Sequestrate e smantellate grandi piantagioni di cannabis in una zona di Lioni a ridosso della montagna, sarebbero ben 2000 metri quadrati di coltivazioni nascoste tra castagneti, sentieri impervi ed anfratti. Il blitz dei Carabinieri nella notte ha portato anche a 6 arresti. Come riporta l’edizione odierna de Il Mattino.
Smantellate e sequestrate piantagioni di cannabis a Lioni
Sulla vicenda c’è uno stretto riserbo investigativo, ma sarebbero state arrestate 6 persone. Tra i fermati, vi erano un padre e una figlia di origini napoletane ma residenti a Lioni, addette alla sorveglianza delle colture illegali mentre gli altri erano di nazionalità albanese. La gang di albanesi sarebbe stata trovata in possesso di alcuni kalashnikov per presidiare la coltivazione.
Si è trattato di una vasta operazione speciale condotta dai carabinieri, ma non guidata direttamente dai militari del Comando Provinciale di Avellino. In supporto ai nuclei anche il reparto speciale “Cacciatori di Calabria”: uomini in mimetica addestrati a standard d’intervento tipicamente militare. Solitamente vengono impiegati nella cattura di latitanti nella Locride e sull’Aspromonte e grazie alle loro tecniche e al loro addestramento utilizzati anche alla ricerca di piantagioni di droga proprio perché allenati ad operare in zone inaccessibili.
Il blitz nella notte
Nella notte tra domenica e lunedì, decine di auto a sirene spiegate – secondo i testimoni – si sono dirette verso Oppido, verso la montagna, hanno imboccato una stradina che mette in collegamento una via che si dirige verso il bosco di Caposele e la strada che porta a Laceno. Ad un certo punto gazzelle, jeep e autoradio si sono fermate bloccando l’accesso ai curiosi che si stavano portando sul luogo insospettiti da lampeggianti e sirene.
Sono stati visti uomini in tuta mimetica, appunto i “cacciatori di Calabria” che a piedi si sono inoltrati all’interno verso i castagneti. Sicuramente le piantagioni erano state già individuate dall’alto, nei giorni scorsi un elicottero ha sorvolato più volte il centro abitato di Lioni e tutto il circondario.
Le indagini
Sull’importante operazione non trapelano molti particolari. Anche se alcuni elementi come la vastità delle piantagioni, gli albanesi armati addetti alla sorveglianza, la presenza del corpo speciale “Cacciatori di Calabria” fanno presupporre che dietro a tutto questo ci sia una regia estranea al territorio.
È probabile che qualche potente organizzazione criminale abbia scelto l’Alta Irpinia per impiantare ed occultare in luoghi isolati e poco battuti grandi piantagioni di droga. Solo ulteriori sviluppi nelle indagini potranno rivelare nuovi particolari. Si indaga per chiarire se vi sono coinvolte delle persone del luogo.
All’interno di queste piantagioni smantellate sarebbero state trovate anche delle serre. Viene ipotizzato che sul posto avvenisse anche l’essiccazione dei fiori di cannabis per ottenere la marijuana e l’estrazione della resina dall’infiorescenza per realizzare i panetti di hashish.
Le piante alte oltre un metro
Durante l’operazione “Continuum Bellum”, i Carabinieri hanno scoperto la presenza di tre serre artificiali all’interno delle quali venivano coltivate ben 453 piante di cannabis indica, ciascuna alta circa 150 centimetri. Tra le piante, 49 erano già in fase di essiccazione, mentre erano stati raccolti 800 grammi di “erba” pronti per essere confezionati e venduti.
Pochi chilometri più avanti, nella contrada Civita Superiore di Teora, i Carabinieri hanno individuato una piantagione di cannabis sviluppata su tre ampie piazzole. Circa 2100 piante sono state coltivate, tutte con un’altezza approssimativa di un metro. I militari hanno proceduto a campionare e distruggere i fusti delle piante, rendendoli inutilizzabili per scopi di produzione e distribuzione di droga.
Gli arresti
Come conseguenza di quest’operazione, cinque degli arrestati sono stati condotti nel carcere di Bellizzi, mentre uno è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.