in Corsica difendendo le ragioni greche ed uscendo con un accordo per cui Atene aumenta di un terzo le spese militari stanziate principalmente a vantaggio dell’industria degli armamenti francese.

  • 27 settembre: nella regione del Nagorno Karabakh scoppiano degli scontri tra le forze armate armene e quelle azere. Armenia, Azerbaigian e l’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh introducono la legge marziale.

Ottobre

  • 17 ottobre: Jacinda Ardern vince le elezioni generali in Nuova Zelanda.

Novembre

  • 1º novembre: Maia Sandu vince le elezioni presidenziali nella Moldavia.
  • 3 novembre: elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America.
  • 15 novembre: Viene firmato il Partenariato Economico Globale Regionale, un accordo di libero scambio per l’Asia Pacifica.
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