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Truman Capote, figura di spicco del panorama letterario e giornalistico americano

Figura di spicco del panorama letterario e giornalistico americano del secondo Novecento, Truman Capote è considerato da tutti come un’autentica leggenda dotata di una vena creativa che va al dì la della comune immaginazione. Inoltre, la grande padronanza di stile lo portarono a produrre eccellenti risultati sia come romanziere che come drammaturgo e sceneggiatore per il cinema.
Raggiunse l’apice della notorietà con A sangue freddo, un reportage giornalistico sull’omicidio di una famiglia di agricoltori del Kansas avvenuto nella loro abitazione. Capote impiegò sei anni per scrivere il libro aiutato dall’amica di tutta una vita, Harper Lee, scrittrice anch’essa e autrice del romanzo Il buio oltre la siepe (1960). Un classico nella cultura popolare, A sangue freddo fu il punto massimo della carriera letteraria di Capote; fu anche l’ultimo libro completo da lui pubblicato. Negli anni Settanta mantenne il suo status di celebrità apparendo in talk show televisivi.

Truman Capot: drammaturgo, romanziere e sceneggiatore statunitense

Truman Capote (pseudonimo di Truman Streckfus Persons) nasce a New Orleans, il 30 settembre del 1924. Figlio di Archulus Persons e Lillie Mae, dopo il divorzio dei genitori, dall’età di sei anni, crebbe a Monroeville, in Alabama, in casa di parenti. La madre gli faceva visita occasionalmente e capitava che lo portasse con sé durante gli incontri con i propri amanti, chiudendolo a chiave, al buio, in una stanza d’albergo.


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Il padre, uno sconclusionato sempre alla ricerca di una facile ricchezza, non diede più sue notizie, facendo la sua ricomparsa solo molti anni dopo, quando Truman era già lo scrittore più famoso degli Stati Uniti, chiedendo soldi e regali. Il piccolo Truman visse una terribile infanzia, con l’unico conforto dell’affetto della cugina Sook e dell’amica Harper Lee, che diventerà famosa con la pubblicazione del libro Il buio oltre la siepe, vincitrice del Premio Pulitzer, romanzo in cui Truman appare ritratto nel bambino Dill.

Studi

Studente molto dotato, Truman venne sistematicamente isolato e deriso a causa dei suoi modi effeminati e della sua prorompente fantasia, caratteristiche certamente poco apprezzate in uno stato del Sud, con l’unica eccezione della sua insegnante di inglese del college. Leggeva qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani e all’età di dodici anni aveva già una conoscenza letteraria degna di un adulto colto, vincendo tutti i premi letterari scolastici esistenti.


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Trasferitosi a New York in seguito al secondo matrimonio della madre, che disprezzava apertamente, e assunto per dispetto il cognome del patrigno, Joe Capote, Truman si impiegò come fattorino presso la nota rivista letteraria New Yorker pur di cominciare a frequentare il mondo del giornalismo. Presentatosi ad un convegno come inviato della rivista, provocò involontariamente l’ira del famoso poeta Robert Frost che, protestando con il direttore del New Yorker, fece licenziare in tronco Truman.

Gli inizi

Pubblicò alcuni racconti su Harper’s Bazaar e cominciò a scrivere per il Southern Gothic Novelist, che contribuì a costruirne il mito, alimentando la sua fama di personaggio contemporaneamente piacevole e arrogante. Il racconto Miriam, pubblicato su una rivista femminile, gli decretò un insperato successo. Da allora iniziò a frequentare i salotti mondani di New York, vestendo i panni dell’intellettuale dandy e divenendo ben presto amico di famosi personaggi, tra cui Jackie Kennedy, Humphrey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol e Tennessee Williams. Un carattere difficile ed irriverente aggravato, agli occhi della società, da una mai nascosta omosessualità, lo portarono per tutta la vita sempre ai limiti dell’eccesso.


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A imporlo definitivamente come scrittore furono il primo romanzo, Altre voci, altre stanze (1948), storia gotica sull’ambiguità, descritta da Capote come “tentativo di esorcizzare i demoni”, e il secondo romanzo Colazione da Tiffany. Nel 1954 scrisse, assieme al musicista Arold Harlen, la sceneggiatura e i testi delle canzoni per il musical House of Flowers.

L’ascesa e il successo

Un fatto di cronaca nera, l’assassinio di un’intera famiglia avvenuto nelle campagne del Kansas, lo colpì tanto da spingerlo a fare lunghe ricerche e a lavorare per sei anni a quella che sarebbe diventata la più celebre delle sue opere, A sangue freddo (1966), uscita a puntate sul New Yorker. Lo scritto voleva essere, nelle intenzioni dell’autore, il capostipite di un nuovo genere letterario, il “romanzo verità”, e la sua stesura incise su Truman Capote al punto da fargli dire che “nella mia vita nulla sarà più come prima”.


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Truman Capote e Marilyn Monroe.

In una famosa intervista successiva, Capote affermò che in uno dei due giovani assassini protagonisti del fatto egli aveva intravisto chi sarebbe stato se non avesse intrapreso una vita diversa, uscendo dalla propria triste infanzia dalla porta principale piuttosto che da quella sul retro, come invece accadde per l’omicida, accomunato allo scrittore da molti aspetti: la madre alcolizzata, il padre assente, la solitudine, l’abbandono affettivo e il disprezzo della gente. Il ballo in maschera al Plaza Hotel, il “Ballo in Bianco e Nero”, con cui Capote festeggiò l’ultima puntata del romanzo, venne riportato in prima pagina da tutti i giornali e divenne subito un evento-icona; per diverso tempo lo scrittore tenne banco sulle prime pagine dei quotidiani, fianco a fianco agli articoli sui summit Usa-Urss e alle principali notizie di cronaca mondiale.

Anni Settanta

Nel 1971 il poeta Kenwald Elmslie e il musicista Claibe Richardson sceneggiarono il romanzo autobiografico L’arpa d’erba in un musical, con Barbara Cook, Carol Brice, Karen Morrow e Nancy Polignani, riscuotendo però un magro successo. Per anni Capote lavorò ad un nuovo romanzo, Preghiere esaudite, che sarebbe rimasto incompiuto: nell’intento dell’autore esso avrebbe dovuto condensare tutto ciò che aveva osservato vivendo a contatto col jet set.


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Se A sangue freddo resta l’opera più nota di Capote, Preghiere esaudite ne rappresenta significativamente la parabola discendente. Concepito come un’opera di ispirazione proustiana, un grande affresco del “regno del nulla” rappresentato dalle vicende meschine e fin troppo umane dei divi del jet set newyorchese, in realtà il romanzo costò a Truman l’amicizia di tutti i suoi ricchi amici, eccetto pochissime eccezioni. Da quel momento Capote scivolò in una spirale senza via d’uscita di alcolismo e tossicodipendenza.

«Sono un alcolizzato. Sono un tossicomane. Sono un omosessuale. Sono un genio“. Questa dichiarazione appartiene all’ultimo capitolo,“Rigiramenti notturni ossia l’esperienza sessuale di due gemelli siamesi”, del libro: Musica per Camaleonti. La sua esistenza estetizzante e distruttiva ne fa un Oscar Wilde contemporaneo o, come ha scritto James Michener: «Il Thomas Chatterton moderno: senza dubbio brillante, senza dubbio incandescente, senza dubbio maledetto».

Ultimi anni e morte

L’ultimo periodo della sua vita fu contrassegnato da relazioni fallimentari con uomini che ebbero come unico fine il suo denaro; Truman, ormai intossicato dai sonniferi, sviluppò una grave forma di epilessia, che unita all’abuso di superalcolici ne compromise velocemente la salute. Ritiratosi dal bel mondo, rinnegato dai divi della high society, sfruttato dagli amanti e abbandonato da Jack Dunphy, il compagno di sempre, Capote passava intere settimane a letto, a bere e dormire. Venne ricoverato varie volte in ospedale a New York e intraprese due percorsi di disintossicazione che non sortirono effetti apprezzabili a lungo termine.


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Truman Capote morì per una cirrosi epatica il 25 agosto 1984, mentre si trovava a Bel Air, ospite della fedele amica Joanne Carson, poco più di un mese prima del suo sessantesimo compleanno. Dopo la cremazione, seguendo le volontà dello stesso Capote, che adorava fare una vita in entrambe le coasts degli Stati Uniti, le ceneri vennero divise in conservazione privata tra Joanne Carson, a Los Angeles, e il compagno Jack Dunphy, a New York.

Nel 1988, dopo un misterioso furto con spontanea restituzione, Joanne Carson acquistò un loculo di colombario al Westwood Memorial Park, e vi depose la maggior parte della sua quantità di ceneri, conservandone però ancora una parte. Nell’estate del 1994, con Dunphy morto da poco più di due anni, la parte newyorchese delle ceneri di Capote venne sparsa da alcuni amici, assieme alle ceneri del compagno, nel lago Crooked Pond di Southampton (in loco vi è una lapide dedicata ai due).

Joanne Carson invece custodì fino alla morte, nel maggio 2015, la sua parte rimanente delle ceneri di Capote, in una teca di legno intarsiata alla giapponese (le sue ceneri sono poi state tumulate al Westwood nello stesso loculo di Capote). Nell’agosto 2016 la parte di ceneri nella teca intarsiata fu messa all’asta a Los Angeles con una base di 2mila dollari: il compratore, un collezionista anonimo, se l’aggiudicò per 43.750 dollari.