Aggiornamenti sul caso Denise Pipitone, la bimba scomparsa 17 anni fa a Mazara del Vallo. La Procura di Marsala ha disposto l’ispezione, che è ancora in corso, a casa di Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, papà biologico della bimba e mamma di Jessica, ed effettuata dai carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe una segnalazione che sarebbe arrivata al palazzo di giustizia da parte di un anonimo che ha parlato di una misteriosa botola e di alcuni “strani” lavori di ristrutturazione. Cosa ci cela dietro la misteriosa segnalazione? Chi ha parlato e per quale motivo? Domande al quale è ancora troppo difficile rispondere.
Ispezione dei carabinieri disposta dalla procura di Mazara del Vallo a casa di Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, papà biologico di Denise Pipitone, e mamma di Jessica, già finita sotto processo con l’accusa di concorso in sequestro di persona, prima di essere assolta in tutti e tre gradi di giudizio. I militari si sono recati questa mattina nell’abitazione della donna per “accertare lo stato dei luoghi”. Nei giorni scorsi, i magistrati avevano riaperto il caso sulla scomparsa della bambina dalla cittadina siciliana avvenuta nel 2004, dopo aver ascoltato alcune persone. L’edificio in questione, in cui è ancora in corso l’operazione, è disabitato da tempo. La casa da anni non rientra più nelle disponibilità di Corona ed è stata acquistata da una famiglia che vive all’estero. L’unica nota ufficiale sulla perquisizione dice che il sopralluogo è stato disposto dalla Procura di Marsala “per verificare lo stato dei luoghi e se sono stati effettuati lavori edili”.
Denise Pipitone, ispezione a casa di Anna Corona: le ultime notizie
Nel pomeriggio è arrivata anche una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Mazara del Vallo, dove è in corso un sopralluogo della Scientifica. I pompieri, dopo un primo confronto con i carabinieri che presidiano esternamente l’appartamento dove ha abitato Anna Corona, sono entrati all’interno attraverso uno dei due garage dell’appartamento. Si tratta del vano dove è presente una botola di ferro dalla quale, con molta probabilità si accede a un pozzo oggetto di una prima ispezione. Fonti di stampa avevano comunicato nelle scorse ore che al vaglio degli inquirenti ci sarebbe stata una segnalazione che sarebbe arrivata al palazzo di giustizia da parte di un anonimo che ha parlato di una misteriosa botola e di alcuni “strani” lavori di ristrutturazione.
L’avvocato Giacomo Frazzitta a “La Vita in Diretta”
“Escludo tracce di sangue, ma di cosa parliamo? È assolutamente improbabile che siano alla ricerca di tracce di sangue. Che cosa stiano facendo non lo so. Se si tratta di un atto che per codice di procedura, lo rispettiamo. Ma avrei preferito riservatezza e non vedere la trasmissione in tv. Noi andiamo in televisione per trovare Denise viva. Si doveva evitare per il bene di una presunta indagine in corso”.
Perché Denise non ha il cognome del padre Pietro Piluzzi
La mamma di Denise, Piera Maggio, ha avuto la bambina fuori dal precedente matrimonio con Toni Pipitone, dal quale aveva già avuto il figlio maggiore Kevin. Pietro Pulizzi era sposato precedentemente con Anna Corona e aveva deciso di mettere fine al matrimonio per iniziare una nuova vita con la nuova compagna Piera e la figlia Denise.
Il fratello maggiore è comparso raramente in pubblico: soltanto in occasione del 18esimo compleanno della sorella (il 26 ottobre 2018) ha voluto scrivere un messaggio per lei. “L’immagine che conservo di te rimane ancora quella di una bambina – scriveva – ma non è più così, visto che oggi compi 18 anni. Qualcuno ha modificato il corso delle nostre vite, il destino è stato avverso”.
La storia di Denise Pipitone: gli avvistamenti e le ultime notizie
In seguito alla scomparsa sono stati segnalati alcuni avvistamenti, confermati e non:
- 18 ottobre 2004 a Milano in compagnia di alcune persone rom in strada davanti ad un istituto bancario: una guardia giurata è riuscita a trattenere per poco il gruppo e a filmare la bambina. Nel filmato la bambina viene chiamata Danas e la si sente chiedere ad una donna «Dove mi porti?»
- L’11 settembre 2008 una bambina viene fermata sull’isola di Kos in Grecia con una rom di origine albanese. La bimba parla molto bene l’italiano, vengono svolte alcune indagini ma il Dna non è quello della piccola Denise.
- Il 31 marzo 2021 un’infermiera russa residente in Val Seriana segnala a Chi l’ha visto? di aver notato una forte somiglianza tra la piccola Denise ed una ragazza ventenne russa partecipante alla trasmissione televisiva Pust Govoryat (tradotto Let Them Talk e in onda sul primo canale russo Pervyj kanal) in cerca della madre. La cittadina russa si chiama Olesya Rostova ed ha ricevuto il nome in orfanotrofio. Alla puntata del successivo 7 aprile 2021 partecipano l’avvocato della madre di Denise, Giacomo Frazzitta, e il corrispondente Rai Marc Innaro: all’avvocato viene comunicato privatamente il gruppo sanguigno di Olesya Rostova, tuttavia egli annuncia che non è compatibile con quello di Denise, e che avrebbe comunque informato la Procura di Marsala
Indagini e i processi
Le ricerche sono partite immediatamente, ma senza produrre alcun riscontro per oltre un mese. Il primo avvistamento fondato si è avuto a Milano in ottobre da parte di una guardia giurata in servizio ad una banca. La bambina si sarebbe trovata in compagnia di un gruppo di persone rom, con l’implicita ipotesi del rapimento.
Negli anni sono stati diversi gli spunti presentati agli investigatori, ma le indagini si sono sempre concentrate nell’ambito familiare allargato. Fra gli spunti la pista romanì è stata spesso una costante, che non ha mai avuto alcuna conferma.
Secondo l’ultima ricostruzione proposta dagli inquirenti, Denise sarebbe stata rapita dalla sorellastra Jessica Pulizzi, anche lei minorenne, con la complicità della madre Anna Corona e dell’ex fidanzato Gaspare Ghaleb per motivi sottesi a «vendetta e gelosia perché Denise e Jessica Pulizzi sono figlie dello stesso padre, Piero Pulizzi». La posizione di Anna Corona, indagata in un secondo filone d’indagine per sequestro di minorenne, è stata archiviata dal gip di Marsala nel dicembre 2013.
Jessica Pulizzi accusata di concorso in sequestro di minorenne, fu rinviata a giudizio dal Giudice dell’udienza preliminare di Marsala il 18 gennaio 2010. Il processo di primo grado iniziò il 16 marzo 2010 e durò tre anni. La procura di Marsala chiese la condanna a 15 anni di reclusione per sequestro di minore, ritenendola “colpevole senza alcun dubbio” per via di una serie di indizi chiari, univoci e convergenti. Secondo l’accusa, la mattina del 1 settembre 2004 la Pulizzi, aveva prelevato Denise e l’aveva condotta a casa del padre (Piero Pulizzi) per avere la conferma che fosse sua figlia, non trovandolo consegnò la bambina a persone mai identificate.
La donna fu assolta al termine del processo di primo grado dal Tribunale di Marsala il 27 giugno 2013 per insufficienza di prove. La Corte d’appello di Palermo il 2 ottobre 2015 confermò l’assoluzione di Jessica Pulizzi per insufficienza di prove, rigettando la richiesta di condanna a 15 anni di reclusione, per sequestro di minore, avanzata dal procuratore generale della Corte d’appello di Palermo Rosalba Scaduto, la quale durante la sua requisitoria affermò che Jessica Pulizzi partecipò al sequestro della sorellastra, e pertanto andava riconosciuta colpevole del reato di cui era accusata.
Il 19 aprile 2017 la Cassazione confermò in via definitiva l’assoluzione di Jessica Pulizzi, accusata di sequestro di minore. Per gli addebiti del coimputato, al termine del processo di secondo grado è intervenuta la prescrizione del reato.