Cronaca

Funivia del Mottarone, lo sfogo del gestore Nerini: “Su quella cabina son saliti anche i miei figli”

Lo sfogo del gestore della funivia di Stresa-Mottarone Luigi Nerini, oggi accusato di omicidio colposo aggravato per l’incidente costato la vita a quattordici persone: “Su quella cabina poco prima erano saliti i miei figli“.

Funivia del Mottarone, lo sfogo del gestore Nerini

L’uomo attualmente arrestato è la stessa persona che vent’anni fa contribuì a far nascere la sezione di Verbania del Kiwanis, l’organizzazione mondiale di volontari che ha come motto quello di aiutare i bambini di tutto il mondo tramite una serie di progetti benefici. Gli amici e i familiari lo descrivono come una persona volenterosa di rincorrere uno status e di affermarsi personalmente. Il suo era invece era un benessere precario, reso ancora tale dalla pandemia che lo aveva privato della sua unica fonte di reddito obbligandolo a ipotecare i propri beni personali tra cui la casa di famiglia.

A causa dell’incuria con cui gestiva la funivia, aveva già rischiato almeno due volte di perdere la concessione ereditata dal padre. Andrea Lazzarini, l’editore che gestisce per conto suo il sito della funivia, ha parlato con lui il giorno dopo la strage per concordare una dichiarazione da mettere online che non fosse soltanto il fermo delle attività. “Faccio avanti e indietro su quella cabina tutto il giorno. Se sapevo che c’era qualcosa di pericoloso non avrei mai rischiato la vita dei miei figli“, gli avrebbe detto.

La mattina del disastro sia Federico che Stefano Nerini, che hanno entrambi iniziato a collaborare con l’azienda paterna, sono infatti saliti in vetta e “avrebbero potuto esserci loro” sulla cabina che è poi precipitata.

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