Economia

Controlli del fisco, sotto la lente chi usa i contanti

Sempre più controlli del fisco per chi usa i contanti in maniera massiccia. Utilizzare metodi alternativi al pagamento in contanti è sempre più vantaggioso: a partire dalle nuove misure relative al bonus cashback e al super cashback, ma anche per quanto riguarda i controlli del Fisco, meno severi quando si tratta di pagamenti digitali.
Anche i titolari di Partita Iva possono trarre beneficio dal ricorso ai pagamenti elettronici rispetto al contante: infatti le sanzioni risultano dimezzate rispetto a quelle previste per il cash.

Fisco, sanzioni ridotte sui pagamenti elettronici

La lotta al contante si esplica non soltanto nelle misure introdotte dal Governo Conte con il Piano Italia Cashless, ma anche in una serie di controlli fiscali che sembrano favorire gli strumenti digitali. Per tutti coloro che scelgono di effettuare pagamenti tracciabili, infatti, il Fisco prevede sanzioni dimezzate e controlli ridotti.

Per quanto riguarda, per esempio, le violazioni di dichiarazione di Iva, di redditi o Irap e degli obblighi strumentali come fatturazioni o registrazioni, la sanzione è ridotta al 50% – come previsto dal Dl 138/2011 – per chi evita di utilizzare i contanti e opera attraverso metodi tracciabili (compresi bonifici, carte di credito o bancomat).

Lo sconto, però, non è per tutti: occorre rispettare alcuni requisiti reddituali, ovvero possedere ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro, oltre a eseguire una certa procedura che permette di beneficiare delle riduzioni sulle sanzioni. Nella dichiarazione dei redditi vanno riportati gli estremi dei rapporti con gli operatori finanziari avuti nello stesso periodo per il quale si intende fruire del beneficio. La riduzione, dunque, opera di anno in anno.

Fisco, meno controlli sui pagamenti elettronici

Oltre alla riduzione delle sanzioni sulle violazioni di dichiarazione di Iva, di redditi o di Irap, il Fisco attua anche minori controlli su coloro che sfruttano i metodi di pagamento tracciabili – per le operazioni con importi superiori a 500 euro – per svolgere le attività legate alla propria professione.

In questo caso, infatti, il Fisco riduce di due anni i termini di accertamento ai fini Iva e dei redditi di impresa e di lavoro autonomo – in ottemperanza dall’articolo 3 del Dlgs 127/2015 (in combinazione con l’articolo 3 del Dm attuativo 4 agosto 2016). Dunque, anziché al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello nel quale è stata presentata la dichiarazione, Il Fisco potrà notificare soltanto entro il 31 dicembre del terzo anno successivo.

La decadenza dal beneficio, però, può avvenire in presenza di un solo pagamento effettuato in contanti.

I benefici del regime forfettario

Anche per i soggetti in regime forfettario esistono delle importanti agevolazioni legate all’utilizzo dei pagamenti elettronici anziché del contante:

  • nel caso di intera documentazione con fatture elettroniche, i termini di accertamento per i redditi si riducono di un anno – articolo 1, comma 692, legge 160/2019;
  • se si garantisce la tracciabilità degli incassi superiori a 500 euro, invece, i termini si accorciano di due anni.
Fiscosolditasse