Cronaca

“Bisogna isolare lo scimpanzé”: la prof appella così il suo alunno di origine nordafricana

“Bisogna isolare quello scimpanzé, non dovete parlare con lui”. A pronunciare questa frase razzista è stata una professoressa di una scuola media di Spoleto, in provincia di Perugia, che ha appellato così un ragazzino di origine nordafricana assente quel giorno in classe. L’episodio è stato raccontato dal padre del giovane che, anche se distanza di mesi, ha voluto rendere pubblico l’accaduto su Facebook ricevendo numerosi messaggi di sostegno.

Perugia: studente di origine nordafricana vessato dalla sua insegnante, il racconto del padre

Ho aspettato tutto l’anno scolastico che succedesse qualcosa, a fronte del fatto che un ragazzino non andava più a scuola. Ho aspettato che l’istituto prendesse provvedimenti nei confronti di una professoressa e insegnante di sostegno. Ma non è successo niente“, racconta a Repubblica il padre dell’adolescente che, secondo quanto riportato dai compagni di classe, è stato il bersaglio dell’episodio di razzismo.

Erano stati proprio i compagni di classe a riferire al loro amico di quella frase e ad attribuirla alla loro insegnante. “Gli hanno anche mandato un messaggio vocale, nel quale gli spiegavano cos’era successo in sua assenza“, continua il padre, persona molto nota nella cittadina in provincia di Perugia, che all’epoca dei fatti spiega di avere anche presentato querela ai Carabinieri.

L’adolescente si rifiutava di andare a scuola, poi la Dad

Il caso, emerso soltanto ieri, risale a ottobre. “Da allora è stato un disastro – continua il genitore – mio figlio non voleva più andare a scuola e solo con l’aiuto di uno psicologo è riuscito a riprendere con le lezioni. Anche se lo specialista mi ha detto che era stato fatto un grosso danno: non si sentiva più a suo agio in classe. Poi è arrivata la dad“.

Nessuna riconciliazione con l’insegnante

Si è trattato di un comportamento ignobile, non mi era mai accaduto niente di simile in più di trent’anni in Italia. Mi aspettavo – conclude il padre – almeno un tentativo di riconciliazione, che l’insegnante si scusasse, ma niente. Non è tollerabile, sopratutto per chi crede nell’etica e nella giustizia. A questo punto sono stato costretto prima a denunciare, poi a raccontare a tutti“.

(Fonte: La Repubblica)

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