Cronaca

Covid, per Ema il vaccino Astrazeneca “è valido per tutti”

La posizione dell’Ema su AstraZeneca non è cambiata: “Il bilancio rischi-benefici resta positivo e il vaccino resta autorizzato per tutta la popolazione”. È quanto precisa la stessa Ema in una nota riferendosi alla “disinformazione” scaturita da una dichiarazione di un loro esperto mal interpretata e pubblicata su un quotidiano.
Stop AstraZeneca per tutti in Campania: come cambia campagna vaccinale 

Da domenica 13 giugno stop alla somministrazione del vaccino anti Covid di AstraZeneca per tutti. Lo ha deciso il Governatore Vincenzo De Luca. Ma come cambia la campagna vaccinale in Campania? Vediamo insieme tutti i dettagli e cosa succede con le seconde dosi dei vaccini.

La Regione Campania ritiene necessario fare scelte chiare:

  •  Da oggi, non somministreremo più dosi di vaccino a vettori virali, a nessuna fascia di età.
  •  Prosegue la vaccinazione di massa con vaccini Pfizer e Moderna.
  •  Chi ha fatto la prima dose di Astrazeneca sopra i 60 anni, può completare il ciclo con una seconda dose Astrazeneca.
  •  Per i soggetti sotto i 60 anni (tranne che per chi è alla dodicesima settimana) non si procede alla somministrazione di vaccini diversi dalla prima dose, sulla base di preoccupazioni scientifiche che invieremo al Governo, e rispetto alle quali sollecitiamo risposte di merito, in mancanza delle quali, manterremo la nostra linea di rifiuto del mix vaccinale.

Mixi di vaccini e seconde dosi: cosa dicono gli esperti

Caos AstraZeneca e seconda dose diversa dalla prima. Lo ha deciso il ministro della Salute Roberto Speranza. Una decisione che lascia in sospeso numerosi interrogativi. La seconda dose con un altro vaccino è più efficace e sicura? Vediamo insieme che cosa dicono gli esperti. Gli studi finora condotti,  e le conoscenze acquisite in un anno di pandemia da Covid, indicano che il mix di due diversi vaccini potrebbe essere addirittura più efficace e protettivo. “C’è un criterio fondamentale che deve essere rispettato – premette Federico Perno, direttore di Microbiologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – ossia che la prima e la seconda dose di due vaccini diversi siano dirette verso gli stessi antigeni del virus“.

Visto che i quattro vaccini contro il Coronavirus utilizzati finora contengono lo stesso antigene virale, ossia la proteina S, “la mescolanza di questi antigeni concettualmente è fattibile”. In linea di principio, dunque, «due vaccini diversi contro lo stesso antigene del virus come minimo hanno lo stesso effetto, come massimo potrebbero addirittura avere un effetto aggiuntivo”. (CLICCA QUI PER APPROFONDIRE). 


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