Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica ha parlato del 2020, anno inevitabilmente condizionato dall’emergenza per la pandemia da Covid. Ecco le sue parole:
“Care concittadine e cari concittadini, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale. Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza.
“La pandemia – ha sottolineato il presidente – ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità. È questa la realtà, che bisogna riconoscere e affrontare”.
“La scienza – ha evidenziato – ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi”. “Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. “Vaccinarsi è una scelta di dovere e responsabilità, tanto più – ha aggiunto – per chi opera a contatto malati e più fragili‘.
“L’Unione europea – ha sottolineato Mattarella – è stata capace di compiere un balzo in avanti. Ha prevalso l’Europa dei valori comuni e dei cittadini. Non era scontato. Alla crisi finanziaria di un decennio or sono l’Europa rispose senza solidarietà e senza una visione chiara del proprio futuro. Gli interessi egoistici prevalsero. Vecchi canoni politici ed economici mostrarono tutta la loro inadeguatezza”. “Ora le scelte dell’Unione Europea poggiano su basi nuove. L’Italia è stata protagonista in questo cambiamento“, sottolinea.
“Il piano europeo per la ripresa – ha aggiunto – e la sua declinazione nazionale, che deve essere concreta, efficace, rigorosa, senza disperdere risorse – possono permetterci di superare fragilità strutturali che hanno impedito all’Italia di crescere come avrebbe potuto. Cambiamo ciò che va cambiato, rimettendoci coraggiosamente in gioco”. “Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo alle giovani generazioni. Ognuno faccia la propria parte“.
“Il 2021 – ha detto – deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa”.